«Abbiamo ottenuto il diritto di Competere. Il monopolio Uefa è finito. Il calcio è libero. I club sono ora liberi dalla minaccia di sanzioni e liberi di determinare il proprio futuro». Le parole del Ceo di A22 Sports Management, Bernd Reichart, sembrano decretare l’inizio di una nuova era nel calcio europeo. La sentenza della Corte di Giustizia dell’Unione europea ha abbattuto un monopolio vecchio di settant’anni della Uefa sull’organizzazione di competizioni calcistiche nel continente e in questo modo ha dato l’avvio a un possibile percorso di trasformazione totale dell’intera industria.
Arriva subito l’annuncio di una nuova proposta per le competizioni della Superlega, che saranno multilivello, sia maschili sia femminili. La Superlega maschile prevede almeno per ora la partecipazione di sessantaquattro club, divisi in tre livelli – quindi tre campionati.
I primi due livelli sono la Star League (quella che dovrebbe soppiantare la Champions League della Uefa) e la Gold League. Entrambe le leghe sono composte da sedici squadre. Mentre il terzo livello, la Blue League, da trentadue. Non ci sono membri permanenti e ogni anno ci sarà il più classico dei percorsi di promozione e retrocessione tra i tre livelli. Con un dettaglio su tutti: la promozione nella Blue League, il terzo livello, si baserà sui risultati ottenuti nel campionato nazionale, quindi anche le squadre più piccole con una buona stagione potranno qualificarsi per il terzo livello della Superlega.
Si giocheranno partite in casa e fuori in gironi da otto squadre, garantendo quindi un minimo di quattordici partite all’anno per ogni club. Poi la fase a eliminazione diretta, che a fine stagione determinerà i campioni di ogni lega e i club da promuovere al livello superiore: non ci sarà un incremento dei giorni di calendario delle partite rispetto a quelli previsti dalle competizioni attuali e le partite infrasettimanali non interferiranno con i calendari dei campionati nazionali. Si giocherà da settembre ad aprile, con i playoff che finiranno a maggio.
In particolare, le due squadre che finiranno ultime nei due gironi della Star League retrocedono e vengono sostituite dalle due finaliste della Gold League, e le due squadre che arriveranno ultime nella Gold League retrocedono, sostituite dalle due finaliste della Blue League. E ogni anno venti squadre su trentadue della Blue League escono dalla competizione e vengono sostituite da venti nuove squadre in base ai rispettivi campionati.
«Nel primo anno della competizione», si legge nel comunicato diramato da A22, «i club saranno selezionati in base a un indice con criteri trasparenti e basati sulle prestazioni. Saranno introdotte efficaci regole di sostenibilità finanziaria e processi di applicazione trasparenti per garantire condizioni di parità tra i club partecipanti».
La competizione femminile comprenderà gli stessi elementi chiave dei campionati maschili, quindi leghe Star e Gold a sedici squadre, divise in gruppi da otto. Ma senza il terzo livello, almeno per ora. Anche qui ci saranno promozioni e retrocessioni annuali tra i due campionati, con la promozione in Gold League basata sui risultati ottenuti nel campionato nazionale.
La connessione diretta con le leghe nazionali è un punto chiave. Intanto sotto il profilo comunicativo: un messaggio accomodante rispetto ai campionati, per far capire che il verso bersaglio da picconare è la Uefa. Ma anche dal punto di vista strettamente sportivo. Nella sua prima formulazione, quella di due anni e mezzo fa, non era ben chiaro quale sarebbe stato il legame tra competizioni nazionali e la Superlega stessa. In questa nuova formulazione invece è specificato.
Alla base di tutto il progetto c’è ovviamente l’aspetto economico, con guadagni sensibilmente più alti per tutti i partecipanti. «Per garantire la stabilità nella fase iniziale delle competizioni, i ricavi durante i primi tre anni della nuova competizione saranno garantiti per un importo superiore a quello attualmente previsto nel prossimo ciclo. I pagamenti di solidarietà saranno pari all’otto per cento dei ricavi della Lega, con una somma minima di quattrocento milioni di euro, più del doppio dell’importo distribuito dall’attuale competizione paneuropea», si legge nel comunicato.
Dal punto di vista degli spettatori sarà interessante anche capire il modello che A22 propone. L’idea sembra quella di voler creare la più grande piattaforma di streaming sportivo direct-to-fan al mondo – avrebbe anche già un nome: Unify – dove trasmettere gratuitamente le partite della Superlega. Sarebbe il più classico dei modelli freemium, con una piattaforma digitale che renderà più democratico l’accesso al calcio in diretta. Sulla stessa piattaforma dovrebbe esserci anche la possibilità di vedere highlights, approfondimenti e analisi delle partite, contenuti specifici sui singoli club e molto altro. In questo modo anche il calcio femminile, da anni in ascesa ma ancora con un giro d’affari che è una frazione della controparte maschile, si troverebbe in una condizione di grande visibilità, consentendo a tutto il movimento di crescere, farsi vedere e avvicinarsi ai tifosi.
Più in generale, è evidente che l’attuale schema di distribuzione dei diritti tv si sia incartato di fronte alla moltiplicazione di pacchetti e offerte che non rispecchiano una molteplicità dell’offerta – che contribuirebbe a moderare i prezzi del mercato – ma ha portato soprattutto aumenti dei costi per i consumatori e una minor accessibilità al prodotto calcio.
«La piattaforma di streaming genererà entrate dalla pubblicità, dagli abbonamenti premium, dalle partnership di distribuzione, dai servizi interattivi e dagli sponsor», dice Reichart. «Le partnership di distribuzione saranno una componente fondamentale dell’esperienza Unify, per garantire la facilità di accesso ai fan».