Pensieri moderniShammah porta in scena “Il Misantropo” per celebrare i 50 anni del Parenti

Sul palco milanese arriva la modernità di Molière, rivisitata dalla regista che, mezzo secolo fa, ha fondato con Franco Parenti un teatro diventato punto di riferimento culturale e civile per tutto il paese

Teatro Franco Parenti

In occasione del cinquantesimo anniversario del Teatro Franco Parenti di Milano, Andrée Ruth Shammah – regista e direttrice artistica del teatro – ha accolto la proposta di Luca Micheletti, cantante lirico e attore, e portare in scena “Il Misantropo” di Molière.

La regista teatrale dice di aver raggiunto il punto di arrivo della sua carriera e ritiene che il teatro non debba mostrare chi c’è dietro le quinte, ma mettere in scena ogni opera con intelligenza e pensieri moderni. Alla conferenza stampa che si è tenuta ieri al Parenti, Shammah ha detto: «Abbiamo fatto lo sforzo di alzarci verso un capolavoro e non tirarlo a noi ma lasciare che ci parlasse della sua modernità».

Lo spettacolo, con la traduzione di Valerio Magrelli, aveva debuttato con successo lo scorso maggio al Teatro la Pergola di Firenze: «Una sala con cinquecento persone che si sono alzate in piedi e hanno applaudito. È stato un inno al teatro».

“Il Misantropo” andrà in scena nella Sala Grande del Parenti dall’8 novembre al 3 dicembre e prosegue la ricerca di Shammah su Molière, uno dei più grandi uomini di teatro di tutti i tempi con quello che viene definito uno dei suoi testi più crudeli. L’opera è uno spaccato impietoso della società barocca, nato dalla sua solitudine e dalla crisi per la censura di “Don Giovanni e Tartufo”, nonché dalla separazione dalla moglie Armande. Con tutti i suoi personaggi incipriati, «indaffarati senza aver nulla da fare», “Il Misantropo” rinuncia alla comicità dirompente tipica dell’autore francese. È un lavoro “al presente”, violento, potente, perturbante. Una commedia tragica, venata di una forma di umorismo instabile e pericolante, che porta in sé, appena al di sotto della superficie comica, le vive ferite e il prezzo altissimo costato al suo autore: in essa emergono le nevrosi, i tradimenti, i dolori di un personaggio capace di trasformare tutto il proprio disagio e la propria rabbia in una formidabile macchina filosofica, esistenziale e politica, che interroga e distrugge qualunque cosa incontri nel suo percorso.

Ma questa commedia è allo stesso tempo anche il dramma di un essere inadeguato alla realtà, lallucinata tragedia di un uomo che si scontra con il femminile. Il protagonista, Alceste, è interpretato da Micheletti: «Avevo a cuore quest’opera. Andrée mi ha aiutato a piegare il mio orecchio sulle parole che sono piene di possibilità di interpretazioni. Il tema de “Il Misantropo” è la difficoltà di comunicare, il protagonista che vive un disequilibrio non trova le parole per esprimere quello che prova per l’oggetto del suo amore, non sa fare i conti con i sentimenti».

Alceste ama Céliméne interpretata da Marina Occhionero: «Credo che si possa desumere che la regista è una donna. La questione femminile del mio personaggio è evidente perché cerca di tenere testa agli uomini con cui ha a che fare come giovane vedova e ci si confronta» ha detto l’attrice durante la conferenza stampa.

Il migliore amico di Alceste è Filante, interpretato da Angelo di Genio: «Rispetto al protagonista, lui rappresenta la parte razionale ma imparerà anche ad amare. È stato bello lavorare insieme e creare un buon clima all’interno della compagnia e andare noi verso Molière» dice l’attore.

Corrado d’Elia interpreta Oronte che rappresenta il potere: «Mi sono lasciato andare ad Andrée ed è nato il mio personaggio. Abbiamo restituito il senso dell’oggi in Molière attraverso le dinamiche con cui tutti dobbiamo fare i conti nella vita».

Filippo Lai che interpreta uno dei due marchesi ha espresso soddisfazione nell’aver avuto l’occasione di sviscerare i personaggi e ha valorizzato l’approccio per cui tutti i personaggi sono stati affrontati con la stessa serietà e profondità.

L’altro marchese Vito Vicino ha analizzato la critica che Alceste muove verso un mondo che non gli sta più bene. «È bellissimo quando capisci e centri le parole» dice Emilia Scarpati Fanetti che interpreta Orsina.

L’altra donna dell’opera è Eliana, i cui panni sono vestiti da Maria Luisa Zaltron: «La sfida e l’onore di lavorare su un personaggio molto amato dalla regia è stata anche quella di interpretare un ruolo di pura bontà, è stato un ruolo elevante» ha detto l’attrice.

La regista con quest’opera non ha voluto emettere giudizi, ma ha voluto mostrarne la complessità rivolgendosi all’intelligenza dello spettatore. «Molière ci aiuta in questo con le sue grandi contraddizioni. Lo abbiamo inseguito, lo abbiamo sviscerato in tutto quello che poteva rappresentare – ha detto Shammah – e speriamo che piaccia anche al pubblico milanese».

Alla conferenza stampa, inoltre, è stato presentato il trailer di “Scarrozzanti e Spiritelli – 50 anni di vita del Teatro Franco Parenti. Un documentario ideato e diretto da Andrée Ruth Shammah con la regia di Michele Mally e i contributi video di Raphael Tobia Vogel.

Il Docufilm celebra il cinquantesimo anniversario del Teatro Franco Parenti, coinvolgendo lo spettatore in un viaggio emozionante dentro la storia di una istituzione che è stata negli anni capace trasformarsi in un punto di riferimento non solo nella cultura teatrale della città di Milano, ma anche nel panorama artistico nazionale.

A fare da trait d’union le immagini dell’incontro “In compagnia della loro assenza” avvenuto al Teatro Franco Parenti il 16 gennaio 2023, esattamente 50 anni dopo la messa in scena del primo spettacolo rappresentato nell’allora Salone Pier Lombardo, nonché prima regia di Andrée Ruth Shammah: “L’Ambleto” di Giovanni Testori, il primo capitolo della Trilogia degli Scarrozzanti. Il racconto prende forma attraverso un montaggio che cattura e coinvolge le emozioni dello spettatore, alternando le testimonianze degli artisti, frammenti video delle regie di Shammah, estratti video delle prove, immagini e registrazioni di audio storici, comprese le voci di Eduardo De Filippo, Franco Parenti, Giovanni Testori e, infine, dialoghi con Carlo Cecchi, Filippo Timi, Isabella Ferrari, Luca Micheletti, Marina Rocco, Gianmaurizio Fercioni, Sabrina Colle, Remo Girone, Elio Gemmi, e Michele De Lucchi. Ciò che emerge dal film è la forza visionaria della regista, senza la quale questa storia semplicemente non esisterebbe.

Il docufilm sarà proiettato lunedì 6 novembre, alle ore 20.00 e alle 21.30, alla Sala Excelsior del cinema Anteo di Milano.

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