Al pronto soccorsoIl ministro Schillaci vuole almeno tre miliardi in più per salvare il sistema sanitario

Circa 1,5 miliardi servirebbero per il personale, «che deve essere pagato meglio». Eppure «i soldi da soli non bastano», dice il responsabile della Salute. C’è bisogno di «ridurre gli sprechi», ad esempio tagliando la «richiesta di prestazioni inutili»

(La Presse)

Per tenere in piedi il sistema sanitario nazionale ci vogliono più soldi. Per pagare meglio il personale, ma anche per sistemare i pronto soccorso. Il ministro alla Salute Orazio Schillaci, in un’intervista a Repubblica, per la prima volta azzarda anche una stima di quanto ci vorrebbe per rinforzare il fondo sanitario nazionale, oggi a circa 130 miliardi, e tamponare le falle: almeno 3-4 miliardi di euro in più.

«Mi dispiace quando si parla male della sanità pubblica italiana, non è giusto, ogni giorno ci sono tantissime persone che ricevono un servizio di alta qualità. Soprattutto ci tengo a difendere gli operatori», dice il ministro. Che risponde alla Cgil, che durante la manifestazione di sabato ha accusato il governo di voler privatizzare la sanità. «Nessuno è per il privato e contro il pubblico, nessuno vuole privatizzare. Non ho mai detto di volerlo fare io e nemmeno altri esponenti dell’esecutivo. Vorremmo anzi che il servizio sanitario nazionale fosse migliore. Ma attenzione, la sanità ha problemi da tempo, da 20 anni come hanno segnalato anche alcuni operatori dopo la manifestazione di sabato, non da quando siamo arrivati noi. In più ci si è messo il Covid, dopo il quale gli operatori si aspettavano maggiori attenzioni».

Le voci preoccupate sul futuro della sanità sono tante. Il ministro conferma: «Credo che la sanità abbia bisogno di più risorse e anche di cambiare il modello organizzativo. Il Covid ci ha fatto capire ancora meglio quello che serve. Bisogna intanto usare i fondi del Pnrr. Se è vero che gli ospedali funzionano, la pandemia ci ha dimostrato che manca l’assistenza territoriale. A questa è dedicato un capitolo importante del Pnrr, che prevede dei fondi proprio per rafforzare questo servizio».

Poi il ministro fa una stima di quanto potrebbe servire in termini di risorse aggiuntive: «Con 3 o 4 miliardi in più potremmo risolvere i problemi. Di questi, circa 1,5 miliardi servirebbero per il personale, che deve essere pagato meglio, come dico da tempo. Abbiamo iniziato con i lavoratori dei pronto soccorso ma non basta. Ci accusano di non mettere abbastanza soldi per la sanità ma non ci dimentichiamo che il mancato pagamento dei conti del Covid alle Regioni lo abbiamo ereditato dal governo precedente. E le amministrazioni locali lo sanno».

Comunque, «i soldi da soli non bastano», ammette Schillaci. C’è bisogno «intanto di ridurre gli sprechi. Uno di questi, sempre sottolineato anche dalle Regioni l’altro giorno, deriva dall’inappropriatezza. Cioè, dalla richiesta di prestazioni inutili. Si tratta di un problema connesso anche alla medicina difensiva, cioè alle prescrizioni di medici che hanno paura di commettere errori».

E dal punto di vista organizzativo, «sarà fondamentale la digitalizzazione, per raggiungere le persone al domicilio e combattere così le diseguaglianze, non solo tra Nord e Sud ma anche tra grandi e piccoli centri abitati. Anche su questo tema ci sono risorse del Pnrr».

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