Domani dovrebbe finire la tregua tra Israele e Hamas. Ma questo cessate il fuoco conviene a tutti, è utile e aiuta a riposizionarsi – vale per entrambi gli schieramenti. Allora c’è anche un interesse a intavolare una trattativa per prolungare la pausa ancora per qualche giorno.
Le condizioni prova a dettarle il premier israeliano Benjamin Netanyahu: in una telefonata con il presidente americano Joe Biden dice di essere d’accordo a prolungare la tregue se per ogni giorno senza nuovi attacchi Hamas rilasciasse dieci ostaggi israeliani. Poi però ha anche fatto sapere che, alla fine della tregua, «torneremo con tutta la forza per raggiungere i nostri obiettivi: l’eliminazione di Hamas, garantendo che Gaza non ritorni quella che era».
Come riporta il New York Times, un cessate il fuoco più lungo è possibile: anche Hamas si è detta interessata a prolungare l’accordo. «Hamas e i suoi alleati hanno sequestrato circa duecentoquaranta ostaggi quando hanno attaccato il sud di Israele il mese scorso, uccidendo circa milleduecento persone, la maggior parte delle quali civili. Nella risposta israeliana agli attacchi aerei e terrestri contro Gaza, controllata da Hamas, sono state uccise più di tredicimila persone», riporta il quotidiano americano, facendo capire che la tensione ormai sfociata in guerra porterà pochi benefici a entrambe le parti.
Nel fine settimana Hamas ha liberato diciassette ostaggi detenuti a Gaza, tra cui una bambina americana di quattro anni. Il Comitato internazionale della Croce Rossa ha dichiarato di aver trasferito con successo le persone. Israele invece ha liberato trentanove prigionieri palestinesi, tutti adolescenti, domenica, il terzo giorno della tregua – secondo l’agenzia di stampa palestinese Wafa.
Anche il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha detto che spera che la pausa possa continuare finché gli ostaggi non verranno rilasciati: il suo principale obiettivo è fare in modo che Hamas liberi tutti gli ostaggi americani.