La pressione degli Stati UnitiIsraele ha aperto per la prima volta un varco a sud di Gaza per l’ingresso di aiuti umanitari

Il segretario della Difesa americano, Lloyd Austin, incontrerà oggi il premier Benyamin Netanyahu e il ministro della difesa Yoav Gallant con l’obiettivo di fare pressioni per passare a una fase meno intensa della guerra

(La Presse)

Per la prima volta da quando è iniziata la guerra, gli aiuti delle Nazioni Unite sono entrati a Gaza direttamente da Israele. Israele ha aperto il varco di Kerem Shalom, a sud di Gaza, per permettere l’ingresso di aiuti umanitari, mentre continuano gli attacchi sulla Striscia.

Il ministero della Sanità di Gaza, gestito da Hamas, afferma che gli attacchi aerei israeliani hanno ucciso almeno 90 persone nel campo profughi di Jabalia. Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha nuovamente respinto le richieste di cessate il fuoco, mentre la pressione sul suo governo aumenta sia in patria che all’estero. Durante il fine settimana, grandi folle si sono radunate a Tel Aviv chiedendo un nuovo accordo sugli ostaggi, mentre Regno Unito, Germania e Francia hanno chiesto la fine dei combattimenti a Gaza.

In un incontro a Tel Aviv con l’omologo israeliano, Eli Cohen, la ministra degli Esteri francese, Catherine Colonna, ha chiesto un «cessate il fuoco immediato e duraturo».

Oggi in Israele arriva il segretario alla Difesa statunitense Lloyd Austin. Gli Stati Uniti sono diventati sempre più critici nei confronti dell’operazione militare israeliana a Gaza, e Austin ha affermato che l’impatto sui civili significa che Israele rischia di sostituire «una vittoria tattica con una sconfitta strategica».

Austin incontrerà il premier Benyamin Netanyahu e il ministro della difesa Yoav Gallant con l’obiettivo di fare pressioni sul Paese per passare a una fase meno intensa e più mirata della guerra, che coinvolgerebbe gruppi più piccoli di forze specializzate. Austin andrà poi anche in Bahrein e Qatar.

Intanto continuano gli attacchi sulla Striscia. Alcuni funzionari dell’Organizzazione mondiale della sanità hanno visitato l’ospedale di Al Shifa, parlando di un «bagno di sangue» e di una situazione al collasso.

Mentre l’esercito israeliano ha detto di aver trovato un ampio sistema di tunnel, lungo circa quattro chilometri, distante 400 metri dal varco di frontiera di Erez.

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