Guerra infinitaIl giorno delle minacce allontana la pace tra Israele e il Medioriente oltranzista

Mar Rosso in fiamme, un cargo attaccato e droni lanciati dai guerriglieri yemeniti Houthi, ancora razzi Hezbollah dal sud del Libano e dure invettive dall'Iran

Non si smette di parlare di mediazione, ma a un giorno dal Natale cristiano la tensione in tutto il Medioriente è alle stelle. Il conflitto Israele-Hamas tende a coinvolgere altre forze, altri stati. In tarda serata si è saputo che il premier del Qatar, lo sceicco Mohammed bin Abdulrahman Al Thani, ha parlato con il presidente degli Stati Uniti Joe Biden (lo ha riferito l’agenzia stampa Qna). I due leader hanno discusso degli sviluppi del conflitto a Gaza e nei Territori occupati, ma anche dell’impegno per una mediazione che punti con maggiore concretezza al cessate il fuoco permanente. 

Ma l’80esimo giorno di guerra ha visto protagonisti gli Houthi, i cosiddetti partigiani di Dio, guerriglieri yemeniti foraggiati dall’Iran. Definiti da Israele terroristi, gli Houthi hanno attaccato una nave Msc nel Mar Rosso per impedirle di raggiungere lo stato ebraico. Il gruppo yemenita ha rivendicato l’attacco tramite un portavoce secondo il quale la nave cargo Msc United «è stata «bersagliata con missili navali dopo aver ignorato tre chiamate di avvertimento». Il portavoce ha inoltre rivendicato la paternità degli Houthi nell’attacco con i droni sulla città israeliana meridionale di Eilat. Un attacco che le forze americane nella regione hanno neutralizzato, fermando 12 droni e 5 missili in arrivo su Israele dal Mar Rosso. 

Intanto, in Siria, un raid dell’Idf ha provocato in mattinata una furiosa reazione iraniana, a causa dell’uccisione del membro dei Guardiani della rivoluzione Seyyed Razi Mousavi. «Questo atto da parte del regime sionista merita una punizione», ha dichiarato il portavoce del ministero della Difesa iraniano Reza Talainik, «e i sionisti saranno tormentati dal conto alla rovescia che precederà questa vendetta».

Durante questo martedì di fuoco non sono mancati gli attacchi di Hezbollah: un missile anticarro contro Shomera, nel nord di Israele non lontano dal luogo in cui questa mattina un altro missile aveva colpito la chiesa ortodossa di Iqrit. Nove i militari dell’Idf che hanno perso la vita nel tentativo di mettere in sicurezza il custode della chiesa rimasto ferito nel primo attacco. Secondo l’Idf, poi, Hezbollah avrebbe lanciato un missile da una moschea del sud del Libano verso Dovev nel nord di Israele.

Mentre si fanno sempre più evidenti i segnali di un possibile allargamento del conflitto, il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha visitato la Striscia annunciando il pugno di ferro: «La guerra sarà ancora lunga e non ci fermeremo». Parole ascoltate con preoccupazione in Francia, dove il ministro degli Esteri ha deplorato i bombardamenti su Gaza che causano ancora troppe vittime civili.

La giornata era iniziata con le forze israeliane impegnate nei bombardamenti sui campi profughi palestinesi nel centro di Gaza. Un’azione che si pensa sia preliminare a espandere l’offensiva di terra in una nuova area. L’apertura di un potenziale nuovo fronte minaccia di portare una nuova ondata di distruzione e sfollamento in una guerra che durerà per mesi. Pesanti combattimenti si sono consumati anche anche a nord di Gaza e a sud, nella città di Khan Younis.Mar

Entra nel club, sostieni Linkiesta!

X

Linkiesta senza pubblicità, 25 euro/anno invece di 60 euro.

Iscriviti a Linkiesta Club