Non sono servite le immagini che hanno fatto il giro del mondo con le lunghe code davanti alla Stazione Termini di Roma e alla Stazione Centrale di Milano. Anche l’ultimo tentativo del governo Meloni di sfidare la lobby dei tassisti alla fine è andato a vuoto. È bastata una minaccia di sciopero delle auto bianche per far fare dietrofront al governo.
Nel decreto asset approvato dal governo nell’ultimo consiglio dei ministri prima della pausa estiva, è scomparso pure il cumulo delle licenze che era nella prima bozza. Lo ha detto in maniera chiara il ministro delle imprese e del Made in Italy Adolfo Urso: «Abbiamo avuto diversi confronti con i tassisti e gli Ncc, in quello avuto con i tassisti ci hanno chiesto di togliere la norma sul cumulo delle licenze, un’opportunità a cui rinunciano. Abbiamo tolto questa norma».
Non sono escluse modifiche a settembre, quando inizierà l’iter per la conversione in legge del decreto. E lo sanno bene anche i tassisti che temono la possibilità che qualche manina infili interventi peggiori dal loro punto di vista. Alessandro Genovese, Ugl Taxi, dice: «Non ho davanti il testo per dare un parere definitivo. Se verrà confermato lo stralcio del comma riguardante il cumulo delle licenze potrebbe essere l’inizio di un percorso positivo, il governo si sarebbe mosso con il piede giusto». D’altronde il governo ha accettato il diktat delle sigle che rappresentano la categoria, tutte ricompattate sul no al cumulo delle licenze, dalla Unica Cgil alla Ugl Taxi. «Ci vogliono imporre di fatto il cumulo delle licenze per i tassisti e ce lo pongono come un regalo. Non vogliamo regali. Per noi è un cavallo di Troia e siamo contrari», rimarcava il presidente provinciale di Roma della Federtaxi Cisal, Carlo Di Alessandro.
Nel decreto, non si fa più cenno nemmeno alle licenze stagionali per 12 mesi più altri 12 per far fronte ad eventi come Giubileo 2025 e Olimpiadi Milano-Cortina 2026. Resta la doppia guida, rimasta nel decreto con la possibilità di richiederla tramite una procedura semplificata in Comune.
Sempre i Comuni, i capoluoghi di regione e le città sede di aeroporti internazionali potranno rilasciare il 20% di licenze in più con procedura semplificata che prevede solo il parere dell’Autorità dei trasporti entro i 15 giorni. Di fatto, il governo ha scaricato le questioni su di loro lavandosene le mani.
In sostanza, il governo rinnova il patto con una categoria, quella dei tassisti, che considera un proprio bacino elettorale. Certo, andranno alle urne anche le migliaia di persone che hanno aspettato un’ora e mezza un taxi a Roma Termini.
Tra qualche mese, l’Autorità Antitrust divulgherà i risultati della sua indagine del primo agosto che contesta il “sistema delle licenze a numero chiuso”. Ne vedremo delle belle.