«L’Italia è un Paese in vendita», talmente è ampio e ricco il nostro patrimonio artistico. Non è un caso allora che Pandolfini, la più antica casa d’aste in Italia, abbia ottenuto il maggior fatturato nazionale negli ultimi cinque anni. Il prossimo anno compirà cento anni, e per festeggiare in anticipo ha organizzato la mostra Celebrating Arts a Milano, esponendo una selezione di opere d’arte di valore provenienti da vari dipartimenti.
Dipinti del XIX secolo, Argenti italiani ed europei, Maioliche rinascimentali, Sculture, Arte orientale, Design e Orologi. Inoltre la casa d’aste ha ampliato le sue aree di interesse nel mercato dell’arte e ha introdotto la piattaforma Pandolfini Live per seguire e partecipare alle aste in tempo reale. Novità ben rappresentata dall’asta a tempo, vendite che si svolgono solo online, senza la presenza del banditore chiamata Digital invasion, una sezione organizzata dal dipartimento Nft di Pandolfini curata da Claudio Francesconi – il primo e a oggi unico in Italia dedicata appunto all’arte digitale certificata tramite Nft. Nella selezione sono in vendita animazioni 3D, fotografia, arte generativa astratta.
«Dopo l’esplosione della bolla speculativa, questo mondo si è ripulito tantissimo e sono iniziati ad arrivare degli interlocutori più credibili», dice Claudio Francesconi a Linkiesta Eccetera, gallerista e capo dipartimento della sezione Nft di Pandolfini. Infatti nel panorama dei grandi marketplace dedicati alla vendita di collectibles, c’è stato un periodo in cui opere insignificanti, come semplici disegni, rappresentavano opportunità per la speculazione.
Si pensi, ad esempio, all’artista digitale Beeple, che ogni giorno per tredici anni, ha creato un’immagine digitale e poi ha raggruppato i cinquemila pezzi in un maxi jpg che è stato venduto all’asta da Christie’s nel 2021 (sul marketplace OpenSea) per ben sessantanove milioni di dollari. Paragonabili a figurine o francobolli, queste opere non richiedevano un grande sforzo creativo e l’interesse principale era la possibilità di guadagnare rapidamente.
Tuttavia, questo mondo ha subito un drastico cambiamento. La speculazione e l’euforia iniziale hanno portato il mercato a raggiungere picchi incredibili, con transazioni che raggiungevano i cinquecento milioni di euro in un solo giorno. Questo boom si è rivelato insostenibile e il mercato ha subito un’importante correzione. Le cifre sono precipitate a venti milioni di euro al giorno e molti investitori hanno iniziato a scappare. «Ma in mezzo a questo crollo, c’è chi ha visto un’opportunità diversa – continua Francesconi -, una possibilità di creare qualcosa di significativo».
Mentre il mondo degli Nft subiva una profonda trasformazione, nuovi attori hanno iniziato a emergere come artisti, galleristi e curatori. Questi nuovi arrivati nel mercato degli Nft hanno portato un approccio diverso, puntando sull’aspetto creativo e artistico piuttosto che sulla speculazione. Hanno compreso che l’interesse del pubblico stava evolvendo e che c’era una richiesta di opere d’arte digitali autentiche e di qualità. Questi innovatori hanno investito nel talento degli artisti digitali, sostenendo la loro creatività e offrendo un palcoscenico per esporre le loro opere.
Dopo l’allontanamento degli speculatori, i nuovi arrivati si sono impegnati a costruire una nuova era per gli Nft, basata sull’autenticità, la bellezza e l’originalità delle opere d’arte digitali. «Tra gli artisti che ho selezionato – spiega Francesconi – uno di grande rilievo è Nicola Villa, che da vent’anni si dedica alla pittura tradizionale, ma nell’ultimo periodo ha intrapreso un percorso serio nell’ambito dell’arte digitale. Questo nuovo modello artistico gli offre l’opportunità di lavorare in modo diverso, utilizzando strumenti e linguaggi innovativi».
Nel contesto dell’arte digitale, esistono anche artisti che nascono direttamente in questo ambito. Un esempio è lo spagnolo Adrian Crego, che ha svolto un ruolo di pioniere in questo settore. «Adrian ha intrapreso un percorso che potremmo definire quasi come un’archeologia informatica. Partendo dalla rappresentazione visiva delle Gif, ha esplorato concettualmente il loro significato. È importante sottolineare che una Gif è diversa da un filmato, in quanto rappresenta un’immagine in movimento e ha un formato specifico. La Gif è uno dei primi format a essere emersi in questo contesto artistico».
Questa nuova generazione di artisti e collezionisti ha portato nuova linfa al mercato degli Nft, rendendolo un ambiente dinamico e stimolante. Con l’avvento delle tecnologie blockchain, che garantiscono la tracciabilità e l’autenticità delle opere digitali, è diventato possibile creare un nuovo tipo di collezionismo accessibile a tutti.
In passato, molte piattaforme di vendita come Etsy erano popolari, ma avevano il problema di essere soggette a restrizioni o chiusure improvvise degli account. «Adesso, per quanto riguarda gli Nft, hai il controllo completo sulla tua creatività. Puoi mettere le tue opere su un wallet digitale e nessuno può censurarle o interferire, perché non ci sono intermediari tra te e il compratore», spiega il gallerista. Questo, in via teorica, porterebbe anche l’assenza di un coinvolgimento delle case d’asta.
Tuttavia, è importante riconoscere che, per costruire un mercato credibile per gli asset artistici, sono ancora necessarie promozione e divulgazione. In questo senso, le gallerie, le case d’aste e i curatori stanno diventando sempre più importanti. La figura del curatore, in particolare, svolge un ruolo essenziale nel raccontare e presentare gli artisti, creando un livello di mediazione culturale che valorizza il loro lavoro.
Mentre il mondo degli Nft continua a crescere, è fondamentale che vengano create opportunità di storytelling e promozione artistica di qualità. Gli artisti hanno una voce autentica e un percorso artistico significativo che merita di essere raccontato. La mediazione culturale diventa quindi cruciale per creare un ambiente artistico credibile e per diffondere la conoscenza e l’apprezzamento delle opere digitali.
«All’interno di questo mondo degli Nft, c’è un’energia esplosiva e un bisogno di consapevolezza. È simile alla storia della street art, che iniziò in modo selvaggio ma si è poi raffinata e ha trovato spazio nelle gallerie e nelle case d’asta. Oggi, comprare un’opera di Banksy ha un significato diverso rispetto agli inizi, quando le sue opere comparivano sui treni». Ma ciò che rende il mondo degli Nft unico è il suo focus sul networking e sulla connessione costante.
«È come un effetto domino che si ripete ventiquattro ore al giorno, coinvolgendo persone da Los Angeles a Tokyo, da Shanghai a Roma. Questa fucina di idee sta creando un nuovo immaginario che vedremo svilupparsi nel corso degli anni».
Nella veste di curatore di un collettivo artistico italiano chiamato Bottega, Francesconi si interessa anche a promuovere una concezione diversa dell’organizzazione dell’arte, ma che in un certo senso richiama al passato. «Bottega è un collettivo di artisti digitali che, come si vede dal nome, si ricollega alla tradizione delle botteghe artistiche Rinascimentali, in cui gli apprendisti potevano apprendere e avanzare di grado sotto la guida dei maestri e i più meritevoli erano introdotti a collezionisti o mecenati».
Questo modello antico viene rivitalizzato nella contemporaneità attraverso i nuovi strumenti messi a disposizione del web 3.0. Molti gruppi di artisti digitali sono definiti Dao, acronimo di Organizzazioni autonome decentralizzate e utilizzano token o Nft per conferire diritti di voto ai propri membri. Ciò significa che le decisioni sono prese collettivamente, senza una figura centrale. Le Dao offrono un nuovo modello di governance basato su obiettivi comuni e regole definite sulla blockchain.
Come spiega Francesconi, «l’appartenenza a queste comunità è determinata dal possesso di un certo asset nel proprio Wallet, che può essere denaro tradizionale o criptovalute». Grazie al proprio badge di appartenenza, gli individui possono partecipare alle votazioni all’interno della comunità e prendere decisioni relative agli investimenti. Queste community si sviluppano in modo estremamente dinamico e seguono il concetto di certificazioni rappresentate da un badge, in cui l’apprendista accede tramite un Nft che certifica il suo status. «È come possedere una tessera che apre le porte alla collaborazione con un maestro o un fondatore». Nel corso del tempo, poi, l’apprendista può progredire verso livelli superiori sulla base dell’esperienza acquisita.
Per agevolare l’accesso a un pubblico sempre più ampio, Pandolfini ha scelto il consolidato formato delle aste online, consentendo agli utenti di acquistare le opere digitali di loro interesse direttamente in euro, evitando così la complessa e rischiosa conversione in criptovalute. Questa iniziativa rappresenta un’evoluzione nell’ambito del collezionismo, aprendo nuove possibilità per esporre e godere delle opere d’arte digitali sui dispositivi smart di ultima generazione, che sempre più fanno parte del quotidiano di molte persone.