È stato domato all’alba un incendio divampato nella notte nella stazione elettrica Chaginskaja, nell’area sud orientale di Mosca. Secondo Ria Novosti, rappresentante dei servizi di emergenza ha dichiarato che le cause sogno ignote. Ma sono di poche ore prima gli appelli del presidente ucraino Volodymyr Zelensky ancora rivolti ai propri alleati. Tra le urgenze, il rischio concreto che il Paese non possa più produrre energia elettrica a sufficienza per soddisfare la crescente domanda di riscaldamento. Gli attacchi russi alle infrastrutture energetiche dell’Ucraina hanno lasciato già migliaia di persone al freddo e al buio. La società Ukrenergo ha chiesto agli operatori di Romania, Slovacchia e Polonia di aiutare il Paese in emergenza aumentando le forniture. La situazione secondo l’operatore di rete sarebbe ancora critica, dato che le riparazioni di varie centrali termoelettriche procedono lentamente. Zelensky ha poi annunciato su X di aver incassato nuove assicurazioni da parte degli alleati a rinforzare ulteriormente i sistemi di difesa aerea in previsione di imminenti nuovi attacchi russi. Nazioni amiche e confinanti come la Lituania confermano gli invii. Da Vilnius sarebbe già stato consegnato un nuovo pacchetto di aiuti militari comprendente tre milioni di proiettili, sistemi di detonazione a distanza e dotazioni invernali. Anche la Finlandia si appresterebbe ad aumentare il bugdet delle spese militari in aiuto dell’Ucraina
Ma la giornata di ieri è stata anche quella delle storie minime di civili nelle zone di guerra. Il deputato russo Sergei Mironov, fedelissimo di Putin, ha smentito la voce diffusa qualche ora prima dalla BBC di essere padre adottivo di un bambino di due anni prelevato l’anno scorso da un orfanotrofio di Kherson. Una storia che ricorda i tanti figli dei desaparecidos adottati da cileni compiacenti sotto Pinochet.
Mironov ha definito il report dell’emittente inglese una «montatura dei servizi speciali ucraini». Sono stati invece i missili Himars sparati a 60 km dal fronte sul villaggio di Kumachovo, in Donetsk a uccidere Polina Menshikh, 40 anni. L’attrice russa stava cantando sul palco durante una celebrazione per le truppe di Mosca in occasione della giornata nazionale dell’artiglieria missilistica. Sono invece storie di follia e disperazione quelle che raccontano le fuge e gli arresti degli ex appartenenti alle truppe russe e alla Wagner. È diventato virale il video di un giovane combattente russo che, appena catturato, dichiara di essere un discendente di Adolf Hitler, nella convinzione inculcata dai suoi capi che l’esercito ucraino sia filonazista.