L’esercito israeliano ha ordinato l’evacuazione entro ventiquattro ore di tutta la popolazione civile residente a Gaza City, la città più grande e centro amministrativo della Striscia di Gaza, per «la loro sicurezza e protezione», suggerendo di spostarsi nell’area meridionale di Wadi Gaza, un corso d’acqua situato a sud della città. «Sarà permesso di tornare a Gaza City solo quando verrà fatto un altro annuncio che lo consentirà».
L’avvertimento è il segnale chiaro che Israele si prepara all’invasione terrestre della striscia di Gaza per eradicare Hamas, l’organizzazione terroristica palestinese che il 7 ottobre ha colpito a sorpresa diverse città in Israele uccidendo almeno milletrecento persone e tenendone al momento in ostaggio circa duecento di diverse nazionalità, tra cui due italo-israeliani.
Il portavoce delle Nazioni Unite Stephane Dujarric ha esortato Israele a evocare l’ordine di evacuazione dichiarando che un simile spostamento di popolazione sarebbe impossibile da realizzare «senza gravi conseguenze umanitarie». L’ambasciatore israeliano presso l’Onu, Gilad Erdan, ha definito «vergognosa» la risposta delle Nazioni Unite.
In sei giorni dall’attacco l’esercito Israeliano ha sganciato seimila bombe colpendo tremilaseicento obiettivi di Hamas a Gaza. «Il momento è quello della guerra», ha dichiarato giovedì il ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant, in risposta all’attacco più mortale mai lanciato dai militanti palestinesi nella storia del paese. Secondo il ministero della Salute della Striscia di Gaza sono millecinquecentotrentasette i palestinesi uccisi nell’offensiva israeliana, inclusi cinquecento bambini e duecentosettantasei donne. I feriti sarebbero seimilaseicentododici, tra i quali milleseicentoquarantaquattro bambini.
Su X le forze armate israeliane hanno annunciato di aver neutralizzato oltre sessanta terroristi di Hamas, arrestandone ventisei tra cui Muhammad Abu A’ali, il vice comandante della divisione navale meridionale del gruppo terroristico palestinese: «L’unità d’élite della Flotilla 13 è stata schierata nell’area circostante la barriera di sicurezza di Gaza in uno sforzo congiunto per riprendere il controllo della postazione militare di Sufa il 7 ottobre. I soldati hanno portato in salvo circa duecentocinquanta ostaggi in vita»
Secondo le informazioni fornite dall’Ufficio delle Nazioni Unite per il Coordinamento degli Affari Umanitari (OCHA), in questi sei giorni quattrocentoventitremila residenti della Striscia di Gaza sono stati obbligati a lasciare le proprie abitazioni. Nella zona vivono circa due milioni e trecentomila persone.
Il Comitato Internazionale della Croce Rossa ha dichiarato che il carburante per i generatori d’emergenza negli ospedali di Gaza potrebbe esaurirsi nelle prossime ore. Anche il Programma Alimentare Mondiale delle Nazioni Unite ha lanciato l’allarme, avvertendo che le scorte di cibo e acqua potabile sono in esaurimento.