Nella settimana pienissima parlamentare che si apre oggi, sarebbe prevista anche la ratifica del Meccanismo europeo di stabilità, all’ordine del giorno dei lavori della Camera giovedì 14 dicembre. Il tema non solo riaccende lo scontro tra maggioranza e opposizione, ma anche nello stesso schieramento di governo. Se Forza Italia si mostra più aperturista, la Lega alza le barricate.
«Penso che il 14 dicembre non discuteremo di Mes. Il negoziato sul Patto di stabilità è lontano dall’essere concluso», ha detto il capogruppo Riccardo Molinari. «La Lega pensa che il Mes sia uno strumento superato, ma aspetteremo di capire le indicazioni della Meloni in merito». Più brutale lo stop di Claudio Borghi: «Piuttosto che ratificare il Mes mi taglio una mano».
A mediare è il ministro agli Affari europei Raffaele Fitto: «Il Mes è un pezzo di un ragionamento ampio. Il Consiglio Ue deve affrontare le modifiche del bilancio e dossier rilevantissimi. Abbiamo la trattativa sul Patto di stabilità, le cose vanno raccordate. Una discussione che non tenga conto di queste due cose non ci convince».
Si profila, insomma, un nuovo rinvio. La Lega fa notare che prima del Mes, in calendario, ci sono l’approvazione del decreto Anticipi e il ddl sugli illeciti agroalimentari.
Ma l’opposizione non crede che il problema siano i tempi dell’aula. Il ritardo nell’approvazione del Mes è «una vicenda paradigmatica della propaganda ideologica di questo governo», commenta la segretaria del Pd Elly Schlein, intervistata dal Corriere.
Secondo La Stampa, il Mes sarà approvato, ma la premier Giorgia Meloni prende tempo per motivare il cambio di rotta al proprio partito e alla Lega.
Appena due mesi fa, d’altronde, la premier rassicurò i vertici della Bce: l’Italia approverà il Meccanismo di stabilità, ma alla fine di un percorso che prima consenta a Roma di soppesare bene due fattori. Il nuovo bilancio dell’Unione, di cui si discuterà da giovedì nella capitale belga, e il nuovo Patto di stabilità, anche questo ai passi finali del negoziato. In una logica di pacchetto complessivo, Roma vuole prima vedere i risultati raggiunti sugli altri due tavoli aperti.
E magari anche il coronamento di un anno di richieste sul capitolo migranti. L’obiettivo – spiega il Corriere – è quello di avere una cifra tonda, compresa fra i 2 e gli 8 miliardi di euro, per i fondi destinati alla dimensione esterna delle politiche migratorie dell’Unione europea. Sarebbe la prima volta e sarebbero risorse di cui certamente l’Italia usufruirebbe. Ma al di là della cifra sarebbe una vittoria politica, e magari consentirebbe di costruire una narrazione che porti sino all’approvazione del Mes.
Giovedì e venerdì prossimi se ne discuterà nel corso del Consiglio europeo.