Fiaccato dalle sanzioni economiche occidentali e indebolito militarmente dalla fallimentare invasione in Ucraina, Vladimir Putin cerca di stringere il più possibile accordi diplomatici ed economici con la Cina per provare a uscire dall’isolamento internazionale. Nel suo secondo viaggio al di fuori della Russia da quando la Corte penale internazionale ha emesso un mandato di arresto nei suoi confronti,
Putin ha partecipato alla cerimonia di inaugurazione del terzo forum sulla Belt and Road Intiative (Bri), chiedendo al presidente Xi Jinping investimenti cinesi nella Rotta del Mare del Nord, che va da Murmansk, vicino al confine russo con la Norvegia, verso est fino allo stretto di Bering, vicino all’Alaska. «La Russia non si limita a offrire ai suoi partner di utilizzare attivamente il suo potenziale di transito, anzi, dirò di più: invitiamo gli Stati interessati a partecipare direttamente al suo sviluppo, e siamo pronti a fornire navigazione, comunicazioni e rifornimenti affidabili per i rompighiaccio», ha detto Putin annunciando che a partire dal prossimo anno, la navigazione per le navi da carico sarà possibile tutto l’anno lungo l’intera lunghezza della Northern Sea Route.
«I nostri due Paesi hanno approfondito la fiducia politica reciproca e mantenuto uno stretto ed efficace coordinamento strategico. Il nostro volume di scambi bilaterali ha raggiunto un livello record e si sta avvicinando all’obiettivo di duecento miliardi di dollari», ha dichiarato Xi Jiping, chiedendo però a Putin uno sforzo per «salvaguardare l’equità internazionale» e la «giustizia». Come riferito dalla agenzia giornalistica Reuters, poco prima che Putin iniziasse a parlare, una manciata di delegati europei, tra cui l’ex primo ministro francese Jean-Pierre Raffarin, è uscita dalla sala,