Ci sono voluti mesi di ostruzionismo e trattative diplomatiche ai limiti dell’impossibile, ma finalmente ieri sera il parlamento turco ha ratificato il protocollo d’ingresso della Svezia nella Nato. La ratifica – arrivata con duecentottantasette voti favorevoli, cinquantacinque contrari e quattro astensioni su seicento membri totali – è uno step importante in vista della definitiva adesione di Stoccolma all’Alleanza Atlantica. Mancherebbe ancora la firma del presidente turco Recep Tayyip Erdoğan, ma dovrebbe essere solo una formalità.
La Turchia si è opposta a lungo all’ingresso della Svezia nell’alleanza, accusando per quasi due anni il governo svedese di sostenere e accogliere membri di alcune organizzazioni curde che il governo di Erdoğan ritiene terroristiche. In questi mesi Stoccolma ha adottato diverse misure per mitigare le obiezioni della Turchia, arrivando perfino a modificare la sua Costituzione in modo da consentire leggi antiterrorismo più severe.
C’è bisogno che tutti i parlamenti nazionali dei Paesi membri diano la loro approvazione e ancora manca l’approvazione dell’Ungheria, l’altro Paese che insieme alla Turchia si è opposto. Prima del voto di martedì in Turchia, il primo ministro ungherese Viktor Orban aveva invitato il primo ministro svedese Ulf Hjalmar Kristersson a Budaest per trattare in qualche l’adesione della Svezia, alludendo alla possibilità di richieste di concessioni in cambio del proprio sostegno.
In più, di recente alcuni funzionari ungheresi hanno fatto sapere che l’Ungheria non sarebbe rimasta come ultimo baluardo contro l’adesione della Svezia alla Nato se la Turchia avesse cambiato idea: la speranza è che ora possano mantenere la parola. Va ricordato però che Viktor Orbán è di fatto l’unico partner affidabile del Cremlino nell’Unione europea e appena il mese scorso ha posto il veto al piano di Bruxelles per dare all’Ucraina un ulteriore finanziamento da cinquantadue miliardi di dollari.
Come scrive il New York Times, «l’approvazione del disegno di legge segna un grande momento per la Nato, dal momento apre la strada all’espansione della sua deterrenza contro la Russia in un momento in cui alcuni dei suoi membri stanno facendo una gran fatica a fornire all’Ucraina armi sufficienti per respingere l’invasione russa».
L’adesione della Svezia aprirebbe un vasto tratto di territorio a potenziali operazioni militari da parte dell’alleanza ed estenderebbe ulteriormente l’area in cui scatta la protezione automatica degli alleati. «Essere un alleato a pieno titolo significa che se la Svezia è sotto pressione o viene attaccata, non si discute se la Nato la difenderà», ha detto Camille Grand, ex assistente segretario generale dell’Alleanza, al New York Times. «Come vediamo molto chiaramente con l’Ucraina, puoi essere il partner più vicino alla Nato, ma se non sei un alleato, il dibattito è diverso».