Il valore della vitaSe Israele non avesse una reazione forte metterebbe in discussione il suo futuro, dice Crosetto

Intervistato da Repubblica, il ministro della Difesa spiega che l’obiettivo dei prossimi giorni è limitare il coinvolgimento di civili, fermare la crisi umanitaria e riportare l’ordine nella regione a tutti i livelli. Il rischio, altrimenti, è che resti coinvolta direttamente anche l’Italia

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«Abbiamo assistito alla ferocia, alla spietatezza, alla mancanza di umanità dimostrata da Hamas: se Israele non avesse una reazione forte, proporzionata a una tale offesa, metterebbe in discussione il suo stesso futuro». Le parole del ministro della Difesa Guido Crosetto ricordano che lo Stato ebraico è sotto attacco, un’aggressione che mette in pericolo la sua esistenza. E se non si difendesse Hamas lo farebbe sparire, perché questo è il suo obiettivo. «Israele – dice Crosetto nell’intervista a Repubblica – ha la necessità di dimostrare al mondo che lo odia che ha una capacità di deterrenza di un certo tipo, altrimenti è morta. Non si tratta di mera contrapposizione politica: per Hamas è normale tagliare la testa a un neonato e per l’Iran uccidere una ragazza iraniana perché poco coperta dal velo. Significa che il valore della vita altrui è meno di zero. Quella gente non capisce il dialogo».

Adesso l’obiettivo è limitare il coinvolgimento di civili, fermare la crisi umanitaria e riportare l’ordine nella regione a tutti i livelli. Uno degli snodi geografici fondamentali è il valico di Rafah. «È essenziale che quel valico venga aperto per consentire ai palestinesi di lasciare Gaza», dice Crosetto. Ma non è così facile. L’Egitto deve assumere un ruolo di leadership nel mondo arabo, Israele deve dimostrare che la sua guerra è solo contro Hamas, la comunità internazionale deve farsi carico di intervenire sul piano umanitario, l’Onu dovrebbe dimostrare di poter ancora avere un ruolo nel dirimere questioni internazionali così delicate.

Proprio quest’ultimo punto sembra, oggi più che in passato, argomento di discussione. «Ci sono organizzazioni burocratiche che hanno perso la loro funzione e magari chiudono il sabato e la domenica con una guerra in corso», dice Crosetto. Una condizione inaccettabile in uno scenario che rischia di cambiare, in peggio, da un giorno all’altro: un attentato di ieri a un alto funzionario dell’intelligence iraniana dimostra proprio che il conflitto potrebbe avere rapida espansione geografica e politica.

Potrebbe esserne coinvolta direttamente anche l’Italia, almeno secondo la premier Giorgia Meloni, che negli scorsi giorni ha più volte sottolineato il pericolo di emulazioni che mettono a rischio il nostro territorio. Anche per Crosetto quel rischio «è scritto nella storia, anche recente. È un pericolo che ritorna quando si accende lo scontro fra Occidente e Islam, anche se magari nessuno dei due lo vorrebbe. Alcune organizzazioni terroristiche, negli ultimi anni, non hanno più rivendicato attentati, ma il problema è che basta un singolo, nella sua folle autodeterminazione, a compiere un atto scellerato. Puoi tentare di controllare le reti del terrore, non i singoli».

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