Luce spentaIl pericoloso diritto di tribuna per Hamas e la par condicio dell’orrore

Visibilità giornalistica a uno dei leader del gruppo terrorista, Basem Naim (il quale ha minacciato il governo italiano), che dimostra una saldatura nel nostro paese tra i jihadisti e i movimenti per la Palestina

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Il sipario televisivo in queste ore si è aperto sul conflitto mediorientale che vede contrapposti i terroristi di Hamas contro Israele. Qualcuno, più autorevole del sottoscritto, anche sulle pagine di questo giornale, ha espresso lo sconcerto nell’assistere a una par condicio tra coloro che sostengono il sacrosanto diritto di una democrazia a esistere contro coloro che espongono le ragioni dei terroristi. Tra coloro che neanche a parole condannano gli atti di Hamas e anzi offrono tribune e visibilità per lanciare proclami, minacce e invettive c’è Davide Piccardo, classe 1982, di Imperia, direttore editoriale de “La Luce”, fondatore dei Giovani Musulmani d’Italia, già molte cose tra cui candidato alle comunali del 2011 con Sinistra Ecologia e Libertà, figlio dell’ex presidente dell’Unione delle Comunità Musulmane Roberto Hamza Piccardo. 

Qualche giorno fa Piccardo su “La luce” ha ospitato Basem Naim, leader di Hamas e a capo del Consiglio per le relazioni internazionali del movimento terrorista palestinese. Naim, viene presentato in pompa magna e viene sottolineato che è stato possibile raggiungerlo a Gaza. Piccardo, nel corso dell’intervista confeziona domande a uso e consumo della propaganda jihadista trattando Naim non come un terrorista, responsabile del massacro di oltre mille persone e del rapimento di oltre duecento ostaggi, ma fiancheggiando moralmente le sue posizioni e non criticando mai gli spropositi e le falsificazioni appurate (tra le decapitazioni dei bambini ebrei e le violenze contro le donne). 

E lascia spazio per una minaccia nei confronti del governo italiano. Based Naim rispondendo alla domanda di Piccardo sull’allineamento del governo italiano a quello israeliano sostiene: «(…) non voglio giudicare politicamente nessun Paese ma il mio consiglio è questo: dovete scegliere di stare dalla parte giusta della Storia, dovete stare dalla parte della giustizia. Se distruggi Hamas non risolvi il problema. Tutto ciò significa dare al conflitto una portata molto ampia, tale da coinvolgere nello stesso conflitto due miliardi di musulmani, significa quindi che milioni di musulmani in Italia, Francia, Germania si sentiranno gradualmente sempre più parte di questo conflitto, vorranno agire e fare qualcosa e questo significa che i governi filo israeliani stanno destabilizzando i loro stessi Paesi». 

Un aspetto che Naim sottolinea anche in conclusione dell’intervista, in cui elogiando le manifestazioni in Italia e di Milano (organizzate tra gli altri dallo stesso Piccardo insieme all’uomo di Hamas in Italia, Mohammed Hannoun), lancia la provocazione finale, che suona come un invito «tutte queste persone sentono di avere un obbligo morale di fare qualcosa: la questione non sarà limitata ai confini della Striscia di Gaza o in Palestina, si estenderà e – ripeto – sarà un fattore di destabilizzazione della regione e del mondo intero». Davide Piccardo, chiude l’intervista senza dire una parola, ringraziando Basem Naim.

L’intervista fa emergere in modo esplicito quella inquietante saldatura tra Hamas e i movimenti per la Palestina presenti nel nostro Paese e in Europa che più volte è stata sottolineata, una saldatura che nel caso di Piccardo è moralmente con tutto il mondo islamista radicale dalla Turchia di Erdogan passando per il sostegno al regime di Teheran. Non sappiamo se tutto questo passi per un sostegno materiale anche a “La Luce” e alle sue attività collegate ma sappiamo che l’apologia del terrorismo, la normalizzazione di un attacco costato la vita a mille persone, rapimenti deliberati, impiccagioni, violenze contro le donne, il sostegno a dittature religiose in Italia valgono l’invito in prima serata. La par condicio dell’orrore. 

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