Frena l’economiaIl governo prepara la richiesta all’Ue per sforare il deficit

L’esecutivo deve trovare altri 4,5 miliardi per mantenere almeno alcune delle promesse nelle prossima legge di bilancio. L’indebitamento deve salire al 4 per cento nel 2024 per avere maggiori risorse a disposizione

(La Presse)

Frena l’economia europea, e anche quella italiana. Le nuove previsioni della Commissione europea sono a tinte fosche. Nell’Eurozona nel 2023 si attende un incremento dello 0,8 per cento, invece che dell’1,1 per cento come affermato nelle previsioni di primavera, e un +1,3 per cento nel 2024, al posto di un +1,6 per cento. Per l’Italia, è attesa una crescita dello 0,9 per cento (da +1,2 per cento) nel 2023 e dello 0,8 per cento nel 2024 (da +1,1 per cento).

Il miracolo italiano di Giorgia Meloni non c’è, la favola dell’Italia che cresce più degli altri è finita. La prossima legge di bilancio si fa sempre più complicata. Tanto che – come scrive Repubblica – il governo sta già preparando la richiesta da inviare a Bruxelles per sforare il deficit. L’asticella deve salire al 4 per cento l’anno prossimo.

O in alternativa si potrebbe sperare nella proroga della deroga al Patto di stabilità, per congelare le regole fiscali vigenti. Arroccando l’Italia su una posizione di convenienza, perché tenere il Patto “fermo” significherebbe avere uno spazio di bilancio più ampio. Un’ipotesi che però ha poche chance.

E che comunque non risolverebbe i problemi di una manovra con poche risorse disponibili. In ogni caso, il disegno abbozzato cinque mesi fa con il Documento di economia e finanza non regge più. Quello scenario non può essere riproposto nella Nota di aggiornamento al Def da presentare entro il 27 settembre. La retromarcia del Pil allo 0,8 per cento nel 2024, l’anno che conta per la manovra, farà lievitare il deficit tendenziale, dal 3,5 per cento fino al 3,7-3,8 per cento, scavalcando l’indebitamento programmatico, collocato ad aprile al 3,7 per cento.

La differenza tra il programmatico e il tendenziale rappresenta la spesa che si può fare in deficit. Uno spazio che, nelle previsioni primaverili del governo, garantiva 4,5 miliardi alla prossima manovra. Ma la crescita sotto la soglia dell’1 per cento cambia tutto. Il rischio è di ricorrere a una manovra correttiva e a un ritorno dell’austerity. Ecco allora che la richiesta di portare il deficit dal 3,7 per cento al 4 per cento permetterebbe di recuperare il tesoretto da 4,5 miliardi e restituirebbe alla manovra risorse preziose.

La legge di bilancio, che dovrebbe ammontare a 25-30 miliardi, non è ancora riuscita a rastrellare neppure metà delle risorse che servono. Tra una spending review nei ministeri che procede a rilento e la tassa sulle banche che verrà ridimensionata, la caccia alle risorse è già in affanno. Senza tenere conto degli effetti del rialzo dei tassi da parte della Bce che si farà sentire con ancora più forza nei prossimi trimestri.

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