Made in KhersonI droni fatti in casa dalla resistenza ucraina

L’Economist racconta la storia di due trentenni imprenditori tech che hanno abbandonato la loro start up di ricarica di auto elettriche per creare detonatori, granate e armi tecnologicamente avanzate. Il loro lavoro è prezioso per la resistenza, ma Kyjiv ha bisogno di armi più grandi e a lungo raggio, difficili da produrre per i cittadini comuni

LaPresse

Da alcuni mesi due giovani imprenditori tech costruiscono di nascosto droni e detonatori amatoriali per aiutare la resistenza ucraina, dopo che il loro sogno di creare una start up è stato infranto dall’invasione russa. Potrebbe essere una delle tante storie di resilienza e ingegno ucraino, come ce ne sono state tante in questi diciassette mesi di guerra, se non fosse per alcuni particolari che rendono la loro vicenda simile alla trama di un film, tra laboratori segreti, spie dal doppio gioco e innovazioni militari. 

In un lungo approfondimento uscito su “1843”, il magazine dell’Economist, il giornalista Wendell Steavenson ha raccontato la particolare sequenza di eventi vissuta dai due trentenni Alexei e Kostya soprannominati dai loro concittadini «i professori pazzi», che hanno fondato la “Midnight Lab” dopo l’occupazione di Kherson e non hanno mai smesso di aiutare attivamente la resistenza ucraina, rischiando la loro vita anche quando i russi erano ancora in città.

Prima dell’invasione Alexei lavorava come ingegnere elettronico all’università statale di Kherson mentre Kostya in un negozio Apple. Un investitore era pronto a finanziare su larga scala il loro dispositivo per rendere più efficienti le stazioni di ricarica per auto elettriche. Poi sono arrivati i russi e i due hanno cambiato rapidamente mestiere. Alexei ha iniziato a costruire esplosivi nel suo appartamento mentre Kostya consegnava ammoniaca agli artificieri della resistenza, fingendo di essere il tassista di una appariscente Tesla rossa. 

La sua copertura è durata poco, attirando l’attenzione dell’Fsb, l’intelligence russa, che lo ha fermato con moglie e figlia in macchina e lo ha reclutato come agente. Per evitare di essere torturato e poi ucciso, Kostya ha accettato di controllare se nei computer sequestrati dai russi durante l’occupazione ci fossero installati dei dispositivi di intercettazione, ma racconta di essere rimasto sempre in contatto con gli 007 ucraini. Un doppio gioco durato fino a novembre del 2022, quando l’esercito ucraino ha scacciato i russi da Kherson. Anche Alexei ha subito l’educazione siberiana del Cremlino, venendo arrestato nell’estate del 2022 con l’accusa di essere un terrorista pronto a pianificare un attentato, per poi essere rilasciato qualche settimana dopo. 

Con i russi al di là del fiume Dnepr, i due imprenditori tech hanno iniziato a costruire diversi armamenti nel loro laboratorio segreto usando la stampa 3D, l’intelligenza artificiale e altri metodi creativi, come una granata fatta da una lattina di birra. La loro attività è stata stimolata dall’esercito ucraino desideroso di armi tecnologicamente avanzate per non far tornare i russi in città. 

Midnight Lab, chiamata così perché opera prevalentemente di notte, si è specializzata nella progettazione e costruzione di droni d’acqua, perfetti per far esplodere le mine russe posizionate sul fondo del fiume Dnepr con l’obiettivo di far saltare in aria le barche di ricognizione ucraine. Ma anche detonatori telecomandati che non possono essere disturbati dalle interferenze nemiche.e droni imbottiti di esplosivi e pronti a esplodere a 20 km di distanza. Alcune volte le commesse arrivano direttamente dai militari.

Come racconta Steavenson un artificiere ucraino ha mostrato ai due uno Scorpion, un missile a guida di precisione di fabbricazione americana, chiedendo qualcosa di simile ma più piccolo.L’azienda non è autorizzata dal governo e opera completamente al di fuori dei parametri delle forze armate ucraine, ma viene sostenuta informalmente per l’aiuto concreto dato. Infatti oltre il novanta per cento dei droni sono forniti dalle associazioni di volontari. 

Il ministro delle Industrie strategiche ucraine Oleksander Kamyshin cerca di bilanciare l’impulso innovativo dei volontari con la necessità di coordinare la produzione e l’approvvigionamento di droni, rendendo più efficiente e controllato il processo di produzione. Ma il compito non è facile. Intervistato dall’Economist, Kamyshin ha riconosciuto che il lavoro dei volontari è stato importante, ma si è detto preoccupato che se continuassero a fornire droni militari, il ministero della Difesa non avrebbe mai l’incentivo a organizzare lo sviluppo, la produzione e l’addestramento necessari per una strategia coordinata.

Non è solo un problema di coordinamento, ma anche di tracciamento (la diversità dei modelli prodotti in casa rende difficile misurare e gestire l’efficacia dei diversi droni sul campo) e soprattutto di fornitura. Aziende come Midnight Lab non possono fornire l’esercito ucraino con droni kamikaze più grandi e a lungo raggio, come quelli che le forze russe hanno schierato contro le città ucraine, perché sono costosi e complicati da produrre.

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