Anti-sovranistiContro Salvini e Le Pen, i popolari europei vorrebbero il bis di Ursula von der Leyen

Mentre Giorgia Meloni e Matteo Salvini sono divisi in vista del 2024, il Ppe vorrebbe presentare la presidente della Commissione come “SpitzenKandidat”. Nessuno in Europa vuole governare con gli estremisti di Identità e democrazia. Ieri lo ha detto anche Tajani: «Per noi è impossibile qualsiasi accordo con Afd e con il partito della signora Le Pen»

KENZO TRIBOUILLARD / AFP

Il Partito popolare europeo, Ppe, vorrebbe presentare Ursula von der Leyen come “SpitzenKandidat”. Ossia come candidata alla presidenza della Commissione – scrive Repubblica.

Davanti al dibattito della politica italiana, che vede Giorgia Meloni e Matteo Salvini divisi in vista delle elezioni europee 2024, il Ppe vuole sciogliere ogni nodo. E soprattutto vuole affermare che non ha nessuna intenzione allearsi con la destra guidata a Bruxelles da Matteo Salvini, Marine Le Pen e dal partito neonazista tedesco di Afd. E per farlo sono pronti a mettere in campo la presidente uscente dell’esecutivo europeo.

«Voglio essere molto chiaro, sono anche vicepresidente del Ppe. Per noi è impossibile qualsiasi accordo con Afd (gli ultra nazionalisti tedeschi, ndr) e con il partito della signora Le Pen», ha detto il ministro degli Esteri Antonio Tajani. Proprio nel giorno in cui Salvini ha avuto un colloquio con Marine Le Pen, per rinnovare il patto nato nella scorsa legislatura.

Nessuno in Europa vuole governare con gli estremisti di Identità e democrazia, il gruppo di cui fa parte il ministro dei Trasporti. I movimenti della destra italiana hanno indispettito larga parte del gruppo dirigente popolare. Già l’idea di un’alleanza con i Conservatori di certo non rasserenava molti dei rappresentanti del Ppe. Ma il solo rischio, avanzato da Salvini, che ci fosse addirittura un patto con il suo gruppo di Identità e Democrazia, ha fatto precipitare la situazione.

La contromossa allora è rispolverare il meccanismo degli “SpitzenKandidaten”, ossia i concorrenti alla guida della Commissione che ogni famiglia politica dovrebbe presentare alle elezioni europee, radicalizzando il confronto elettorale e rendendo impraticabile in partenza il dialogo con la destra. Alla stessa Von der Leyen, eletta quattro anni fa senza una legittimazione popolare diretta, non dispiacerebbe che il suo eventuale secondo mandato esca dalle urne e non dagli accordi tra i governi.

I Popolari sono decisamente preoccupati da un’intesa con la destra. Con i Conservatori di Giorgia Meloni e ancor di più con i parlamentari “salvinan- lepeniani”. Basti pensare che i polacchi, seconda delegazione dopo quella tedesca nel Ppe, considerano come il fumo negli occhi la possibilità di associarsi al conservatore e attuale premier di Varsavia Morawiecki. Basta ascoltare il leader forzista Antonio Tajani: «Con Salvini assolutamente sì a un’alleanza in Europa. Il problema non è mai stato e non sarà mai Matteo Salvini, il problema sono Afd e Le Pen, che sono antieuropeisti». Anche la presidente della Commissione è netta sull’impossibilità di scendere a patti con gli «estremisti che guardano indietro».

La scelta del Ppe, dunque, costringerà tutti gli altri gruppi a presentare il proprio “campione”. I socialisti stanno già vagliando alcune opzioni: dalla finlandese Sanna Marin al portoghese Antonio Costa. E lo stesso dovranno fare i Conservatori e Identità e democrazia. Per “salvinian- lepeniani” già circola il nome del bracco destro di Le Pen, Jordan Bardella.

La prospettiva di un’alleanza tra popolari e tutta la destra è quindi tramontata definitivamente con la proposta di Salvini. Quanto a quella di un’intesa con i soli Conservatori, appare sempre più impraticabile. Dal punto di vista politico e numerico. Il gruppo Ecr (gruppo dei conservatori e dei riformisti europei) del Parlamento europeo da oggi al 6 luglio ha organizzato a Varsavia le giornate di studio del gruppo. Ci sarà anche Giorgia Meloni, confermata da poco alla presidenza.