Finalmente la Polonia può avere il premier che aspettava. Ci sono voluti quasi due mesi, le elezioni si erano tenute a metà ottobre, ma ieri sera il Sejm, la Camera bassa del parlamento polacco, ha eletto Donald Tusk come nuovo primo ministro, sostenuto da una coalizione costituita da tre partiti, Piattaforma civica, Terza via e la Nuova sinistra – i partiti si erano presentati in liste separate ma avevano promesso di lavorare insieme sotto la guida di Tusk per ripristinare gli standard democratici del Paese.
La scelta è arrivata dopo che il primo ministro polacco uscente Mateusz Morawiecki, leader del partito di estrema destra Diritto e Giustizia (PiS), non aveva ottenuto la fiducia per formare un nuovo governo. La transizione di potere infatti è stata ritardata di diverse settimane dal presidente polacco Andrzej Duda (Diritto e Giustizia, anche lui), che ha scelto di mantenere in carica i suoi alleati politici il più a lungo possibile. Poi è intervenuta la Costituzione polacca, che affida al parlamento il diritto di eleggere un primo ministro se quello indicato dal presidente non riesce a ottenere il sostegno necessario.
Oggi Tusk presenterà il suo esecutivo e domani invece giurerà nelle mani del presidente della Repubblica Andrzej Duda. Nei prossimi mesi, scrive Tonia Mastrobuoni su Repubblica, proprio Duda sarà «l’ostacolo più ostinato alla svolta promessa dal nuovo premier: il capo di Stato ed esponente di Pis ha potere di veto su tutte le leggi a parte il bilancio. E l’estate scorsa si è fatto votare una legge incostituzionale che gli attribuisce un ruolo importante in politica estera. Se insistesse per andare al cruciale Consiglio europeo del 14 e 15 dicembre al posto di Tusk, sarebbe un primo, grave dilemma, per Varsavia».
Ieri Tusk ha detto che «dobbiamo riuscire a convincere noi stessi e il mondo che ripristineremo lo stato di diritto». E poi ha promesso la fine della polarizzazione interna: «La guerra tra polacchi e polacchi finirà». Su questi aspetti Bruxelles ha insistito talmente tanto in questi anni da bloccare alcuni fondi europei destinati aVarsavia.
E proprio il rapporto con l’Unione europea sarà uno dei dossier chiave del nuovo governo. Tusk è un politico di grande esperienza, è già stato primo ministro del Paese dal 2007 al 2014, ma anche presidente del Consiglio europeo dal 2014 al 2019. La prima a congratularsi con lui è stata, forse non a caso, la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, appena pochi minuti dopo la sua investitura serale. «La sua esperienza e il suo forte impegno nei confronti dei valori europei saranno preziosi per forgiare un’Europa più forte», ha detto.