Futuribile New York ospiterà presto quindici ristoranti vegetariani gestiti da robot

Ideati dal fondatore di Chipotle, gli automi permettono di limitare l’interazione umana sul processo di produzione e di vendita del cibo

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Kernel è il nuovo progetto del fondatore di Chipotle, famoso brand di fast-casual dining americano degli anni ’90, e rappresenta il suo rientro nel mercato dei ristoranti, dopo essersi dimesso dalla guida della sua storica insegna. «Abbiamo eliminato gran parte dell’interazione umana dal processo e l’abbiamo lasciata solo quando serve»: è così che spiega la rivoluzione dei robot che animerà Kernel, un ristorante vegetariano che sarà gestito principalmente da automi. Steve Ells (che ha contribuito a creare lo spettacolo America’s Next Great Restaurant sulla NBC) sta aprendo almeno quindici sedi di Kernel, la prima entro l’inizio del 2024; e pare che altri ne verranno, a New York nei prossimi due anni.

Kernel servirà panini vegetariani, insalate e contorni, preparati in uno spazio non enorme: ogni sede impiegherebbe tre lavoratori, come spiega il Wall Street Journal: «Invece della dozzina che lavorano in molti ristoranti fast-casual di questo genere». Il prezzo del menu sarà alla pari con quello di Chipotle e l’azienda pagherà di più e offrirà vantaggi migliori per gli esseri umani che lavorano rispetto ad altre catene. Insomma: meno lavoratori umani ma meglio pagati.

Come ci si aspetterebbe dall’ex Ceo di Chipotle – che ha avuto almeno cinque incidenti con patologie di origine alimentare tra il 2015 e il 2018 e che sono costate all’azienda venticinque milioni di dollari – i robot sono una soluzione: «Il design del nuovo sistema aiuta a garantire la sicurezza alimentare», ha dichiarato Ells. L’investimento di dieci milioni di dollari è importante e l’imprenditore ha attinto dai suoi fondi personali per chiudere il round totale di trentasei milioni di dollari da parte di altri investitori.

Come la vivranno i clienti? In uno studio del 2022 sul futuro della ristorazione condotto dal sito PYMNTS, su 2.500 persone intervistate, il 63 per cento è consapevole che i ristoranti siano sempre più a corto di lavoratori e il 39 per cento ha affermato che stanno diventando sempre meno personali. Di sicuro i robot non aiuteranno nell’interazione e nell’empatia.

«Mentre alcuni clienti sono entusiasti all’idea di un robot che porta il cibo al tavolo, o dell’efficienza di un chiosco per ordinare», ha scritto l’anno scorso un dipendente di un ristorante per Civil Eats, «ciò che favorisce la fedeltà dei clienti è la qualità del cibo e delle bevande e le relazioni umane che costruiscono».

Anche se il primo ristorante è sulla buona strada per aprire all’inizio del prossimo anno, un portavoce non ha ancora condiviso l’indirizzo, ma ha confermato che sarà in centro. Altri hanno segnalato uno locale tra la Quattordicesima e la Sesta Avenue in quella che era stata Dairy Queen, con una sede da aprire al 315B di Park Avenue South sulla East 24th Street.

L’entusiasmo di Kernel per i robot ha portato la sua azienda a esplorare tutte le possibilità per i lavoratori automatizzati, così come stanno facendo anche altre realtà, tra cui Sweetgreen che ha svelato la sua prima cucina completamente automatizzata in Illinois all’inizio di quest’anno. Altri stabilimenti di ristorazione stanno implementando la robotica a livello locale, tra cui Botbar Coffee a Greenpoint, Blank Street Coffee, e server robot gatti itineranti apparentemente meno insidiosi nei salotti dim sum della zona.

Sarà il futuro? Probabilmente in parte sarà una strada da percorrere per limitare il calo di vocazioni nel settore e per svolgere le attività meno impegnative.

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