Il primo ministro albanese Edi Rama non è stato invitato alla cena informale svoltasi ieri sera, ad Atene, tra i leader politici della regione balcanica ed i vertici dell’Unione europea. L’obiettivo dell’incontro, voluto dal primo ministro greco Kyriakos Mitsotakis, era quello di fare il punto sul processo di allargamento dell’Unione nella regione dei Balcani Occidentali e, secondo fonti diplomatiche citate da Euractiv, di ristabilire il ruolo di leadership della Grecia in questa parte d’Europa. L’annoso processo di allargamento dell’Unione è una questione complessa e, al di là delle dichiarazioni retoriche e di facciata, il dato più interessante è stato proprio il mancato invito a Rama (sostituito dal presidente albanese Bajram Begaj, che ricopre un ruolo puramente rappresentativo).
L’esclusione di Rama è stata dovuta, secondo i media greci, alle crescenti tensioni tra Atene e Tirana in merito all’ arresto di Fred Beleri, sindaco della città albanese di Heleri. Beleri, che fa parte della minoranza greca ed è membro di un partito che si oppone al governo di Rama, è stato accusato di compravendita di voti e pur avendo vinto le elezioni non si è potuto insediare alla guida della città. Il sindaco si trova in prigione dalla metà di maggio e quanto avvenuto è stato condannato dal Vice Presidente della Commissione Europea Margaritis Schinas che ha definito l’arresto «profondamente anti-europeo» e ha sottolineato che Beleri dovrebbe assumere l’incarico per cui è stato eletto «dato che nessuna altra opzione è accettabile nell’Unione europea».
Il ministro degli Esteri greco George Gerapetritis ha recentemente dichiarato, come ricordato dall’agenzia Anadolou, che il processo di adesione dell’Albania all’Unione europea non può continuare in presenza di una così «palese mancanza di rispetto nei confronti dello Stato di diritto» ed ha reso noto di aver informato i propri colleghi europei sulla sua posizione. Le parole di Gerapetritis fanno eco a quanto dichiarato da Mitsotakis che aveva già minacciato di bloccare le trattative tra Bruxelles e Tirana a causa di quanto avvenuto. Rama aveva invece accusato Atene di intromissione negli affari interni dell’Albania contribuendo a rinfocolare la disputa tra le due nazioni.
Le relazioni tra Albania e Grecia sono complesse e risentono dello status delle rispettive minoranze etniche che vivono all’interno della nazione confinante. In linea generale, come riportato da Balkan Insight, si era assistito ad un deciso miglioramento tra le parti a partire dal 2013 con un’intensificazione dei contatti tra i vertici dei due Stati. I periodici problemi scaturiti dalle vicende della minoranza greca in Albania creano, però, ostacoli non di poco conto ad una definitiva normalizzazione tra le parti ed impediscono di dare vita ad un clima sereno. La considerazione di Atene è, però, molto importante per Tirana dato che l’Albania aspira ad entrare nell’Unione europea ed ha bisogno del consenso di tutti gli Stati membri per poterlo fare.
Tirana ha numerosi ostacoli di fronte a sé e molti di questi non sono legati al rapporto con la Grecia. L’Albania ha presentato domanda di adesione all’Unione nel lontano 2009, ha ricevuto lo status di Paese candidato nel 2014 e solamente nel 2022 ha potuto dare vita alle trattative intergovernative con Bruxelles. Il più grande passo in avanti fatto da Tirana verso l’adesione riguarda il settore giudiziario. L’Albania ha infatti varato un’ambiziosa riforma che ha portato all’estromissione del sessanta per cento dei giudici e dei procuratori dalle proprie attività a causa di legami con il crimine organizzato, di crimini finanziari e di atteggiamenti poco professionali. La presenza di problemi così profondi e le dimissioni forzate di così tante persone hanno però provocato carenza di personale in ambito giudiziario. La riforma, come riportato dalle fonti citate da Atlantic Council, non è peraltro riuscita a risolvere del tutto le problematiche dell’Albania. Tirana continua a risentire di un alto tasso di corruzione e dovrebbe rafforzare gli sforzi nella lotta al malaffare, al riciclaggio di denaro e per tutelare i diritti di proprietà. Le difficoltà e gli ostacoli non hanno comunque indebolito l’europeismo della popolazione albanese che è quasi unanimemente (novantasei per cento) all’ingresso nell’Unione europea. Il primo ministro Rama ha promesso di impegnarsi per non rallentare il processo di adesione dell’Albania ed ha mostrato sostegno per una serie di iniziative volte a favorire il libero spostamento di merci e persone nella regione balcanica come preparazione per il futuro ingresso nell’Unione.
Secondo Isabel Santos, referente di Tirana presso il Parlamento Europeo, l’Albania entrerà a fare parte dell’Unione Europea entro la fine del decennio mentre il Commissario per l’Allargamento ed il Vicinato Oliver Varghelyi ha reso noto che l’Albania è la nazione che si è impegnata di più tra quelle candidate per passare al livello successivo del processo di adesione ed è anche quella che ha ottenuto i migliori risultati sul campo. Il Parlamento Europeo ha definito Tirana come un partner affidabile per quanto riguarda la politica estera ed un alleato prezioso a livello geopolitico. I segnali positivi sono diversi ed indicano che il futuro dell’Albania, seppur in salita e Grecia permettendo, potrà essere tra le braccia dell’Unione Europea.