Patrimonio di interesseRicostruire l’Ucraina utilizzando ville e conti correnti degli oligarchi

L’ipotesi è al vaglio da qualche mese, ma un nuovo rapporto sull’economia di Kijv stimola Banca Mondiale e Nazioni Unite a vendere con urgenza i beni della potente classe dirigente russa

Mentre l’evoluzione della guerra è ancora incerta c’è chi fa i conti con la ricostruzione dell’Ucraina, dove molte infrastrutture devono essere ripristinate con urgenza. L’idea è far pagare il conto alla Russia. L’Ucraina da qualche mese chiede ai Paesi alleati di utilizzare i beni russi congelati per ricostruire l’economia devastata dalla guerra. Un nuovo rapporto mostra che i fondi necessari a ricostruire hanno raggiunto la cifra di quasi 500 miliardi di dollari.

Siamo arrivati alla terza valutazione del probabile prezzo da pagare per preparare la futura ripresa e però anche partire subito con la ricostruzione. Dopo l’invasione russa di due anni fa, è tempo di bilanci e alla vigilia del secondo anniversario delle ostilità, la Banca Mondiale, il governo ucraino, la Commissione Europea e le Nazioni Unite affrontano lo stato dell’economia di Kijv, crollata di oltre il 25%.

Denys Shmyhal, primo ministro ucraino ha dichiarato: «Le necessità di ricostruzione continuano a crescere e nell’ultimo anno i danni dell’aggressione russa sono stati ingenti. Per la ripresa dell’Ucraina sarebbe giusto fare cassa con la confisca dei beni russi congelati in Occidente. Dobbiamo iniziare questo processo entro il 2024».

Il valore dei beni in questione, conti, immobili e mezzi di lusso bloccati due anni fa ammonta a circa 300 miliardi di dollari. La maggior parte si trova in Belgio. Il rapporto istituzionale svela che il danno diretto all’Ucraina è stato di 152 miliardi di dollari, ma il costo in 10 anni per mettere insieme le infrastrutture chiave, come case, strade, ferrovie e centrali elettriche è decisamente più alto, pari a 486 miliardi di dollari. Si parla di 75 miliardi di dollari in più rispetto al rapporto presentato un anno fa. 

Nel 2024, le autorità ucraine stimano che il Paese avrà bisogno di circa 15 miliardi di dollari per le ricostruzioni urgenti. Di questi soltanto 5,5 miliardi sono stati già garantiti dai partner internazionali e, in parte, dalle risorse ucraine.

Antonella Bassani, vicepresidente della Banca mondiale per l’Europa e l’Asia centrale conferma: «Gli ultimi due anni hanno visto sofferenze e perdite senza precedenti per l’Ucraina e il suo popolo, ma se questo aggiornamento della valutazione documenta gli ingenti danni è anche una testimonianza della resilienza dell’Ucraina, e di un popolo che dimostra giorno dopo giorno la dedizione e l’adattabilità del suo popolo hanno già contribuito a riparare alcuni dei danni e a costruire la ripresa.

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