Biscotti e pasticciIl Natale in Belgio è speziato e profumato

Sformati di carne, tacchini ripieni, dolci ricchi e birre speciali: tra la Vallonia e le Fiandre sono tante le tradizioni per le feste della fine dell'anno. E ognuna è il frutto di tante culture diverse che si intrecciano tra di loro

Speculoos Natale in Belgio

Joyeux Noël. O magari Vrolijk Kerstfeest. E anche Frohe Weihnachten. Questo giusto per rimanere nel ventaglio delle lingue ufficiali: francese, fiammingo e tedesco. Il Belgio, nonostante sia uno dei Paesi più piccoli d’Europa, in realtà è anche uno dei più ricchi, da un punto di vista di tradizioni e culture diverse, mescolate tra loro fino a creare un’identità unica, ma così diversa allo stesso tempo. C’è la Vallonia, ci sono le Fiandre. E ci sono anche popoli di migranti che hanno scelto quello stato, cuore pulsante del Vecchio Mondo, per costruirsi una vita lontano da casa.

La sensazione, soprattutto quando si visitano le città principali del Belgio, infatti, è quella di trovarsi ogni volta in una nazione diversa. A Bruxelles questa sensazione diventa ancora più forte. Girato l’angolo di una strada, si cambia quartiere o municipio, e in un attimo si viene traghettati al di là del mare. Magari in qualche metropoli europea, o nell’Africa nera, o nel Maghreb. Forse nessun altro Paese in Europa ha una così forte integrazione da riuscire a compenetrare una tale moltitudine di lingue e tradizioni. 

Vero è che qui si è al Nord, molto al Nord. E, come ci si avvicina alla Lapponia, sembra quasi che lo spirito del Natale sia più sentito, più vissuto. Sarà quell’atmosfera di luci, l’aria pungente e i fiocchi di neve che si poggiano su tetti e case, ma è innegabile che le feste natalizie, se hai tra le mani un vin brulé o una tazza di cioccolata calda, hanno tutto un altro sapore. Il Belgio non fa differenza. 

La bellezza delle tradizioni belghe parte da un presupposto fondamentale. Qui Babbo Natale e San Nicolas sono due entità ben divise e separate e ognuno ha un giorno di festa dedicato. Un po’ come succede anche nel Sud d’Italia. Ecco quindi che l’Avvento diventa un momento importante, da celebrare come si deve. Quattro settimane non solo di riti e di celebrazioni religiose, ma anche di calendari pieni di cioccolato, che qui in Belgio è un affare davvero serio.

San Nicola, ad esempio, è il patrono degli scolari: si dice che avesse fatto resuscitare tre bambini, che un macellaio aveva trasformato in carne di salsiccia. Il giorno prima del 6 dicembre, i bambini sono soliti lasciare qualche carota al cavallo di San Nicola e, in alcune regioni, un boccale di birra per il suo aiuto. Se il bambino è stato buono, Saint-Nicolas lascerà piccoli giocattoli e dolcetti, soprattutto biscotti piccanti come i biscotti di pan di zenzero. Qui si dice che anche i bambini più grandi siano ghiotti di questi biscotti e che la tradizione consista nel farne tanti per accontentare proprio tutti. 

Il Natale belga è un mix di celebrazioni cristiane e pagane, con il Capodanno turco, la messa di mezzanotte e regali sotto l’albero. Molte città del Belgio organizzano mercatini di Natale. Quello di Bruxelles, Plaisir d’Hiver, è il più conosciuto, raggruppa le principali piazze della città e inizia ancora prima che sia arrivato dicembre, per poi terminare l’ultimo giorno dell’anno. Tra le bancarelle illuminate a festa, la tartiflette (terrina a base di formaggio, patate e lardo)  e le gaufre (o i waffles, dipende da chi cucina o da dove vi trovate) hanno un ruolo da protagoniste: da accompagnare rigorosamente al genever, a base di gin, o con un gluhwein, una bevanda speziata al vin brulè. 

Il pranzo di Natale, invece, viene tradizionalmente consumato in famiglia, con un menu generalmente composto da selvaggina proveniente dalle foreste delle Ardenne, nel sud del Paese, e il tacchino ripieno, che sembra essere diventato sempre più popolare. I menu, però, variano a seconda della regione. Nel sud del Paese resta un must la salsiccia di cavolo verde, chiamata tripes à l’djotte, chiamata anche boudin vert: verdure e carne di maiale, preferibilmente di piccoli tagli, con l’aggiunta di sale, pepe, chiodi di garofano e noce moscata. O anche il paté Gaumais, antica ricetta del diciannovesimo secolo, che oggi viene riproposta in famiglia e in gastronomia: un sostanzioso sformato di carne di maiale, marinata nel vino con spezie ed erbe aromatiche, e ricoperto di pasta, da gustare caldo o freddo. Ogni anno, il 26 dicembre, durante la fiera degli innamorati di Virton, si svolge il concorso del Re del Pâté Gaumais: vince chi ne mangia di più in venti minuti. 

Piatti importanti e con una certa anima, da assaporare insieme alle immancabili crocchette di patate e, ovviamente, a una buona birra. Il Belgio, si sa, è patria della birra, e in questo periodo vengono spesso create delle annate speciali di Natale, tradizione che risale all’inizio del diciannovesimo secolo: si dice che a quel tempo i birrifici fossero più numerosi dei villaggi e l’orzo e il luppolo migliori venivano conservati per produrre birre speciali da offrire ai migliori clienti come regali di fine anno. La tradizione è continuata e oggi sono pochi i birrai che non pubblicano la loro annata speciale per le festività, spesso leggermente più scure e più alcoliche del normale.

Il Belgio a Natale fa rima con dolci e biscotti. Nella tavola delle feste non può mancare il classico Bûche de Noël, il tronchetto di Natale, morbido pan di Spagna, ricoperto di crema al burro al cioccolato e decorato. A seconda delle regioni, poi, si preparano i cougnous o cougnolles, dei pan brioche che nella forma somigliano a un Gesù Bambino fasciato, tanto da essere conosciuti anche come brioches petit Jésus: si possono guarnire con il cioccolato o, più semplicemente con granella di zucchero.

A Liegi, invece, si mangia la boukète, una frittella di grano saraceno, guarnita con uva o fettine di mela, fritta in padella con il burro e servita spolverata di zucchero finissimo o di zucchero di canna, che nel paese di Herve, si guarnisce con il famoso sciroppo che fa onore alla regione. Oppure gli immancabili Speculoos, di cui vi lasciamo qui una ricetta per provare a rifarli proprio in questi giorni di Natale: 

Ingredienti:

  • 350 g di farina
  • 250 g di zucchero di canna
  • 250 g di burro morbido
  • 1 cucchiaino di cannella in polvere
  • 1 uovo
  • 1 cucchiaino di una miscela in polvere di chiodi di garofano, noce moscata, zenzero e anice
  • 5 g di lievito
  • 5 g di sale

Preparazione:
La preparazione dei biscotti Speculoos è facile e richiede un totale di 20 minuti di cui 10 minuti di preparazione e 10 minuti di cottura.

  • Versate lo zucchero di canna con la cannella e la miscela di spezie in una grande ciotola
  • Aggiungete il burro morbido e l’uovo
  • Mescolate il tutto fino ad ottenere una pasta omogenea
  • Aggiungete a poco a poco la farina setacciandola e il sale
  • Mescolate bene con la spatola o la frusta durante l’aggiunta della farina
  • Aggiungete il lievito in polvere
  • Mescolate bene e lasciate riposare 12 ore in frigorifero
  • Separate la pasta in 3 palline
  • Stendete la palla su un piano di lavoro e stendete con un matterello fino a ottenere un foglio di 3-4 mm di spessore
  • Tagliate la pasta in pezzi rettangolari di 3-4 cm di lunghezza. Naturalmente potete tagliare tutte le forme che volete e anche modellare la pasta nelle forme preferite se volete ottenere un motivo.
  • Disponete i pezzi su una teglia da forno che avrete imburrato o che avrete coperto con un foglio di carta forno
  • Cuocete per 10 minuti in un forno preriscaldato a 180 / 200°
  • Lasciate raffreddare e conservate in una bella scatola di metallo

 

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