SextelligenceSesso, spogliarelliste artificiali e onlyfanser reali

Il canale The Realist offre ai suoi abbonati contenuti per adulti creati con l’ausilio dell’IA. Ma «L’attrattiva di OnlyFans è la possibilità di avere una connessione vera con la persona. Per tutto il resto basta andare su PornHub», spiega a Linkiesta Eva Generosi, una delle utenti più famose sulla piattaforma

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Volete sapere quanto costa un abbonamento ai contenuti hard di The Realist, artista dellintelligenza artificiale che ha infarcito il suo profilo Onlyfans di spogliarelliste virtuali molto credibili? Venti dollari, tariffa identica a quella che permette di accedere ai video creati dalle giovani modelle (reali) del soft porn contemporaneo. Ce ne sarebbe abbastanza per uno sciopero. Roba tipo: «Ehi tu, niente piedini nudi fino a quando non firmerai la petizione per vietare la monetizzazione delle onlyfanser artificiali». Ma andiamo per gradi, che questa storia ha ben altri risvolti e apre ben altri scenari nel rapporto tra sesso e Intelligenza Artificiale. E ci si può anche ridere sopra, ma farlo è un po’ da boomer

La questione è una, ma articolata: i creator del porno AI stanno davvero minacciando chi vive di reel e microtransazioni a sfondo erotico? E la privacy? Come faranno i content editor di Onlyfans a capire se le modelle farlocche sono frutto di rielaborazioni di vere modelle che potrebbero quindi riconoscere alcune parti del loro viso o del loro corpo?

Il creator sotto accusa
The Realist ha decine di migliaia di fan abbonati e paganti che frequentano la sua galleria per accedere a contenuti per adulti creati con l’ausilio dell’intelligenza artificiale e di altre suite di grafica. Presente su YouTube e Twitter, The Realist si pubblicizza come farebbe qualsiasi agenzia di modelle per lingerie. Dobbiamo aspettarci molti emuli e, secondo gli apocalittici, la fine di Onlyfans. O forse no, Onlyfans crescerà ancora: il miliardo di dollari di ricavi del 2022 è già stato superato a un quadrimestre dalla fine dell’anno. E magari i suoi strateghi nella sede di Londra sapranno propagandare l’AI come un vantaggio per i creator di contenuti (leggi abbattimento costi per rendere più sopportabile la commissione del venti per cento prelevata dalla piattaforma).

Una risposta che arriva dal futuro
A Milano alberga un uomo che viene dal futuro e conosce Onlyfans. Naturalmente è un artista, che si definisce un tecnomago e ha un marcato accento veneto: il suo nome d’arte è Dustyeye, quello vero è Jacopo, classe 1983, padovano, rappresentante del collettivo Dusty. Le sue provocazioni vanno dalla diffusione di milioni di Ukron, soldi del futuro che quando arriverà la loro epoca varranno tantissimo, all’utilizzo di Onlyfans come mezzo di performance artistiche. «Che gli artisti artificiali si siano buttati sulla produzione di immagini sessualmente eccitanti, è scontato. Quello che non va è che ci siano utenti disposti a pagare venti euro di abbonamento a OF per avere in cambio del banale Realismo. L’AI è il regno del possibile, dell’immaginazione, con l’Intelligenza Artificiale si può dare vita alle fantasie più frizzanti. Con l’AI, la mente è l’unico limite».

Per quanto venato di ironia, quello di Dustyeye è un pensiero laterale interessante: «C’è da comprendere la tripletta tecnologia/finzione/erotismo e non serve scomodare S1m0ne, il film di Andrew Niccol del 2002 con Al Pacino» dice Dusty, «in ognuno di noi ci sono fantasie così assurde che soltanto l’Ai può soddisfarle». E a Linkiesta svela la sua: «Entro in una suite del Gran Hotel di Cervia. Al suo interno trovo Avril Lavigne, il presidente Francesco Cossiga, Kevin Spacey, tutto il cast Friends, il sottoscritto e tre casse di cedrata ghiacciata. Ecco, per un contenuto del genere forse sarei disposto a pagare anche quarantaquattro euro».

La parola alla Onlyfanser
Non è qui il caso di stabilire quando l’osceno diventa arte e viceversa quando l’arte cede il passo all’osceno. Dusty avrà certamente ragione, ma per ora abbiamo una sola certezza: c’è una piattaforma che diffonde contenuti soft porn ed è fonte di reddito per moltissime ragazze. Quelle che un tempo chiamavamo «della porta accanto». Loro sono le millennial e le GenZer provate dalle continue crisi economiche e che hanno imparato la pragmatica lezione degli anni Dieci: il modello social garantisce a tutti un pubblico disposto a pagare. Nessuna trasgressione vera se mantieni la giusta distanza. Quello stesso pragmatismo, con qualche tocco di psicologia spicciola alla Quora, toglie ogni timore dell’AI. 

Chi sviluppa la soft skill (una volta avremmo detto il saperci fare) di giocare con le fantasie di adolescenti e studenti, non teme nulla: «L’attrattiva di OnlyFans non è il contenuto visuale eccitante, ma la possibilità di chattare con la creator, di avere una connessione vera con la persona. Per tutto il resto basta andare su PornHub», spiega Eva Generosi, una delle utenti più famose sulla piattaforma. Un nome scelto un po’ sullo stile delle pornostar degli anni Novanta.

«Non credo che l’AI mi faccia concorrenza, anzi, mi aiuta. LAI non crea solo donne inesistenti, può anche rielaborare le fotografie creando dieci varianti di immagine diverse che possiamo utilizzare sul nostro OF, per soddisfare la voglia di novità dell’utente». Per ogni questione, Eva ha una risposta legale: «Il rischio che qualcuno manipoli le mie immagini c’è, come c’è nell’arte. Possiedo il copyright delle mie foto e se scoprissi che qualcuno le ha utilizzate per generare immagini senza il mio consenso, beh, semplicemente se la vedrebbe con il mio avvocato».

Il filosofo che invoca le regole
C’è da dire che ormai tutte le questioni, etiche, giuridiche, economiche e sociali che accompagnano il successo di OF sono emerse. Ma non è che ci sia stata una reazione. Secondo Roberto Beragnoli, laurea in filosofia e studi di informatica, nessuna reazione potrà mai fermare l’onda gigante: «A breve avremo molti più contenuti generati con lAI che immagini normali e dobbiamo accettarlo», dice, «le domande che saltano fuori non avranno risposta fino a quando l’impatto di questo tsunami non sarà finito». Ma il filosofo che è in Beragnoli è giunto comunque a una conclusione interessante: «Se separiamo il concetto di creazione da quello di condivisione su internet, dobbiamo concludere che la creazione in sé dei contenuti con AI non può essere limitata in nessun modo. Si può invece ragionare su una regolamentazione delle piattaforme generative. Magari utilizzando la stessa AI per migliorare gli strumenti che selezionano ciò che può essere condiviso in rete e ciò che è meglio evitare». Una logica stringente come quella della scienza: io posso inventare l’energia atomica come scienziato ma se poi la si usa per le bombe, la responsabilità non è mia.

Le escort sono in via di estinzione?
A questo punto c’è la domanda delle domande. Siamo per caso già caduti in una spirale Black Mirror o no? Di certo parliamo di sesso reale molto meno che delle piattaforme che ospitano il porno. Psicologi e sociologi da Talk Show non fanno che ripetere che è il sesso a distanza quello che domina tra i giovani. E mentre si discute del controverso futuro di Onlyfans, il concetto stesso di escort, sembra pensionabile. Una definizione che è ormai una sbiadita etichetta con la quale per molto tempo si è tentato di nobilitare la professione più antica del mondo. Le escort sembrano appartenere a un mondo in cui l’ottenimento di un vero orgasmo impellente era troppo faticoso, troppo costoso e troppo rischioso per neutralizzare l’impazienza tipica dei millennial.

Però si sbagliano. Il sesso reale a pagamento cresce proprio nelle fasce giovanili. Lo dice la conta degli utenti di escortadvisor, il sito principe per questa tipologia di annunci e recensioni: il settantuno per cento dei 161.267 utenti registrati ha tra i diciotto e i quarantaquattro anni (dati 2021). E di certo non ci si iscrive per guardare, non sarebbe il posto giusto.

Tuttavia un seppur minimo impatto sulla categoria escort l’AI potrebbe averlo portato: da un paio di anni si assiste a un discreto calo dei prezzi, scesi in media da centoventi a novanta euro a prestazione. Con la solita forbice Nord-Sud che vede Milano attestarsi sui cento euro e Potenza scendere sotto i sessanta euro. Ma siamo lontani dall’estinzione di questo business, seppure illegale e legato alle mafie. Ogni tentativo tecnologico di rimpiazzare l’originale sesso a pagamento con la tecnologia ha fallito, come dimostrano i bordelli di bambole iperrealistiche in silicone arrivati in Italia nel 2018. Aperto a Torino, ha chiuso dopo una settimana.

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