Quesiti linguisticiSi può dire «più nuovo»? Risponde la Crusca

L’aggettivo ammette comparativi o superlativi esattamente come la maggior parte degli altri aggettivi qualificativi. Ma si usano quasi solo per le accezioni in cui il tratto cronologico prevale sugli altri

(Unsplash)

Tratto dall’Accademia della Crusca

Il singolare dubbio sulla liceità del legittimissimo comparativo più nuovo (superlativo assoluto altrettanto regolare: nuovissimo o novissimo) non credo che sia venuto ai nostri lettori per questioni di forma, quasi l’aggettivo ne disponesse di uno organico come buono o cattivo o piccolo o grande, che hanno comparativi e superlativi da altra radice (migliore, ottimo, peggiore, pessimo ecc.). Non ci sono problemi grammaticali a formare comparativi (analitici) e superlativi assoluti (sintetici) corradicali a partire dall’aggettivo nuovo. Forse il dubbio è di origine semantica, come rivela una delle lettere arrivate, nasce cioè dall’idea che non si dia un comparativo di maggioranza o un superlativo relativo o assoluto di nuovo perché “non esiste niente di più nuovo del nuovo”.

E invece esiste: come si dà “un’automobile meno nuova della mia” (comparativo di minoranza) e una “nuova quanto la mia” (comparativo di uguaglianza), così c’è “un’automobile più nuova della mia” (comparativo di maggioranza) e si può volere “il modello più nuovo che c’è” (superlativo relativo) o “un modello nuovissimo” (superlativo assoluto).

O forse, la ragione del dubbio è sì semantica ma diversa dalla precedente e discende dai due principali gruppi di significati di nuovo: un gruppo, il più numeroso (posizionabile sia prima che dopo il nome) contiene sempre la nozione di tempo recente, un tratto cronologico tangibile e prioritario (“comperare un’automobile nuova”, “lanciare una moda nuova”, “avere idee nuove”); l’altro gruppo (che preferisce la postazione prenominale) comunica soprattutto l’idea della diversità, del mutamento, della successione sostitutiva (“comperare una nuova automobile”, “fare un nuovo tentativo”, “incontrare nuovi guai”), che ovviamente contiene in sé sempre il tratto cronologico, ma lo include in quello della sostituzione.

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