Le proteste al ViminaleDopo le manganellate sugli studenti, Mattarella telefona a Giorgia Meloni

Il richiamo del Quirinale per ora non ha portato la premier a intervenire sulle cariche a Pisa e Firenze. Matteo Salvini risponde: «È un delinquente chi picchia gli agenti». La procura di Pisa ha aperto un’indagine senza ipotesi di reato, mentre domenica sera si è tenuto un corteo intorno al Viminale per chiedere le dimissioni del ministro Piantedosi

Foto Roberto Monaldo / LaPresse

Sergio Mattarella non solo ne ha parlato con il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, colloquio reso pubblico con toni molto duri. Ma il presidente della Repubblica ha anche telefonato alla presidente del Consiglio Giorgia Meloni.

L’allarme del Capo dello Stato sui fatti dello scorso venerdì, con le manganellate della polizia contro i cortei pro Palestina degli studenti a Firenze e Pisa, è stato condiviso anche con la premier. E nel pomeriggio di sabato ha scelto di far conoscere all’opinione pubblica, con una nota dai toni durissimi, la sua preoccupazione. «L’autorevolezza delle forze dell’ordine non si misura sui manganelli ma sulla capacità di assicurare sicurezza tutelando, al contempo, la libertà di manifestare. Con i ragazzi i manganelli esprimono fallimento».

Un richiamo che non ha indotto finora Meloni a intervenire e che non sembra smuovere troppo né Fratelli d’Italia né la Lega, fa notare Repubblica. E così ieri il vicepremier Matteo Salvini ha fatto l’esatto contrario: «È giusto analizzare se sia stato fatto tutto, se qualcuno ha ecceduto, ma non è accettabile che chi rischia la propria vita per la sicurezza e la democrazia venga tirato in ballo nella contesa politica. Giù le mani da uomini e donne in divisa», ha spiegato a margine della scuola di formazione politica della Lega. «Poliziotti e carabinieri sono quotidianamente vittime di violenza fisica e verbale. Chi mette le mani addosso a un poliziotto o un carabiniere è un delinquente», ha aggiunto il vicepremier, senza dire la propria opinione su quel che è successo tre giorni fa.

Fatti sui quali ora sta indagando la procura di Pisa. Insieme con numerosi video postati online e in onda sui tg nazionali e locali e le testimonianze dei ragazzi picchiati durante il corteo non preavvisato in Questura e non autorizzato saranno ora al centro delle indagini: un’intera squadra del Reparto mobile di Pisa potrebbe finire già oggi sotto inchiesta. Secondo quanto riporta il Corriere, sono una quindicina i poliziotti, compreso il capo squadra e uno dei responsabili dell’ordine pubblico incaricato della sorveglianza della piazza, sui quali si concentra l’attenzione degli inquirenti dopo che ieri la Questura ha inviato un’informativa su quanto accaduto. Già oggi i pm pisani, guidati dal procuratore Giovanni Porpora, potrebbero iscrivere i primi indagati sul fascicolo, al momento aperto senza ipotesi di reato.

Intanto domenica sera davanti al Viminale a Roma si è tenuto un corteo di protesta, a cui hanno partecipato circa duemila persone, soprattutto studenti, superiori e universitari, per esprimere il proprio dissenso nei confronti del ministro dell’Interno Matteo Piantedosi e chiederne le dimissioni. La manifestazione davanti al Viminale di domenica sera è stata organizzata dall’associazione studentesca “Rete degli studenti medi”. E hanno partecipato anche l’Anpi, l’associazione nazionale partigiani italiani, e diversi esponenti dell’opposizione, tra cui il leader del Movimento Cinque Stelle Giuseppe Conte e l’ex segretario del Pd Nicola Zingaretti.

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