Il turismo del vino, come testimoniato da un rapporto presentato all’ultimo Vinitaly è un fenomeno in crescita. Sempre più italiani amano fermarsi in cantina nelle loro scorribande per il Bel Paese, se non addirittura progettare un viaggio esclusivamente dedicato a degustazioni e acquisti. Uno stile di vacanza che piace molto agli stranieri. Nel periodo della vendemmia, e soprattutto in autunno, infatti girando per le zone più famose dell’enologia italiana si incontrano sempre più auto svizzere, tedesche, olandesi che svolazzano di cantina in cantina. Per chi arriva da un altro Paese c’è anche un incentivo economico oltre che ludico: spendono meno che a casa loro per comprare buone bottiglie.
La Federazione Italiana dei Vignaioli Indipendenti raccoglie oggi 1600 cantine dove il ciclo di produzione avviene interamente all’interno dell’azienda. Realtà medio piccole, a conduzione familiare, con una media di dieci ettari di vigna che naturalmente arrivano con più fatica nelle grandi città, che non troverete mai nella grande distribuzione. Un’associazione che esiste da quindici anni, quando gli associati erano qualche centinaio, che non ha uno scopo commerciale, ma di portavoce nei confronti delle istituzioni di una comunità che altrimenti rimarrebbe isolata. Oggi il dialogo con la politica e i grandi consorzi è costante.
Ma chi produce vino deve farsi conoscere per vendere le proprie bottiglie, così due anni fa è nata l’idea di creare un’applicazione che è appena stata aggiornata e che verrà promossa con uno spot già visibile su YouTube, presentato mercoledì 5 luglio a Milano. Il must dell’app è la geolocalizzazione e così nello spot c’è un ispettore con il suo assistente che in un’atmosfera da film noir cercano di capire da dove possa arrivare quel liquido misterioso, «Sostanze uniche, ognuna realizzata con la cura e i segreti della tradizione», fino a quando l’assistente mostra l’app e l’indagine si conclude in cantina con un calice in mano.
Le cantine sono tutte catalogate nell’app, che si chiama “FIVI” e si trova sugli store Apple e Android ed è gratuita. In qualunque parte d’Italia ci si trovi basta aprire la mappa per scoprire dove c’è una cantina nelle vicinanze, la scheda, a cura della cantina stessa racconta la storia, c’è un link al sito, la mail, il numero di telefono, qualche foto, ma soprattutto si può aprire un link a Google Maps, Mappe di Ios o Waze che guida fino a destinazione. Le cantine più amate si possono salvare in una lista di preferiti. Chi scarica l’app da un Paese straniero riceverà la versione in lingua inglese.
Con la conduzione familiare una telefonata o una mail per annunciare la visita sono sempre consigliate, ma poi l’accoglienza sarà inevitabilmente speciale perché, come ha sottolineato la segretaria nazionale Rita Babini, della cantina Ancarani: «Apriamo le porte di casa nostra, non si tratta solo di vendere bottiglie, ma di mostrare uno stile di vita, una passione».
«Ora che l’enoturismo in Italia è in crescita, l’utilizzo di questa app sarà di grande aiuto. Fivi fa parte della Confédération Européenne des Vignerons Indépendants, un’associazione europea che comprende dodicimila vignaioli di tredici Paesi, e nessuno, neppure i francesi, ha niente di simile. Quando è stata presentata c’è stato un misto tra invidia e stupore», racconta sempre Rita Babini.
Negli Stati Uniti ci sono cantine che vendono fino al 70% della produzione direttamente sul posto, in Italia siamo attorno al 10%, c’è un mondo da far scoprire.
L’altra novità annunciata ufficialmente è il trasferimento della Fiera Mercato di novembre (dal 25 al 27) da Piacenza a Bologna per motivi logistici, lo spazio era diventato troppo piccolo per la crescita degli espositori. Il capoluogo emiliano offre spazi, ospitalità trasporti. Per chi visita il mercato per fare acquisti e arriverà in treno ci sarà un servizio di corriere dentro la fiera per farsi spedire a casa le bottiglie, non dovendo così preoccuparsi di assaggiare un vino in più dovendo poi guidare l’auto per tornare a casa. Sull’applicazione ci sarà il catalogo del Mercato.