Il summit dei leaderGuerre e clima nell’agenda del World Economic Forum di Davos

Gli ospiti più attesi sono il presidente ucraino Volodymyr Zelensky e quello israeliano Isaac Herzog, per affrontare la questione dei conflitti in Ucraina e Medio Oriente. “Ricostruire la fiducia” è il tema principale delle oltre duecento sessioni di lavoro previste

(La Presse)

Inizia lunedì 15 gennaio in Svizzera la 54esima edizione del World Economic Forum, che durerà fino a venerdì 19 gennaio. Saranno presenti più di sessanta capi di Stato, oltre 2.800 personalità di spicco tra economisti, banchieri e politici, che discuteranno delle sfide globali, tra cui i conflitti in corso e la crisi climatica. Nell’attuale contesto di forte insicurezza globale, “Ricostruire la fiducia” è il tema principale delle oltre duecento sessioni di lavoro previste.

Tra i partecipanti più noti ci sono il presidente francese Emmanuel Macron, il premier spagnolo Pedro Sanchez, la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, il segretario di Stato statunitense Anthony Blinken e António Guterres, Segretario generale delle Nazioni unite (Onu), nonché il premier cinese Li Qiang. Ma gli ospiti più attesi sono il presidente ucraino Volodymyr Zelensky e quello israeliano Isaac Herzog, per affrontare la questione dei conflitti in Ucraina e Medio Oriente.

«In un momento in cui le sfide globali richiedono soluzioni urgenti, è necessaria una collaborazione innovativa tra pubblico e privato per trasformare le idee in azioni», ha detto Børge Brende, Presidente del Wef. Le molte guerre in corso hanno minato la sicurezza globale ed economica e minacciato la cooperazione internazionale e ora più che mai c’è bisogno di un’azione collettiva.

Zelensky terrà per la prima volta di persona un «discorso speciale» nel pomeriggio del 16 gennaio, ma già dal 14 gennaio settanta funzionari governativi daranno il via ai colloqui per discutere delle possibili soluzioni per la guerra contro la Russia, che ha causato una serie di problemi per la sicurezza e per l’economia globale, tra cui la crisi energetica in Europa.

In agenda c’è ovviamente anche la guerra in Medio Oriente che, oltre a minacciare gravemente la sicurezza e i rapporti diplomatici in tutta la regione, rischia di allargarsi ad altri Stati. E in parte questo sta già avvenendo, con il conflitto contro i ribelli Houthi dello Yemen nel Mar Rosso, armati dall’Iran, che con i loro attacchi minacciano il commercio globale in una delle più importanti rotte commerciali al mondo, spingendo Stati Uniti e Gran Bretagna a intervenire con la forza.

A Davos si parlerà molto anche della crisi climatica. I leader globali sono chiamati a trovare soluzioni collettive a lungo termine. La First Movers Coalition, dalla sua fondazione con 35 membri fondatori, si è espansa in modo significativo comprendendo ora più di 95 membri privati. Insieme, questi imprenditori privati hanno assunto un totale di 120 impegni. Come parte delle iniziative integrate nell’agenda del World economic forum, questa coalizione rappresenta uno sforzo collettivo che porta le aziende a decarbonizzare i settori ad alte emissioni e a far avanzare le tecnologie climatiche emergenti. «Si tratta di rimboccarsi le maniche e condividere dilemmi, ma anche soluzioni», ha detto Jesper Brodin, Ceo di Ikea.

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