Another BricsL’unione delle economie emergenti inizia la sua era putiniana: fa entrare l’Iran e altri Paesi a rischio democratico

L'organismo rappresenta gli stati più popolosi e ricchi di materie prime. La presidenza russa e l'arrivo della Teocrazia di Theran ora mettono le basi per un vero blocco anti-occidentale

L’Iran è ufficialmente membro del gruppo Brics (Brasile, Russia, India, Cina e Sud Africa) ovvero l’organismo che aggrega le economie emergenti. Con l’Iran sono entrati anche Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti, Etiopia ed Egitto. All’alba del 2024 quindi molti Paesi coinvolti a diverso titolo nei principali conflitti fanno squadra, presieduti dalla Russia che ha assunto la presidenza il primo giorno dell’anno. Secondo l’agenzia di stampa Isna, l’Iran invierà diversi funzionari alla prossima riunione del gruppo, prevista a Mosca per il 30 gennaio. Doveva essere della compagnia anche l’Argentina ma all’ultimo, venerdì 30 dicembre, si è ritirata.

Il gruppo Brics è nato nel 2009 e ha come obiettivo quello di “costruire un ordine mondiale multipolare”, sfidando il dominio del dollaro. A questo punto ne fa parte quasi la metà della popolazione mondiale.

Ma potrebbe crescere e, secondo Vladimir Putin, una trentina di altri Paesi sono disposti ad aderire. Così ha detto in un messaggio per l’inizio della presidenza russa. «Si tratta di una dimostrazione convincente del prestigio raggiunto dal gruppo e del suo ruolo centrale negli affari mondiali», ha affermato Putin. «Adotteremo tutte le misure possibili affinché, preservando le tradizioni e guidati dall’esperienza accumulata dal gruppo negli anni precedenti, si possa garantire e facilitare l’integrazione armoniosa dei nuovi partecipanti in tutte le forme delle sue attività».

Il fatto più evidente è che i Paesi del gruppo non possono essere considerati delle democrazie compiute. Nelle ultime 24 ore cinque uomini sono stati impiccati nel carcere iraniano di Karaj. La motivazione si basa su quattordici casi di rapina a mano armata avvenuti in diverse città del Paese. Lo ha fatto sapere il giudice capo della provincia di Alborz, Hossein Fazeli Harikandi e lo riporta l’agenzia di stampa Irna. Gli uomini erano accusati anche di spaccio di droga, banditismo, furto di bestiame e sono stati catturati nelle province occidentali di Qom, Hemedan, Lorestan e Khuzestan.

In questi giorni gli osservatori hanno registrato un crescente aumento della aggressività del Paese degli ayatollah. La Marina iraniana ha appena inviato il cacciatorpediniere Alborz nel Mar Rosso, secondo quanto riporta l’agenzia iraniana Tasnim. Dopo aver attraversato lo stretto di Bab-el-Mandeb la nave è entrata nel tratto di mare dove, da una decina di giorni i ribelli yemeniti Houthi (foraggiati dall’Iran) puntano i lanciamissili contro le imbarcazioni commerciali dirette in Israele. La guerra di Israele contro Hamas rischia sempre più di espandere il conflitto nella regione e i Brics sembrerebbero andare oltre il business e costituire un potente blocco anti-occidentale.

Le tensioni nel Mar Rosso, luogo di transito di materie prime e forniture energetiche verso l’Europa e il Mediterraneo (Italia compresa: oltre il 50 per cento dei traffici marittimi italiani passano dal Canale di Suez), indicano che l’economia e l’accaparramento delle materie prime influenzeranno in modo rilevante gli equilibri geopolitici.

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