Sempre più famiglie e individui scelgono alternative vegetali alla carne animale, tanto pescata quanto cacciata. A partire dai più piccoli, che vengono cresciuti spesso già con principi alimentari molto diversi da quelli che possono avere avuto i Millennials o persino la generzione Z senza dover andare troppo a ritroso nel tempo, fino ad adulti convertiti a vegetariani o vegani dopo anni di braci e interiora. Tanti sono i motivi che spingono le persone a prendere decisioni più o meno definitive ma l’interrogativo primario, insieme alla salubrità del nostro pianeta resta la salute dell’essere umano. Cosa dicono le ricerche e quali differenze ci sono in termini di apporto nutrizionale?
La carne rossa è un alimento ricco di nutrienti in grado di fornire quantità rilevanti di proteine, e tutti gli aminoacidi essenziali, vitamine e minerali di cui spesso si è più carenti, in particolare le vitamine A e B12, il ferro e lo zinco. Il ferro è un micronutriente importante perché in grado di formare l’emoglobina, fondamentale per trasportare l’ossigeno ai tessuti e agli organi. Si trova nei cibi di origine animale e in particolare nella carne sottoforma di ferro eme, altamente biodisponibile e maggiormente assimilabile rispetto al ferro non eme presente nei vegetali.
Le vitamine e i minerali contenuti nella carne la rendono l’alimento più adatto allo sviluppo dell’uomo e alla sua crescita, sia fisica sia cognitiva, sin dalla primissima infanzia. Soprattutto la vitamina B12, completamente assente nei vegetali, rende la carne un alimento molto prezioso. Non a caso, chi segue una dieta esclusivamente vegetale è tenuto ad assumere integratori di questa sostanza che interviene nella formazione dei globuli rossi, nella funzione nervosa, nei processi di trasformazione dell’energia e nello sviluppo neuro-cognitivo del bambino. La carenza di B12 può causare danni permanenti allo sviluppo neuro-motorio, muscolatura ipotonica, apatia, crescita ridotta e ritardi permanenti nello sviluppo mentale e del linguaggio. Già in gravidanza, la donna necessita dell’adeguato apporto di lipidi e di acidi grassi essenziali (acidi grassi a lunga catena EPA e DHA) per il corretto sviluppo cerebrale e nervoso del feto. E la carne è l’unico alimento naturale in grado di fornire tutte queste sostanze.
Un report emesso nel 2021 dal Comitato Scientifico del Food Safety Authority in Irlanda (FSAI), su richiesta del Dipartimento della Salute, ha sottolineato l’importanza degli alimenti di origine animale per i più anziani. Secondo il report, gli over 65 dovrebbero assumere molte più proteine rispetto agli adulti. Le proteine nobili della carne in questi casi sono da preferire perché ricche di tutti gli aminoacidi essenziali e utili a prevenire la sarcopenia, ovvero il declino progressivo della massa muscolare che si verifica dopo i 50 anni, con perdita di forza ed equilibrio
Come conferma un rapporto della FAO, sia i macronutrienti, come carboidrati, grassi e proteine, sia i micronutrienti contenuti nella carne, nelle uova e nel latte sono difficili da sostituire e da trovare nelle alternative vegetali nelle quantità e nella qualità necessarie all’organismo. Anche per questa ragione, i prodotti di origine animale sono considerati essenziali per il raggiungimento degli obiettivi nutrizionali globali dello Sviluppo Sostenibile (SDGs) previsti dall’Agenda 2030. Tra questi obiettivi figura, infatti, anche l’esigenza di migliorare la nutrizione dell’uomo.
Una nuova scoperta scientifica ha riscontrato nella carne la presenza di antiossidanti specifici, utili a contrastare le malattie legate allo stress ossidativo, come il morbo di Alzheimer. Lo studio pubblicato dalla rivista Antioxidants e condotto dal team di ricercatori guidati dal professor Hideshi Ihara dell’Università metropolitana di Osaka, ha rilevato appunto la presenza di nuovi antiossidanti nella carne di manzo, pollo e maiale. Per la prima volta, è stato possibile dimostrare con accuratezza la presenza di antiossidanti specifici della carne, ovvero i 2-oxo- dipeptidi di imidazolo (2-oxo-IDP), un tipo di antiossidanti ad alta attività perché con un atomo di ossigeno in più rispetto ai normali dipeptidi contenenti imidazolo (IDPs). Gli IDPs sono abbondanti nel muscolo scheletrico, e in altri tessuti e agiscono come molecole funzionali. I ricercatori sono riusciti a determinare il loro meccanismo fisiologico, rilevando un’elevata attività antiossidante, efficace nell’alleviare la fatica e nel prevenire diverse patologie, come la demenza.
Le ricerche effettuate fino ad oggi sugli effetti del consumo di carne rossa hanno prodotto risultati contrastanti e non sembrano aver valutato adeguatamente le prove fornite dall’evidenza scientifica. Spesso si guarda alla carne con preoccupazione per gli effetti sulla salute del cuore. Tuttavia, una ragionevole quantità di carne di manzo magra è sicuramente adatta a una dieta sana per il cuore e può avere effetti favorevoli sulla sindrome metabolica e la malattia coronarica. Non a caso bilanciare giuste quantità di carne rossa con cereali, frutta e verdura significa aderire al modello nutrizionale della Dieta Mediterranea. In generale, è molto complesso stabilire la correlazione tra consumo eccessivo di carne e l’insorgenza di patologie, perché sono tante le variabili che intervengono – vita sedentaria, fumo e modalità di cottura dei cibi ecc. Secondo uno studio pubblicato sulla rivista scientifica Nature ad ottobre 2022 e svolto dall’IHME, l’Institute for Health Metrics and Evaluation, l’associazione tra il consumo di carne rossa fresca e lo sviluppo di malattie come il cancro al colon-retto, il cancro al seno, il diabete di tipo 2 e l’ischemia cronica è troppo debole. Ciò significa che un consumo moderato di carni rosse non processate non aumenta in modo sostanziale il rischio di ammalarsi di malattie non trasmissibili in individui a basso rischio.
Inoltre, non esiste alcuna evidenza scientifica a favore dell’associazione tra carne rossa non processata e ictus ischemico o ictus emorragico. Secondo lo studio, pertanto, i dati finora raccolti sull’eventuale associazione tra il consumo di carne rossa non processata e aumento del rischio di incidenza di malattie non sono sufficienti per formulare raccomandazioni conclusive.
Infine, un recente studio dell’Università di Adelaide in Australia, pubblicato sull’International Journal of General Medicine, ha esaminato gli effetti complessivi del consumo di carne sulla salute in oltre 170 Paesi del mondo. Dallo studio è emerso che le popolazioni che consumano più carne hanno una maggiore aspettativa di vita. Il consumo totale di carne è infatti correlato ad una maggiore longevità, indipendentemente dagli effetti confondenti come l’assunzione totale di calorie, il benessere economico e i vantaggi urbani. Gli autori della ricerca sostengono che la ragione del risultato risiede nella capacità della carne non solo di fornire energia, ma anche un’alta quantità di nutrienti essenziali per l’organismo umano.
Le immagini in evidenza sono di Szabo Viktor, Xavier Von Erlac e Samuel Regan