Il caos degli aiuti alla PalestinaL’Europa non ha ancora deciso che fare

Ieri era stata annunciata la sospensione di qualsiasi trasferimento. Poi la retromarcia. Oggi il vertice dei ministri degli Esteri. L’Ue sembra intenzionata a bloccare i fondi per gli aiuti allo sviluppo e contemporaneamente a garantire la prosecuzione degli aiuti umanitari

LaPresse

A Bruxelles regna la confusione. L’attacco sferrato da Hamas contro Israele ha mandato in crisi la bolla europea. E ieri si è assistito a un teatrino di affermazioni e retromarce, che non restituisce un’immagine confortante delle istituzioni europee. Nell’arco di una giornata, dalla Commissione europea prima è arrivato il clamoroso annuncio di una «sospensione immediata di tutti i pagamenti» dei fondi Ue destinati ai palestinesi. Poi la precisazione che «gli aiuti umanitari continueranno finché ci sarà bisogno». Infine il chiarimento firmato dagli uffici di Ursula von der Leyen dopo un intenso pressing dell’Alto Rappresentante Josep Borrell: «Poiché non erano previsti pagamenti, non vi sarà alcuna sospensione dei pagamenti». Ma la decisione finale deve essere ancora presa.

Un atteggiamento disorientato che è anche indice di un grande disallineamento tra gli Stati membri sulla postura da tenere in questa crisi. Perché se è vero che tutte le cancellerie sono d’accordo nel dire che «bisogna sostenere il diritto di Israele a difendersi», le posizioni divergono nel momento in cui bisogna tracciare i confini, giuridici e umanitari, entro i quali questo diritto all’autodifesa potrà essere esercitato – spiega La Stampa.

Tutto è rimandato al confronto previsto per oggi tra i ministri degli Esteri dell’Unione. Borrell ha convocato una riunione straordinaria. Alcuni si incontreranno a Muscat, in Oman, a margine del Consiglio di Cooperazione tra l’Unione e i Paesi del Golfo, altri si collegheranno in videocall. L’Ue sembra intenzionata a bloccare i fondi per gli aiuti allo sviluppo e contemporaneamente a garantire la prosecuzione degli aiuti umanitari.

Il governo italiano è stato tra i tanti che ieri hanno accolto con stupore l’annuncio del commissario europeo Oliver Varhelyi, responsabile delle politiche di allargamento, sulla «sospensione immediata» dei fondi destinati a palestinesi da parte dell’Ue, che è il primo donatore in assoluto con quasi 1, 2 miliardi di euro per il periodo 2021-2024. Nel primo pomeriggio l’ungherese ha fatto sapere con un post su X che «la Commissione sta rivedendo il suo intero portafoglio di fondi per le sviluppo, per un totale di 691 milioni di euro» e che dunque «tutti i pagamenti saranno immediatamente sospesi».

Nel giro di poche ore, però, sono arrivate le proteste di diversi governi – dall’Irlanda al Lussemburgo, dal Belgio alla Spagna – mentre Borrell si è subito messo in contatto con von der Leyen per chiederle di correggere il tiro. E così prima è arrivato un post del commissario Janez Lenarcic per dire che «gli aiuti umanitari continueranno finché sarà necessario». Con lui anche il presidente del Consiglio europeo Michel.

Poi una nota ufficiale di von der Leyen per ribadire lo stesso concetto e precisare che ci sarà solo «una revisione dei fondi per garantire che nessun finanziamento finisca ad attività terroristiche». Infine il post di Borrell secondo il quale non ci sarà «una sospensione dei pagamenti dovuti» perché questo «avrebbe danneggiato gli interessi dell’Ue nella regione e avrebbe solo incoraggiato ulteriormente i terroristi».

Il ministro degli Esteri spagnolo Jose Manuel Albares ha chiamato il commissario europeo Oliver Varhelyi per dire che non era d’accordo con la sospensione totale degli aiuti. «A quanto sappiamo non esiste alcuna base giuridica per una decisione unilaterale di questo tipo da parte di un singolo commissario e non supportiamo la sospensione degli aiuti», ha detto anche un portavoce del ministero degli Esteri irlandese. E anche il ministro degli Esteri lussemburghese Jean Asselborn ha affermato che il suo governo non sostiene la sospensione degli aiuti.

Ieri sera, invece, si è tenuto un vertice tra Joe Biden, Rishi Sunak, Emmanuel Macron e Olaf Scholz, a cui ha partecipato anche la premier italiana Giorgia Meloni. Al termine del vertice, il comunicato congiunto diffuso dalla Casa Bianca, oltre a assicurare il sostegno a Israele, ha mandato un messaggio chiaro: «Nessun attore ostile a Israele sfrutti questi attacchi per cercare un vantaggio». Il riferimento è all’Iran.

Ieri Meloni ha avuto un colloquio telefonico con il primo ministro libanese, Najib Mikati, riaffermando la volontà dell’Italia di «continuare a contribuire alla sicurezza e alla stabilità del Libano».

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