Ai Act e i suoi fratelliCosì le nuove norme digitali Ue difendono i cittadini europei

Negli ultimi anni Bruxelles ha approvato una serie di regolamenti per proteggere i cittadini dall'influenza negativa degli algoritmi sui social media, tutelare i minori dalla pubblicità mirata e garantire ai consumatori un maggiore controllo sui contenuti e gli annunci pubblicitari che vedono online

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Tra pochi mesi, il Parlamento europeo tornerà a rinnovarsi e tale appuntamento accende sempre i riflettori sul ruolo dell’Europa e sulle sfide che la attendono, in particolare sulle impasse in cui talvolta appare frenata, dalla politica estera all’ambiente. Occorre però riconoscere che, almeno sul fronte dei tentativi di regolamentazione della vita digitale, l’Europa risulta profondamente trasformata dalle riforme europee che sono state varate negli ultimi anni. Se le ultime settimane sono state connotate dalla finalizzazione dell’AI Act, nei mesi precedenti sono entrate in vigore norme come il Digital Services Act e il Digital Markets Act: uno degli effetti più recenti è il Transparency Database in cui è possibile monitorare le scelte intraprese dalle piattaforme per moderare i contenuti che ospitano così da contrastare i fenomeni delle fake news e dell’hate speech.

L’obiettivo di questo sforzo legislativo è chiaro: imprimere maggiore trasparenza, sicurezza e competitività nel panorama digitale dominato da colossi americani e cinesi. Un’Europa digitale più consapevole e responsabile, in cui cittadini e imprese possano finalmente giocare un ruolo attivo.

Come cittadini, grazie al Digital Services Act entrato in vigore nel 2023, è possibile limitare l’influenza degli algoritmi sui social media, visualizzando i contenuti in ordine cronologico e non solo in base alla popolarità, una misura volta a contrastare la diffusione di contenuti divisivi e la creazione delle bolle informative. Anche la tutela dei minori è stata rafforzata: le pubblicità non debbono più basarsi su comportamenti o interessi personali, ma solo su criteri generali come la localizzazione. Inoltre, ogni utente può ora comprendere le ragioni per cui visualizza un certo annuncio o contenuto e può segnalarlo come inappropriato. Le Librerie Inserzioni di Meta, Google e TikTok offrono una forma di controllo pubblico, permettendo di monitorare i messaggi promossi e le spese sostenute per la pubblicità politica e sociale.

Le nuove norme europee non si limitano a tutelare i cittadini, ma intervengono anche a favore delle imprese. Il Digital Markets Act, operativo a partire dal 2024, sanzionerà pratiche anticoncorrenziali come l’utilizzo dei dati di vendita da parte di grandi marketplace (es. Amazon) per creare offerte private label. Inoltre, gli algoritmi di ricerca non potranno più favorire i servizi offerti dalle piattaforme, come quelli pubblicitari o logistici. Proprio in queste settimane, si assiste al cambiamento dei risultati locali di Google che incorporano recensioni provenienti da servizi diversi da quelli offerti dal motore di ricerca. La riforma si pone il compito di restituire agli utenti il controllo del proprio smartphone, permettendo di scegliere metodi di pagamento alternativi a quelli del sistema operativo all’interno delle app. 

Numerose sono le specifiche norme che, negli anni, sono state introdotte per agevolare le imprese e favorire la creazione di un mercato unico digitale: il regime fiscale semplificato “One-Stop-Shop” (OSS) facilita la gestione delle vendite online nel mercato unico e nuove responsabilità sono state date dai marketplace che debbono adempiere agli obblighi legati alla riscossione e comunicazione dei dati IVA. Inoltre, il Regolamento “Platform2Business”, gestito in Italia dall’Agcom, permette di presentare reclami contro le piattaforme digitali. 

Nonostante i progressi compiuti, molte questioni rimangono irrisolte, prima fra tutte quella della tassazione e, del resto, l’avvento dell’Intelligenza Artificiale apre inoltre nuovi scenari che necessitano di un’attenta regolamentazione. L’Europa ha comunque intrapreso una direzione decisa verso un futuro digitale più sicuro, trasparente e competitivo. 

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