Lo psicoterapeuta assoltoClaudio Foti racconta gli anni terribili di gogna e di isolamento

Intervista al fondatore della Hansel e Gretel, mostrificato a Bibbiano prima del processo per calcolo politico e altre miserie

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La Corte d’appello ha recentemente depositato le motivazioni della sentenza con la quale è stato assolto. Soddisfatto?
Certamente, sebbene un processo lasci sempre ferite profonde legate all’ingiustizia patita. Comunque sono stato assolto perché il fatto non sussiste: non ho frodato la giustizia né ho procurato danni alla mia paziente. Quanto all’abuso d’ufficio la Corte ha accertato che non ho commesso il reato. 

Qualcuno dice che la sua assoluzione sarebbe per insufficienza di prove…
L’avvocato Luca Bauccio che mi ha difeso in appello mi ha spiegato che si tratta di una marchiana invenzione, fuori dal codice e dalla Costituzione. Chi lo afferma lo fa solo per gettare nuovamente ombre sulla mia persona. Dovranno rassegnarsi: sono innocente, sono stato assolto. 

Lei ha operato nel caso dei Diavoli della Bassa Modenese raccontato da Veleno?
Non ho mai operato in quella vicenda né come consulente né come terapeuta. Si tratta di un’altra marchiana invenzione.

Ma delle tesi di Veleno cosa dice?
Veleno è un racconto lacunoso e a senso unico. La realtà è complessa e come psicoterapeuta non posso che rifiutare le semplificazioni. Questi casi andrebbero studiati a fondo con un’analisi storico-processuale. Nella vicenda della Bassa Modenese ci sono bambini abusati, vite spezzate, di cui Veleno non parla. Sarebbe ora di ricordarsi anche delle vittime allora minori e sarebbe utile raccontare l’altra faccia di quella vicenda, confermata da tre gradi ådi giudizio e da due sentenze che hanno respinto la revisione del processo, riaffermando l’inossidabilità delle prove e la credibilità dei bambini.

Rignano Flaminio, Biella, lei si sente responsabile di quelle accuse di abuso?
A Biella il processo si è concluso con una sentenza che nonostante il suicidio degli imputati non ha dichiarato la loro innocenza, ben potendolo fare. A Rignano Flaminio gli imputati sono stati assolti. In entrambi i casi in qualità di consulente del pubblico ministero ho fatto una valutazione sui minori, concordando peraltro con numerosi altri colleghi, una ventina circa. Di cosa mi si accusa? Gli psicologi non valutano le prove, non decidono il rinvio a giudizio o la condanna. Allora dovremmo buttare in pasto ai leoni tutti gli psicologi che prestano la propria attività per la parte soccombente in un processo? 

E del suicidio della famiglia di Biella?
Ho pietà di quelle persone, indicarmi come responsabile di quella tragedia è un atto violento e menzognero. Sono stato il consulente dell’accusa e mi sono espresso sul minore che aveva denunciato gli abusi. Il compito dei consulenti di parte non è quello di formulare accuse ed emettere sentenze. È chiaramente scritto nel codice di procedura penale.

Cosa è il metodo Foti?
È un’invenzione ridicola, utile a creare il mostro. Ho sempre seguito le procedure standardizzate della psicoterapia del trauma. 

Ma non c’è il rischio di un metodo che induce false testimonianze nei bambini?
Chiunque esamini le videoregistrazioni delle mie sedute, che io stesso ho consegnato, può verificare il mio ascolto benevolo e rispettoso della paziente. E poi dalla sentenza che mi ha assolto si ricava che non potevo indurre racconti di abuso: la paziente li aveva fatti ben prima di conoscermi e che non potevo aver causato in lei disturbi psichiatrici che, per parere concorde della comunità scientifica, non possono essere generati da qualche seduta di psicoterapia, bensì solo da eventi traumatici nei primi sei anni di vita!

Secondo l’accusa lei era una macchina da soldi.
Sì, avrei commesso terribili reati per guadagnare duecentosettanta euro lordi al mese. Le sembra possibile? Non ho beni finanziari né proprietà. La Corte d’appello ha rimesso la verità al suo posto. 

Cosa pensa realmente dell’abuso sessuale sui minori?
È un fenomeno diffuso e difforme che tende a restare rimosso. Ogni tanto la società si sveglia a partire da vicende come quelle di Caivano e scopre che il problema esiste, per poi ritornare ben presto a dimenticarsene. Per quarant’anni ho lavorato, ho scritto, ho formato sul tema degli abusi, che non sono solo sessuali. Come è stato possibile che abbiano trasformato in colpa il mio impegno a tutela dei bambini?

E gli affidi illeciti?
A Bibbiano non mi sono mai occupato neppure di un affido, perché ero esterno al Servizio! Ciò nonostante mi hanno fatto passare come il boss degli affidi. 

Cosa l’ha ferita di più?
Sono stati quattro anni terribili, di gogna, di isolamento, di persecuzione. Certo fa paura questa mostrificazione delle persone prima di un processo e di una sentenza definitiva. La cultura liberale e garantista è stata messa in un angolo per calcolo politico e altre miserie e questo è un problema di tutti.

Come è sopravvissuto?
In tre modi: praticare la meditazione, piangere per scaricare la sofferenza, comunicare e scrivere. 

Cosa fa adesso?
Sto organizzando la pubblicazione dell’ampio materiale che ho scritto. Fra poco uscirà Lettere dal trauma. 

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