Questo è un estratto di “La Linea” la newsletter de Linkiesta curata da Francesco Cundari per orientarsi nel gran guazzabuglio della politica e della vita, tutte le mattine – dal lunedì al venerdì – alle sette. Più o meno. Qui per iscriversi.
Un lettore distratto ieri avrebbe potuto pensare che non ci fosse molto di nuovo nel tweet di Matteo Salvini in difesa del generale Roberto Vannacci, contro la giustizia a orologeria e la dittatura del politicamente corretto: «Un’inchiesta al giorno, siamo al ridicolo, quanta paura fa il Generale? Viva la libertà di pensiero e di parola, viva le Forze Armate e le Forze dell’Ordine…». Ma la novità è che l’ultima inchiesta cui si riferiva il leader della Lega era quella disposta dal ministero della Difesa, cioè dal governo di cui Salvini è (forse inconsapevolmente) vicepresidente. E infatti a replicargli questa volta non è stata l’Associazione nazionale magistrati e nemmeno Laura Boldrini, ma il ministro Guido Crosetto, che ha annunciato una nota del suo dicastero per spiegare il merito della questione «ai non pratici in materia», ha auspicato «commenti più appropriati» e ha chiosato di essere sul punto di esaurire «le guance da porgere». Sapesse noi.