Trattativa in salitaI negoziati per la sospensione dei combattimenti a Gaza sono più difficili del previsto

Il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha rinviato ancora una volta il voto su una risoluzione, che sarà esaminata oggi, per chiedere una tregua e incoraggiare l’ingresso di maggiori aiuti umanitari nella Striscia

Ap/Lapresse

Il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha rinviato l’attesissimo voto su una risoluzione che chiede la fine dei combattimenti nella guerra a Gaza e facilitare l’ingresso di maggiori aiuti umanitari nella Striscia. L’obiettivo è evitare un nuovo veto degli Stati Uniti.

Il rinvio, il terzo della settimana, è arrivato dopo intense consultazioni a porte chiuse, che però non sono bastate a trovare un consenso generale – in particolare tra Stati Uniti e gli altri membri del Consiglio. Uno dei principali punti critici è stata la questione se le Nazioni Unite debbano subentrare a Israele nell’ispezione delle spedizioni di cibo, acqua, carburante e altri aiuti diretti a Gaza.

Oggi si ridiscuterà la risoluzione nella speranza di trovare una formula accettabile per Stati Uniti e Israele. «Alcuni diplomatici del Consiglio hanno affermato di essere sempre più frustrati dalle ripetute richieste di ritardi da parte degli Stati Uniti», scrive il New York Times. «I sostenitori della risoluzione affermano che darebbe alle agenzie delle Nazioni Unite il mandato di aggirare le ispezioni israeliane che hanno spesso rallentato i convogli umanitari. Ciò impedirebbe inoltre a Israele, una delle parti in guerra, di avere l’ultima parola sugli aiuti. In questo sarebbe molto simile a una risoluzione del Consiglio di Sicurezza del 2014 che autorizzava i convogli umanitari in Turchia ad entrare in Siria durante la guerra senza il coinvolgimento del governo siriano».

Sono stati gli Emirati Arabi Uniti ad avanzare la proposta di risoluzione, chiedendo che gli aiuti vengano consegnati non solo tramite camion che viaggiano via terra, ma anche su navi e aerei. Gli Emirati e l’Egitto – che non fa parte del Consiglio ma che è particolarmente interessato, dal momento che il suo confine è utilizzato per la maggior parte dei convogli di aiuti – hanno sostenuto che è impossibile aumentare le consegne di aiuti ai livelli necessari con il sistema attuale.

Al momento, i camion umanitari che intendono entrare a Gaza dall’Egitto devono prima recarsi a Kerem Shalom, in Israele, per essere ispezionati, quindi tornare in Egitto e attraversare il confine a Rafah, nel sud di Gaza. Domenica scorsa Israele ha iniziato a consentire ad alcuni camion di entrare a Gaza direttamente attraverso il valico di Kerem Shalom.

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