Cantiere riformeLa maggioranza promette di non depotenziare il Quirinale (ed esclude la Bicamerale)

Maria Elisabetta Casellati e Giovanbattista Fazzolari rassicurano sulle intenzioni del Governo con due interviste al Corriere della Sera e Repubblica. «Abbiamo registrato un orientamento prevalente a favore del premierato, anche se con accenti diversi, da parte delle opposizioni», dice l'ex presidente del Senato

LaPresse

Il Governo non ha intenzione di diminuire i poteri del presidente della Repubblica, né di istituire una commissione bicamerale che rallenterebbe i tempi delle riforme istituzionali. Con due interviste ai principali giornali italiani, Maria Elisabetta Alberti Casellati e Giovanbattista Fazzolari cercano di rassicurare le opposizioni sulle intenzioni del governo sulla nuova architettura costituzionale. 

La ministra per riforme istituzionali spiega al Corriere della Sera che il Governo non si è presentato «con una ricetta precostituita o con un testo predefinito, ma con un’agenda aperta, che poggia su due capisaldi: la stabilità e l’elezione diretta del presidente della Repubblica o del presidente del Consiglio».

Anche Fazzolari, sottosegretario alla presidenza del Consiglio, con delega all’Attuazione del programma di governo, spiega in una intervista al Corriere della Sera che «negli incontri è emersa una grande attenzione a non depotenziare il ruolo super partes del presidente della Repubblica. Una riforma di questo genere va vista per il futuro, è ovvio che entrerebbe in vigore solamente con la nuova legislatura. E nessuno immagina di interrompere prima della scadenza naturale il mandato di Mattarella»

Come farlo, è tutto da concordare, ma si parte da un terreno comune: «Abbiamo registrato un orientamento prevalente a favore del premierato, anche se con accenti diversi, da parte delle opposizioni», spiega Casellati che annuncia per il prossimo 17 maggio un incontro di autorevoli costituzionalisti nella sede del Cnel, il Consiglio nazionale dell’economia e del lavoro. 

Per Fazzolari «Il presidenzialismo è una battaglia di tutti i partiti di centrodestra», mentre Casellati non si sbilancia sulla forma preferita di governo, ricorda che il cancellierato alla tedesca toglierebbe diversi poteri al presidente della Repubblica e suggerisce un possibile modello italiano: una riforma più vicina alla sensibilità del nostro Paese, apportando alcune innovazioni, come è avvenuto in altri stati europei».

Non manca una frecciatina di Casellati alle opposizioni «Quanto al tema dell’elezione diretta, da un lato constato che il Pd ha preso le distanze da se stesso, perché dalla Bicamerale D’Alema alle due proposte della scorsa legislatura, Ceccanti e Parrini, chiedeva l’elezione diretta, addirittura del presidente della Repubblica, in un sistema di semipresidenzialismo alla francese. Dall’altro, resto francamente stupita dalla contrarietà dei Cinquestelle che hanno sempre fatto del coinvolgimento diretto del popolo, in tutti gli aspetti decisionali della società, la loro cifra identitaria tra piattaforme e referendum propositivi per consentire ai cittadini di partecipare direttamente alla formazione delle leggi sostituendosi al Parlamento».

Sia Fazzolari che Casellati concordano sul fatto che sarà il Parlamento a decidere, senza creare ulteriori commissioni che rallenterebbero il processo riformatore:  «non vediamo la necessità di una bicamerale. Il dialogo sulle riforme si può portare avanti anche attraverso gli incontri con le opposizioni», spiega Fazzolari.