La comunicazione di un brand al giorno d’oggi ha smesso di essere veicolata esclusivamente attraverso il prodotto ma vive di istanze valoriali, di messaggi motivazionali, ambassador e figure carismatiche in grado di trasmetterne e condividerne il messaggio. È un dato di fatto come sempre più aziende legate a più settori e non soltanto a mondo del food and beverage, abbiano capito l’importanza di un volto, una catena di valori, un insieme di principi e fondamenti che interessano il consumatore finale e lo affezionano, lo fidelizzano, facendo sì che quella determinata marca non sia vista solo come un’etichetta ma sia simbolo, rito, piacere, talvolta perché no, un affetto o un ricordo.
Questo spiega il perché di una mostra come Solaire Culture, in onda fino al 6 giugno a Piccadilly Circus a Londra in occasione dei 250 anni della Maison Veuve Clicquot. Un’esposizione globale e itinerante, che a poco a poco sta facendo il giro del mondo e che non è altro che una nuova efficace dimostrazione di come sia possibile produrre contenuti all’interno di un prodotto che – per fortuna – non è mai cambiato. Un viaggio immersivo che celebra la Maison partendo dai suoi inizi, dalle origini di questa incredibile storia ripercorrendo le tappe di un’azienda che negli anni non è diventata solo un colosso imprenditoriale ma uno dei marchi enologici più riconoscibili al mondo, più iconici e ricercati, più forti mediaticamente e commercialmente. L’approccio da sempre ottimista, solare, istintivo della prima donna imprenditrice in questo settore ha spinto a definire i parametri di questa esposizione in un’ottica del tutto femminile.
La curatrice della mostra Camille Morineau ha riunito nove artiste per la prima volta chiamate a confrontarsi insieme: Yayoi Kusama, Sheila Hicks, Olimpia Zagnoli, Moyoco Anno solo alcuni dei nomi coinvolti. A queste interpreti è stata data carta bianca alla produzione di un’opera celebrativa nei confronti di Madame Clicquot e del suo operato, della sua forza emotiva, del suo spirito imprenditoriale e capacità decisionale. Fin dal 1972 la Maison francese ha dimostrato il suo trasporto e la sua attenzione verso il mondo delle donne nel settore industriale, ai vertici delle cariche decisionali tanto da creare anche un programma di valorizzazione e sostegno ad hoc: BOLD. «La Grande Dame de la Champagne» così in genere veniva riconosciuta Madame Clicquot per la sua natura di spirito libro, la sua capacità di adattamento e contaminazione, la sua apertura nei confronti del mondo, del diverso, delle sfide. Da questa energia e dal suo ottimismo arriva infatti la scelta di quell’etichetta gialla che divenne ben presto simbolo irrinunciabile del brand e oggi filo conduttore di Solaire Culture.
A completare la mostra arriva ovviamente uno shop, la Solaire Boutique, dove è possibile acquistare alcuni oggetti da collezione firmati Veuve Clicquot tra cui THE ICONS, un’esclusiva collezione di quattro fra gli oggetti più emblematici della Maison, rivisitati in modo sostenibile, e i sei nuovi coffret La Grande Dame creati in collaborazione con la maestra del colore Paola Paronetto, presentati in occasione dell’ultima edizione del Salone del Mobile, contenenti l’ultima Cuvée de Prestige, La Grande Dame 2015. Non mancano però coffee and table books, ombrelli pregiati, la mug in Pantone o la bicicletta brandizzata. Qualora voleste ritrovare il gusto e il piacere di un calice di Champagne, sarà necessario fare una tappa al Sunny Side Up Cafè. In collaborazione con la chef Andi Oliver sono stati creati una serie di piatti ispirati alla colazione britannica da gustare rigorosamente con un calice di Yellow Label, Rosé o La Grande Dame.
Tutte le immagini courtesy Veuve Clicquot