Il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, ha annunciato di aver trovato un accordo con il premier israeliano Benjiamin Netanyahu per un «flusso continuo» di aiuti verso la Striscia di Gaza. Poco dopo, le Nazioni Unite hanno confermato il passaggio del secondo convoglio di 14 camion con aiuti umanitari, attraverso il varco di Rafah. Un convoglio trasporta cibo, acqua e medicinali, dopo venti camion erano già entrati sabato.
Magnus Corfixen di Oxfam ha detto alla Bbc che è positivo che più aiuti raggiungano Gaza, ma non è sufficiente. «Oxfam ovviamente è lieta che un altro convoglio umanitario di 14 camion sia passato a Gaza così come i 20 camion ieri [sabato], ma dobbiamo anche dire che è una goccia nell’oceano considerando i bisogni che ci sono attualmente a Gaza». Senza un cessate il fuoco che consenta la consegna sicura di maggiori aiuti, prosegue, la situazione non migliorerà,. Corfixen aggiunge: «Lo scenario attuale che prevede l’ingresso di pochi camion al giorno semplicemente non è sufficiente considerando le esigenze umanitarie, ed è per questo che Oxfam e altre organizzazioni umanitarie chiedono un accesso illimitato. Ma affinché ciò accada, abbiamo anche bisogno di un cessate il fuoco immediato, perché una cosa è far arrivare gli aiuti oltre confine, l’altra è anche garantire che queste arrivino ai più bisognosi».
Secondo le Nazioni Unite, servirebbero almeno 100 camion al giorno verso Gaza. Prima del conflitto, ogni giorno entravano a Gaza circa 500 camion di aiuti.Ma soprattutto quello che manca tra le spedizioni è il carburante, che al momento servirebbe soprattutto per avere elettricità e far funzionare gli ospedali.
Ma l’ipotesi di un flusso continuo di aiuti non trova d’accordo tutto il governo isreaeliano. «Qualsiasi accordo su “aiuto continuo a Gaza” che non includa il rilascio di tutti i nostri rapiti è una continuazione del concetto che ci ha portato dove siamo», ha detto il ministro della sicurezza israeliano di estrema destra, Itamar Ben-Gvir,. «Umanitario solo in cambio della liberazione di tutti i rapiti!».
Hamas oggi continua a tenere in ostaggio circa 200 persone rapite durante gli attacchi del 7 ottobre. Intanto Israele ha intensificato i bombardamenti sulla Striscia e ha nuovamente comunicato alla popolazione di spostarsi verso sud, in vista di una probabile invasione di terra annunciata, ma della quale si sa ancora poco.