Il voto per le presidenziali finlandesi non ha riservato nessuna grossa sorpresa e il verdetto su chi sarà il successore di Sauli Niinistö è rimandato, come era prevedibile, di due settimane. Il prossimo 11 febbraio, si affronteranno al ballottaggio l’ex Primo Ministro liberal-conservatore Alexander Stubb e l’ex Ministro degli Esteri Pekka Haavisto, dei Verdi. L’incognita che gravava sul primo turno di domenica era la possibile rimonta del candidato arciconservatore Jussi Halla-Aho, presidente del parlamento finlandese, che nell’ultima settimana è avanzato rapidamente nei sondaggi insidiando il secondo posto.
Alla fine, Stubb si è imposto conquistando il 27.2 per cento, dei consensi, mentre Haavisto è rimasto staccato di 1.4 punti (quasi cinquantamila voti). Haavisto ha migliorato lo score indicato dagli ultimi sondaggi, anche grazie al voto tattico di chi lo ha preferito alle due candidate della Federazione della Sinistra e del Partito Socialdemocratico. Halla-Aho, sostenuto dai Veri Finlandesi, alleati di Giorgia Meloni al Parlamento Europeo, ha ottenuto il diciannove per cento, ovvero il miglior risultato mai ottenuto da un candidato di bandiera del partito. In crescita anche l’affluenza, al settantuno per cento, ovvero il miglior score degli ultimi ventiquattro anni.
Rispetto ai sondaggi e al consenso in declino del Partito di Centro, è andato bene anche l’ex Commissario Europeo Olli Rehn, che tuttavia non ha nascosto il proprio disappunto al termine della maratona elettorale: con il suo 15.32 per cento, Rehn è fuori anche dal platonico podio. Male le due candidate di sinistra: la Commissaria Europea per lo Sviluppo, Jutta Urpilainen (Socialdemocratici) e l’ex Ministra per l’Educazione Li Andersson (Federazione della Sinistra) sono arrivate appaiate attorno al quattro per cento. Lontanissimo dalle sue ambizioni iniziali anche l’indipendente Aaltola, esperto di politica internazionale che fino allo scorso anno era indicato come possibile contendente per un posto al ballottaggio, finito in zona “prefisso telefonico” assieme alla cristiano-democratica Essayah e al libertario Harkimo.
Nelle principali città si impone Haavisto che ha prevalso ad Helsinki, Turku e Tampere; il candidato del centro-destra Stubb ha avuto la meglio nella regione metropolitana attorno ad Helsinki comprendente Vantaa ed Espoo, mentre nelle regioni del Nord il più votato è stato Olli Rehn.
Jussi Halla-Aho ha prevalso fra i giovani, circostanza evidenziata dal fatto che il candidato dell’ultradestra ha ottenuto ben il ventitré per cento dei voti depositati nel giorno della scadenza elettorale a differenza di Stubb e Haavisto che hanno conquistato il maggior numero di consensi fra i voti depositati in anticipo, scelta effettuata prevalentemente dalle persone più anziane. Halla-Aho è stato il secondo candidato più votato (di poco dietro Stubb) fra i circa novantacinquemila minorenni, che due settimane prima hanno svolto una simulazione del voto presidenziale.
Alexander Stubb, di fronte alle telecamere della tv di stato Yle, si è mostrato sereno nonostante il primo posto ottenuto: «Se vogliamo fare un paragone sportivo, è come se avessimo vinto una semifinale. Adesso ci aspetta la finale ed è una partita completamente diversa. Dobbiamo mantenere l’umiltà e il rispetto per il candidato avversario». Sulla stessa linea il suo sfidante Haavisto: «Credo che il secondo turno si giocherà sulle caratteristiche personali dei candidati più che sulle posizioni politiche».
Non a caso, Stubb e Haavisto rappresentano entrambi le anime più centriste dei rispettivi partiti e, a fare la differenza, sarà il loro appeal nei confronti dell’elettorato: il presidente della Repubblica, in Finlandia, mantiene un certo peso nella politica internazionale del paese ed entrambi sostengono l’appartenenza della Finlandia all’Unione Europea e il recente ingresso di Helsinki nella Nato. I due, inoltre, hanno preferito presentarsi come candidati indipendenti raccogliendo le ventimila firme necessarie, anziché assicurarsi la candidatura attraverso i gruppi parlamentari.
In vista del secondo turno, Stubb parte coi favori del pronostico dettati sia dal vantaggio ottenuto domenica, sia dalla possibilità che i voti di Halla-Aho e Rehn convergano su di lui, sebbene nessuno dei due candidati abbia dato indicazioni ufficiali di voto. Storicamente, gli elettori del Partito di Centro tendono a sostenere i candidati di Coalizione Nazionale al ballottaggio.
L’incognita sui sostenitori di Halla-Aho è ciò che mantiene accese le speranze per Pekka Haavisto: virtualmente alleati di governo con Coalizione Nazionale, i Veri Finlandesi difficilmente sosterranno un candidato ambientalista e apertamente omosessuale, d’altro canto Stubb è un personaggio decisamente lontano dalla retorica nazionalista e questo potrebbe far sì che gli elettori dell’ultra-destra rimangano a casa in occasione del ballottaggio. Quasi scontato il sostegno di socialdemocratici e sinistra nei confronti di Haavisto, ma potrebbe non bastare.
Secondo il barometro elettorale della Yle, Stubb e Haavisto convergono almeno in parte sui temi ambientali e sui diritti civili, mentre il candidato verde è meno entusiasta rispetto al suo avversario sul posizionamento di truppe Nato e armi nucleari sul territorio finlandese.