Food is identity In Puglia l’arte è in fermento

Matino e Lecce si preparano ad accogliere la seconda edizione di Yeast Photo Festival, la rassegna fotografica internazionale che unisce cibo e arti visive per ripensare il rapporto tra uomo e ambiente

@Yeast Photo Festival

Si terrà dal 28 settembre al 12 novembre la nuova edizione di Yeast Photo Festival, l’evento artistico diffuso tra il borgo salentino di Matino e la città di Lecce organizzato dalle associazioni culturali Besafe e ONTHEMOVE, con la direzione di Veronica Nicolardi e Flavio & Frank e la curatela artistica di Edda Fahrenhorst.

Attraverso mostre, dibattiti, workshop, tavole rotonde ed eventi collaterali, la manifestazione vuole stimolare una riflessione sullo stato dell’umanità e del nostro pianeta partendo da uno dei temi più caldi, il cibo.

Il nome stesso del festival, “lievito” in inglese, mostra l’intenzione di “evocare fermento culturale, forza creativa e generativa, storie ribelli che sprigionano energia visionaria connessa alla terra, all’etica del lavoro e al rispetto per la natura”.

In quanti e quali modi il cibo definisce oggi l’identità di ciascuno? E in che modo questo rapporto si riflette sul mondo che abitiamo, andando a tratteggiare scenari di un futuro sempre più prossimo? “Food is identity”: è questo il tema portante della manifestazione, ogni anno declinato su una suggestione specifica. Per il 2023 si è pensato a “Soulfood. And Beyond.”: il cibo come nutrimento non solo del corpo, ma anche dell’anima, tra consolazione, vicinanza, passione, forza e amore in ogni attimo delle nostre vite.

Le dodici le mostre in programma (più una collettiva) spazieranno quindi dalla fotografia ad altri progetti multimediali per incentivare questa riflessione su nutrimento e identità, tra tradizione e impatto ambientale, stili di vita e climate change.

Yeast Photo Festival 2022

“Mangiare è sempre legato a rituali grandiosi – spiega Edda Fahrenhorst – ma anche molto semplici, come si può vedere in tutte le mostre. Subito dopo il parto, l’allattamento forma un legame tra madre e figlio. Più avanti, lo svezzamento fa entrare in scena il padre. Il corteggiamento spesso implica viziare un po’ e, al tempo stesso, divertirsi. A questo proposito, mangiare, così come il cibo stesso, è un’occasione perfetta per farlo. Salutato il giorno, la notte è un momento meraviglioso per mangiare e bere in abbondanza. E quando c’è da affrontare una guerra, le razioni vengono preparate prima del combattimento. Le nonne offrono ai nipoti tutte le prelibatezze, che però a volte sembrano provenire da un’altra epoca. Quando si avvicina la fine della vita, l’ultimo pasto è fonte di consolazione, proprio come nell’Ultima Cena. Ogni condizione di vita, in ogni cultura del mondo, è legata al cibo e in momenti molto speciali ci si siede a tavole lunghe, rumorose, silenziose o affollate, e si assapora un buon pasto, sentendo il calore della comunità e l’atmosfera, semplicemente tutte le emozioni legate a questi istanti. La seconda edizione di Yeast Photo Festival vi invita a un viaggio attraverso questi momenti speciali, in una vera e propria “montagna russa” di rituali ed emozioni (più o meno) deliziose”.

Alain Schroeder – Grandma Divers

Tra i progetti in esposizione, “Grandma Divers” di Alain Schroeder, fotoreporter belga che documenta il lavoro delle famose Haenyeo: le “donne del mare” considerate tesoro Unesco che si tuffano in apnea al largo delle coste nere di Jeju, in Corea del Sud, raccogliendo prelibatezze dalle onde in una tradizione ormai in via di estinzione (location: Palazzo Marchesale del tufo, Matino).

Henry Hargreaves – No Seconds

Un particolare uso in atto nelle carceri texane, quello di dare ai condannati a morte la possibilità di scegliere cosa consumeranno al loro ultimo pasto, sarà al centro di “No Seconds”, lavoro del fotografo neozelandese Henry Hargreaves (Macelleria Ex Nau, Matino).

Matthieu Nicol – Better Food for our Fighting Men

Il picture editor e collezionista francese Matthieu Nicol, attraverso una serie di immagini dagli archivi del Centro di ricerca, sviluppo e ingegneria dell’esercito americano di Natick, vicino a Boston, mostra nel suo “Better Food for our Fighting men” i ritrovati tecnologici nati per sostenere i soldati, parecchi dei quali si trovano attualmente sugli scaffali dei nostri supermercati (Distilleria De Luca, Matino).

Elena Subach – Grandmothers on the Edge of Heaven

E poi ancora: “Grandmothers on the Edge of Heaven” di Elena Subach, visual artist ucraina che indaga il gap tra la generazione dei giovani e quello delle loro nonne, tra tradizione, religione e passato coloniale sovietico (Chiostro del Palazzo dell’Antico Seminario, Lecce), e “Eat out of the box” di Tereza Jobová, in cui il cibo, solitamente percepito come un bisogno primario, perde gradualmente la propria funzione diventando mera decorazione, sollevando una riflessione sul suo reale significato per noi (Distilleria De Luca, Matino).

Tereza Jobová – Eat out of the Box

 “Breakfast” di Nial McDiarmid è un lavoro realizzato nell’arco di quattro anni in cui l’artista scozzese osserva il semplice rituale quotidiano della colazione (Palazzo Marchesale del tufo, Matino).

Niall McDiarmid – Breakfast

In “Interstellar Nights” Mario Wezel propone una riflessione sull’allattamento al seno che porta con sé un più ampio pensiero sulla famiglia e sulla paternità, temi cardini del documentarista tedesco che qui si affida ad un medium particolare: la macchina fotografica termica (Palazzo Marchesale del tufo, Matino).

Mario Wezel – Interstellar Nights

La serie fotografica “We Share the Meal” è il risultato di un lavoro intensivo della durata di un anno, portato avanti dal fotografo Lars Borges e dall’attrice Luzie Kurth: centinaia di immagini in dialogo tra performance e fotografia per esplorare il campo tematico della cucina (Palazzo Marchesale del tufo, Matino)

Luzie Kurth and Lars Borges – We Share Our Meal

“A Night Out with the Brits” di Dougie Wallace, fotografo scozzese noto in tutto il mondo per i suoi progetti di documentazione sociale che con la sua visione unica racconta qui le esperienze vissute nel corso dei vent’anni trascorsi nell’East London, dai tempi delle feste disinibite, quando la zona era un deserto dal punto di vista culturale, fino alla rigenerazione urbana in corso, con la partecipazione alla curatela di Lars Lindemann (Frantoio Ipogeo, Matino).

Dougie Wallace – A Night Out with the Brits

“Until the Corn Grows Back”, di Lys Arango, mette in luce la prospettiva dei bambini e delle loro famiglie nelle comunità indigene di Chiquimula e Huehuetenango in Guatemala, per comprendere gli effetti devastanti della malnutrizione infantile cronica, chiamata anche “killer silenzioso”, in collaborazione con Environmental Photo Festival »horizonte zingst« (masseria Le Stanzìe).

Lys Arango – Until The Corn Grows Back

La collettiva “The Last Supper” rivisiterà l’iconografia dell’Ultima Cena attraverso la committenza a sei fotografi provenienti da Italia, Germania e Svizzera per un progetto originale in collaborazione con Lenzburg Photo Festival(Palazzo Marchesale del tufo, Matino).

Da segnalare infine il progetto partecipativo “Matino Family Album”: open call rivolta ai cittadini di Matino che li invita a condividere fotografie di momenti personali e familiari che rappresentino il cibo in relazione all’amore, ai rituali o alle tradizioni. La direzione artistica sceglierà le immagini migliori, che faranno parte di una mostra open air per le strade della città.

Pur continuando il suo viaggio attraverso il cibo, Yeast Photo Festival vuole entrare nelle case delle persone per sbirciare nei loro album di famiglia. La condivisione delle storie del territorio diventa modo per collegare la cultura locale con le narrazioni provenienti da ogni dove. Viaggiare attraverso le emozioni, le passioni, l’amore, le tradizioni, i riti e gli sguardi, ci aiuta a cogliere il comune denominatore dell’umanità che unisce le persone, e ci fa sentire più simili di quanto pensiamo, nonostante le differenze culturali e geografiche.

Yeast Photo Festival 2022

Inoltre, nel corso del weekend inaugurale, ogni partecipante è invitato a portare con sé con un’immagine stampata che ritragga il cibo in una delle categorie identificate (amore, rituali e tradizioni), per far parte di una curatela partecipata intesa come modo per scoprire e conoscere come le persone condividono il cibo in momenti speciali.

Tra le altre novità del 2023, la partnership con MIA FAIR, fiera internazionale d’arte dedicata alla fotografia in Italia che si tiene a Milano dal 2012, in sinergia con la quale arriva al festival il progetto vincitore della seconda edizione del Premio “Irinox Save The Food” in collaborazione con Fiere di Parma, “Ordinary Pleasures”, esposizione della ricercatrice visiva con base a New York Maria Giovanna Giugliano: un’analisi del legame viscerale che si stabilisce tra la natura e le persone attraverso il cibo (Distilleria De Luca, Matino).

Inoltre la vocazione di Yeast alla sostenibilità dal punto di vista sociale, ambientale ed economico si avvale da questa edizione del contributo di Everything is Connected, progetto transdisciplinare diretto da Maria Teresa Salvati che insieme alle Officine Tamborrino ideerà installazioni eco-compatibili utilizzando materiali riciclati e scarti di magazzino visti in ottica di riuso.

Alcune mostre saranno stampate su materiali riutilizzabili a fine festival in maniera creativa in collaborazione con gli abitanti di Matino, la scelta dei fornitori sarà pensata per ridurre gli sprechi, i trasporti e la produzione di CO2, e saranno attivate collaborazioni per compensare l’impronta di carbonio.

Nel novero degli ospiti confermato lo chef e conduttore televisivo Alessandro Borghese, e tra gli eventi speciali a chiusura dell’iniziativa il concerto in collaborazione con Locomotive Jazz Festival (11/11).

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