L’Italia ha ripristinato i controlli alla frontiera con la Slovenia. La sospensione di Schengen «si è resa necessaria per l’aggravarsi della situazione in Medio Oriente, l’aumento dei flussi migratori lungo la rotta balcanica e soprattutto per questioni di sicurezza nazionale, e me ne assumo la piena responsabilità», ha spiegato sui social la premier Giorgia Meloni.
La decisione arriva a due giorni dall’attentato terroristico di Bruxelles, in un momento di alta tensione in Europa. Il governo italiano ha comunicato la decisione della chiusura delle frontiere alla Commissione europea. I controlli saranno reintrodotti da sabato fino al 30 ottobre con possibilità di essere prolungati.
Ma l’Italia non è l’unico Stato membro ad aver preso questa decisione. In tutto sono undici i Paesi dell’area Schengen ad avere ripristinato i controlli ai confini: oltre all’Italia anche l’Austria, la Germania, la Francia, la Repubblica ceca, la Polonia, la Slovacchia, la Svezia, la Danimarca e la Norvegia, che non fa parte dell’Ue, e la Slovenia che lo ha annunciato ieri sera. La Francia ha ripristinato i controlli lungo i suoi confini fino al 30 aprile per le minacce terroristiche e la situazione di pressione delle frontiere esterne. La Germania manterrà il provvedimento fino al 25 ottobre ai confini con Polonia, Repubblica Ceca e Svizzera e con l’Austria fino all’11 maggio 2024.
Le conseguenze sulla sicurezza europea del conflitto in Medio Oriente saranno discusse oggi dai 27 ministri dell’Interno, che si incontrano a Lussemburgo. L’altro tema centrale è quello dei rimpatri. Alla cerimonia di commemorazione delle vittime dell’attentato a Bruxelles, la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen ha spiegato che «alle persone che sono considerate una minaccia per la sicurezza e hanno ricevuto un ordine di rimpatrio attualmente può essere chiesto di andarsene volontariamente: dobbiamo cambiare urgentemente questa situazione».
L’allerta è alta in tutta Europa. Ieri sono stati evacuati almeno dieci aeroporti in Francia dopo «minacce di attentati» ricevuti via e-mail. Nel mirino sono finiti, tra gli altri, gli scali di Lille, Lione, Nantes, Nizza, Tolosa, Strasburgo e Beauvais. A Parigi negli ultimi giorni sono proliferate false minacce di attentati. La reggia di Versailles è stata evacuata per la terza volta in cinque giorni. Intanto il ministro dell’Interno Gérald Darmanin ha chiesto ai prefetti di aumentare il livello di sicurezza nei luoghi della Coppa del Mondo di rugby 2023 che sta entrando nella fase delle semifinali, con finale prevista il 28 ottobre.
In Belgio, dove lunedì sera sono stati uccisi due svedesi da un presunto terrorista islamico, ieri è stato evacuato l’aeroporto di Ostenda. La Svezia è al centro di polemiche nel mondo musulmano per i roghi del libro del Corano organizzati l’estate scorsa da alcuni rifugiati iracheni. «Mai nella storia recente la Svezia è stata così minacciata», ha detto il primo ministro svedese Ulf Kristersson, avvertendo che il rischio di nuovi attacchi è serio e continuerà.
«La minaccia del terrorismo è ancora alta nell’Ue. Potrebbe aumentare. Non siamo ancora a quel punto, ma rimaniamo sempre vigili», ha commentato la commissaria europea agli Affari interni, Ylva Johansson. «Le forme cambiano. Ora vediamo più attacchi compiuti da lupi solitari», ha aggiunto Johansson, precisando che è presto per dire se sia questo il caso dell’attentato di Bruxelles.
I nuovi rischi provocati dallo scenario internazionale hanno spinto i capi dell’intelligence britannica e americana a lanciare un avvertimento congiunto sul pericolo di attacchi terroristici interni. A un vertice in California, il direttore dell’MI5 Ken McCallum ha spiegato che gruppi terroristici o l’Iran potrebbero intensificare l’attività violenta e che individui o organizzazioni ebraiche potrebbero essere presi di mira da neonazisti e islamisti.