In vista del consiglio europeo straordinario del 1 febbraio, Giorgia Meloni ha chiamato il premier ungherese Viktor Orbàn per parlare anche del caso della trentanovenne milanese Ilaria Salis, detenuta da un anno a Budapest con l’accusa di aver aggredito due estremisti di destra che rischia fino a ventiquattro anni di carcere. Le foto e i video dell’udienza in cui l’imputata è stata portata in Aula con vistose manette e catene a piedi e mani, hanno creato scandalo per il mancato rispetto della dignità umana.
Il ministero degli Esteri italiani sta lavorando per convincere la magistratura ungherese ad adottare misure alternative al carcere come la richiesta dei domiciliari da scontare in Italia. La domanda sarà reiterata dall’ambasciatore italiano a Budapest Manuel Jacoangeli, dopo esser stata negata lo scorso giugno. «Il nostro ambasciatore ha chiesto al ministro della Giustizia ungherese di chiedere al procuratore generale di valutare le condizioni di detenzione di Ilaria Salis e di riferirgli a stretto giro. Aspettiamo una risposta», ha dichiarato il ministro degli Esteri Antonio Tajani.La prossima udienza sarà il 24 maggio.
In una nota alla stampa, il servizio penitenziario ungherese ha definito false le accuse di aver leso la dignità di Salis con condizioni inumane in carcere e definisce «triste e immorale» la decisione di riportare queste notizie senza sentire la controparte ungherese. Il riferimento del servizio penitenziario è alla ex compagna di cella di Salis, Carmen Giorgio che ha confermato l’uso di catene per gli imputati e rivelato in una intervista a Repubblica dei maltrattamenti: «Ragazze che rientravano in cella piangendo, con i lividi, perché erano state picchiate. Altre rinchiuse nell’isolamento della “fogda”: una stanza piccolissima videosorvegliata e solo con il letto da cui tolgono il materasso alle sei di mattina e te lo ridanno alle nove di sera. Una sporcizia bestiale, urla, offese, persone trattate come cani».
Il ministero degli Esteri ha avviato dal 22 gennaio una serie di iniziative diplomatiche per fare pressione su Budapest, nel pieno rispetto dell’indipendenza e dell’autonomia della magistratura ungherese. Il 2 febbraio il presidente del Senato Ignazio La Russa incontrerà il padre di Ilaria Salis, Roberto che oggi in una intervista a Repubblica ha rivelato che l’Ambasciata italiana avrebbe partecipato ad almeno quattro udienze in cui Ilaria è stata portata dal giudice in quelle condizioni disumane».