La nuova era di Giorgia Meloni in Rai sta per cominciare. Il governo, secondo quanto racconta Repubblica, sta lavorando a un decreto che introduce un nuovo limite anagrafico di 70 anni per gli amministratori dei teatri lirici. E uno degli effetti di questa legge sarà quello di mettere fuori gioco Stéphane Lissner, sovrintendente e direttore artistico del teatro San Carlo di Napoli, in pensione in Francia ma operativo in Italia. Al suo posto, verrebbe immediatamente nominato Carlo Fuortes, attuale amministratore delegato della Rai. Uno schema che spianerebbe così la strada alla scelta del nuovo vertice di Viale Mazzini, in modo da riempire anche caselle più importanti della radiotelevisione italiana. Inclusi i direttori di reti e testate.
La norma è pronta al varo già per domani 4 maggio. L’esecutivo si attende a quel punto le immediate dimissioni da viale Mazzini di Fuortes. Nelle ultime settimane, in realtà, a Palazzo Chigi circolava il timore che l’attuale ad Rai potesse comunque non fare subito un passo indietro, aspettando la conversione in legge del decreto. Meloni però ha bisogno di fare in fretta, bruciando i tempi senza attendere i due mesi necessari per convertire il decreto.
Si aspetta quindi le dimissioni di Fuortes subito dopo il varo del testo da parte del consiglio dei ministri. A quel punto, l’esecutivo è intenzionato a nominare amministratore delegato Roberto Sergio, oggi alla guida di Rai Radio. Giampaolo Rossi diventerà direttore generale. Dopo un anno i due potranno invertire i ruoli e Rossi verrà nominato ad.
Dieci giorni fa, Lissner ha scritto una lettera indirizzata al Consiglio del lirico e, per conoscenza, a Comune, Regione e al ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano, nella quale assicurava che non si sarebbe fatto pensionare dal governo Meloni. E anzi, prometteva di assumere «qualsiasi iniziativa» a sua tutela contro «la manovra illegittima e discriminatoria» che lo vuole fuori. E concludeva: «Immagino che nessun candidato al ruolo di sovrintendente voglia assumere la responsabilità della gestione del Teatro a esito di una manovra illegittima e discriminatoria». Una promessa di battaglia.
Alla quale sarà affiancata poi quella per le nomine delle direzioni dei Tg. Un pacchetto pesante, a cui Meloni tiene tantissimo. E sul quale i partiti di maggioranza – e in particolare la Lega – sono pronti a farsi la lotta per strappare il miglior risultato possibile. Le nomine arriveranno nelle settimane successive, in tempo per la presentazione dei palinsesti.