Appello alla democraziaLe sanzioni economiche alla Russia accorciano i tempi della guerra, dice Zelensky

Dal World Economic Forum di Davos, il presidente ucraino ha ricordato quanto sia importante continuare a sostenere militarmente Kyjiv e isolare Mosca. «Dobbiamo investire nella pace e in un ordine mondiale giusto», ha aggiunto

AP/Lapresse

L’Occidente si è fatto intimorire dalle minacce russe e ha tardato a usare le sanzioni nei confronti di Mosca, facendo di fatto il gioco di Vladimir Putin e degli oligarchi. L’accusa arriva da Volodymyr Zelensky, che ha parlato davanti alla platea dell’Hotel Edelweiss di Davos, in Svizzera, dove si sta svolgendo il World Economic Forum. «Si è perso troppo tempo con le sanzioni per paura delle minacce della Russia, nessuna delle quali si è materializzata», ha detto il presidente ucraino. «Quando volevamo interrompere il corridoio per Kaliningrad ci è stato detto di no per il timore di una escalation, quando volevamo più armi dicevano che non bisogna rischiare un’escalation – ha detto Zelensky – e invece non c’è stata alcuna escalation e tutte le minacce russe si sono risolte in nulla. Abbiamo perso tempo, molte sanzioni sono state ritardate di mesi quando invece si potevano infliggere forti perdite alla Russia e insegnarle una lezione. A oggi l’industria nucleare della Russia, unico Paese al mondo a prendere ostaggio una centrale nucleare, non è sotto sanzioni. Persino i missili che la Russia produce e acquista contengono componenti occidentali, come è possibile questo due anni dopo l’inizio della guerra?».

Poi ha insistito sul piano militare: «L’Ucraina e dovrebbe raggiungere una superiorità aerea sulla Russia, proprio come abbiamo ottenuto quella nel Mar Nero», ha aggiunto. «Possiamo farlo, i partner sanno ciò di cui abbiamo bisogno e quali quantità. Permetterebbe progressi sul terreno. Due giorni fa abbiamo provato che possiamo colpire aerei russi che non erano stati abbattuti finora. È fondamentale perché ogni riduzione della pressione sull’aggressore aggiunge anni alla guerra, mentre ogni investimento nella fiducia dei difensori accorcia il conflitto».

Un paio di giorni fa Nahal Toosi su Politico aveva fatto notare come Zelensky arrivasse a Davos – a cui partecipa per la prima volta in presenza, con una delegazione numerosa – quasi da comparsa, con la speranza di riguadagnare visibilità in una fase in cui il suo Paese sta lentamente sta sparendo dalle cronache quotidiane, o comunque vede ridimensionato il suo protagonismo. «Il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, un tempo era il beniamino dell’élite globale. Ora cerca di evitare di essere solo un altro spettatore alla loro festa. Tra le montagne svizzere sono due i temi che ora attirano gran parte dell’attenzione: la guerra tra Israele e Hamas e la corsa alla Casa Bianca, sottolinea l’edizione europea della testata giornalistica americana, secondo cui la guerra in Ucraina, che si appresta ad entrare nel terzo anno, non è più ogni giorno sulle prime pagine dei giornali, mentre gli aiuti finanziari e militari dell’Occidente a Kyjiv si fanno sempre più incerti».

Ma il forum di Davos offre a Zelensky l’opportunità per ribadire che l’Ucraina merita ancora attenzione e sostegno da parte dell’Occidente, perché la sua lotta per la democrazia è la lotta dell’intero mondo libero. «Un uomo, da solo, ha rubato almeno tredici anni di pace, sostituendoli con dolore, dolore, dolore e crisi che colpiscono il mondo intero», ha detto Zelensky. «Putin impersona la guerra, è la sola ragione per cui il conflitto resiste a ogni tentativo di negoziati di pace. Ma Putin non cambierà, perché solo gli esseri umani possono cambiare».

Domenica, alla vigilia del World Economic Forum, il presidente ucraino ha presentato il suo piano di pace davanti ai rappresentanti di una settantina di Paesi. «Si tratta del quarto incontro di questo tipo ed è estremamente importante che ognuno di essi riunisca più partecipanti», ha detto, sottolineando la presenza di rappresentanti di Paesi di America Latina, Africa, Asia e Oceania insieme a inviati degli alleati dell’Ucraina in Europa e Nord America.

La Formula di Pace Ucraina è un documento in dieci punti che ha l’obiettivo di ripristinare l’integrità territoriale e la sicurezza del Paese e dei suoi abitanti dopo l’invasione russa. Ciascuno dei punti propone che i Paesi che lo sostengono lavorino per raggiungere un obiettivo, tra cui il ritiro delle truppe russe, il ripristino della sicurezza energetica e nucleare, la sicurezza alimentare. «Dobbiamo combattere tutti insieme Putin, perché le sue ambizioni sono oscure, ma noi dobbiamo investire nella pace e in un ordine mondiale giusto», ha detto ancora il presidente ucraino.

L’intervento di Zelensky è iniziato nel primo pomeriggio, al centro di una giornata fitta di impegni a Davos. Dove hanno parlato, tra gli altri anche la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen e il Segretario di Stato statunitense Antony Blinken, che a proposito dell’Ucraina e dell’invio di nuovi aiuti militari ha detto: «Siamo determinati a mantenere il nostro sostegno all’Ucraina e lavoriamo molto strettamente con il Congresso su questo. So che i nostri colleghi europei faranno lo stesso».

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