È da poco terminata la campagna acquisti del calcio italiano. Si è scritto molto del Milan e della relativa modalità con la quale hanno fatto la campagna acquisti. Gerry Cardinale, già patron del Tolosa ha portato all’interno del Club Milanese la modalità di acquisto di nuovi calciatori utilizzando il cosiddetto “Moneyball” che, in poco parole, è un sistema digitale che si basa su data-analitycs e algoritmi (AI)che setacciano e analizzano i dati dei giocatori a disposizione a livello mondiale dei vari campionati di calcio (in alcuni casi arrivano alla quarta serie)e sono in grado di estrapolare calciatori sconosciuti o poco conosciuti ma che hanno degli score (sotto diversi profili sportivi) molto promettenti.
Questo permette al club di investire cifre inferiori – necessarie per inseguire i big del calcio – e dotarsi di una rosa di giocatori di tutto rispetto. Il caso esemplare è il Tolosa Football Club che, da quando è di proprietà di Gerry Cardinale (2022) in collaborazione con Billy Beane, il padre di “moneyball”, ex giocatore e dirigente di baseball, è risalito in un anno dalla serie B alla serie A, vincendo inoltre la prestigiosa Coppa di Francia.
Billy Beane è il protagonista del libro “Moneyball: The art of Winning an Unfair Game” scritto da Michael Lewis nel 2003 dal quale è stato tratto il film “L’Arte di Vincere -(Moneyball)”. La storia di Billy è interessante: dato il budget risicato della squadra di baseball degli Athletics, di cui era dirigente, negli anni Novanta incontra Paul DePodesta (Peter Brand nel film) un giovane laureato alla Harvard University in Economia che utilizzando i big data analytics da inizio alla “sabermetria”, nome creato da Billy per indicare l’uso della tecnologia digitale (rivolta a quei tempi al baseball) al posto dell’esperienza, dell’intuizione e dei grossi budget a disposizione per comprare giocatori. La conferma della buona strada avvenne nel 2022 quando la squadra di baseball californiana ottenne venti vittorie consecutive, stabilendo un nuovo record (anche se non riuscì a raggiungere le World Series).
Tornando al Tolosa Calcio oggi è la più giovane della Ligue 1 in Francia (età media 24,8 anni) ed è composta da giocatori di diciannove nazionalità diverse. Il sistema di reclutamento del Tolosa è inimitabile e permette ai bianco-viola di scoprire talenti da qualsiasi campionato e nazione, anticipando la concorrenza. Il suo budget a disposizione per i nuovi acquisti è di circa quarantatré milioni di dollari contro i settecentocinquantaquattro milioni di dollari del Paris Saint-Germain.
Non basterebbero trenta anni per vedere e studiare le performance di ogni singolo giocatore di circa settanta campionati nel mondo: «Vogliamo e cerchiamo di costruire processi data-driven. L’idea che c’è dietro è che cerchiamo di sostenere il più possibile le nostre decisioni su segnali che provengono dai dati. Segnali forti, robusti», sostiene Julien Demeaux, “Le Monsieur Data” del Tolosa Calcio, così come è chiamato dalla stampa francese l’ex ingegnere aeronautico.
In verità esistono altri due club nel mondo del calcio in Europa che utilizzano, con successo, sistemi “Moneyball”: il Brentford, londinese oggi in Premier League e il Midtjylland squadra che gioca nella serie A danese. Va chiarito – lo dicono gli stessi interessati – che l’impressionante mole di dati e la relativa puntuale analisi deve essere accompagnata da una solida capacità e conoscenza del gioco del calcio che sappia evidenziare e dosare nel modo giusto i parametri che gli algoritmi devono analizzare.
Oggi i sistemi di apprendimento automatico e gli ulteriori passi in avanti della tecnologia e l’elaborazione di più informazioni, anche de-correlate (infortuni, salute, prestazioni, approccio mentale, carattere, ect.), sono in grado di dare un quadro di analisi a supporto delle decisioni impensabile anni or sono. Il team di Cardinale ha voluto utilizzare la stessa “sapienza tecnologica” accumulata al Tolosa (con la collaborazione di una società specializzata americana) nel neoacquisito Milan. I nuovi giocatori del Club milanese sono sconosciuti e pagati “il giusto”. Reijnders, Okafor e Chukwueze sono, ad esempio, tre giocatori che faranno la differenza e che sono costati complessivamente cinquantatré milioni di euro (dati Transfermarkt) più bonus, considerando che la sola cessione di Sandro Tonali ha portato nelle casse della società sessantaquattro milioni di euro.
Ma non sono solo le informazioni più di stampo calcistico che mi interessa sottolineare quanto invece come l’avanzamento tecnologico della tecnologia digitale stia portando nel calcio una serie di effetti che considero personalmente positivi e che pongo alla vostra attenzione.
Il primo è un aspetto che definirei “democratico”. Viene data la possibilità, infatti, a tanti calciatori meritori ma sconosciuti che non hanno avuto modo di mettersi in vetrina e che non hanno conosciuto sulla loro strada procuratori capaci e attrezzati in grado di metterli in mostra e valorizzarli, di far parte di grossi club e giocare ai massimi livelli.
Il secondo introduce un aspetto “moralizzante” rispetto agli stratosferici ingaggi e relativo prezzo (cartellino) dei giocatori che non sembra trovino mai fine anche sulla spinta di alcuni paesi arabi (in particolare l’Arabia Saudita) che solo recentemente hanno dimostrato un interesse crescente e con budget, che definirei illimitati, per accaparrarsi famosi top players a livello mondiale.
Solo la squadra araba del Al-Ahli SFC di proprietà del fondo Saudi Public Investment Fund (PIF) (così come altre 4 squadre) ha speso più di 290 milioni di euro (tutti dati Transfermarkt) solo per l’acquisto dei giocatori. Il Club Ittihad, sempre di proprietà del Fondo PIF, ha offerto “uno stipendio” al giocatore Benzema da cento milioni di euro a stagione sino al 2026! (Ronaldo, che gioca nel Al-Nassr, rimane al primo posto assoluto con ducecento milioni a stagione!)
Per non parlare del club Al-Hilal SFC che ha speso per comprarsi i top-players in giro per il mondo più di cinquecento milioni di euro. Appare chiara l’intenzione dell’Arabia Saudita che segue quella del Qatar che ha ospitato l’ultima Coppa del Mondo ed è proprietario del Paris Saint-Germain. «La politica aggressiva di acquisto e trasferimento (dei giocatori) di Riad, che ha già portato Cristiano Ronaldo e Karim Benzema, è un’arma per promuovere il paese e cercare di migliorare l’immagine internazionale della sua leadership», leggiamo nell’edizione in lingua inglese del “El Pais” dello scorso giugno. La geopolitica certamente si occuperà anche di calcio.
Terzo torneremo a divertirci ancora di più. Forse un auspicio ma vedere giovani e meno conosciuti giocatori dovrebbe, per chi ama questo sport, essere una occasione di maggior interesse nel conoscere nuovi talenti e, nel contempo, avere campionati più combattuti per una più probabile maggior omogeneità dei valori sportivi in campo.
Tre validi motivi ma non mancheranno i nemici. A cominciare dai procuratori per esempio. Diceva il Santo Padre Papa Francesco in occasione dell’apertura della Coppa del Mondo 2014 in Brasile: «Il calcio può e deve essere una scuola per la costruzione di una “cultura dell’incontro”, che permetta la pace e l’armonia tra i popoli». Certamente Santo Padre, ma pare che l’importante sia vincere e senza perdere troppo tempo!