I deputati del Parlamento europeo hanno adottato il proprio mandato negoziale sul nuovo Patto di stabilità, con l’obiettivo di dare priorità agli investimenti e migliorare la credibilità del sistema. Con quattrocentotrentuno voti a favore, centosettantadue contrari e quattro astenuti la Plenaria ha dato il via libera alla posizione negoziale dell’Eurocamera sul Patto di stabilità.
Nel testo, i deputati propongono di stabilire dei valori numerici chiari per definire la riduzione necessaria del debito eccessivo e consentire nuove deviazioni dal percorso fissato, con l’obiettivo di garantire ai Paesi dell’Unione un maggiore margine di investimento. Nel testo si propone inoltre un periodo supplementare di dieci anni per completare la riduzione del debito eccessiva, e vengono istituite nuove procedure per aumentare la titolarità nazionale dei piani strutturali di riduzione.
Con il sì dell’Assemblea possono iniziare i triloghi – ovvero i negoziati tra Eurocamera e Consiglio Ue, con la mediazione della Commissione – per arrivare ad un testo che riassuma l’intesa dello scorso dicembre tra i ventisette Paesi membri e il testo approvato oggi a Strasburgo.
«Con l’avvicinarsi delle elezioni europee e la disattivazione della clausola di salvaguardia, è importante e urgente portare a termine questo dossier e fornire chiarezza e prevedibilità alla politica fiscale», aveva chiesto il Commissario europeo agli Affari economici Paolo Gentiloni, intervenendo in aula. «Non perdiamo di vista l’obiettivo finale: un quadro riformato, che consenta una graduale riduzione del debito, lasciando al contempo spazio ai massicci investimenti pubblici di cui l’Europa ha bisogno».
L’ex presidente del Consiglio italiano ha poi spiegato che in vista dei triloghi sarà fondamentale preservare la logica delle proposte della Commissione europea, soprattutto per quanto riguarda quattro aspetti: «Passare a un approccio differenziato basato sul rischio per garantire una riduzione realistica e sostenibile del debito; creare forti incentivi agli investimenti e alle riforme per sostenere la crescita sostenibile; rafforzare l’autonomia nazionale; sviluppare meccanismi di applicazione credibili».
L’accordo nei triloghi «va raggiunto entro la prima metà di febbraio se vogliamo concludere il processo legislativo in questa legislatura», ha continuato Gentiloni.
Intanto proprio la Commissione europea, ha spiegato la presidente Ursula von der Leyen, sta preparando un progetto di riforma dei trattati in vista di un’ulteriore allargamento dell’Unione a nuovi Stati membri. «Inizieremo anche a elaborare le nostre riforme per preparare un’Unione di oltre trenta Stati membri», ha detto la presidente. E va ricordato che a dicembre è stato raggiunto un accordo per aprire i negoziati di adesione con Ucraina e Moldavia. Anche altri Paesi come la Georgia e sei nazioni dei Balcani occidentali si trovano in fasi diverse del processo di allargamento durante il quale i paesi candidati devono soddisfare le rigide condizioni dell’Unione.