La Corte d’appello dell’Aja ha ordinato al governo olandese di bloccare le esportazioni di componenti dei caccia F-35 a Israele nel timore che vengano utilizzati nell’offensiva sulla Striscia di Gaza violando il diritto internazionale. Il governo ha replicato annunciando un ricorso alla Corte suprema, ma non ha ottenuto una sospensione dell’ordine in attesa dell’ultimo grado di giudizio.
Il ministro olandese del Commercio estero e della Cooperazione allo sviluppo, Geoffrey Van Leeuwen ha scritto in una nota che governo «è del parere che la fornitura di componenti americani degli F-35 non sia illegale» e che spetti «allo Stato definire la propria politica estera. Israele ha bisogno degli aerei F-35 per difendersi dalle minacce provenienti dalla regione, separate da Gaza, per esempio da Iran, Yemen, Siria e Libano».
Il caso era stato sollevato lo scorso dicembre da alcune organizzazioni per i diritti umani olandesi. In primo grado, il tribunale aveva ritenuto che lo Stato avesse un ampio grado di libertà nella decisione sui rischi politici legati alle esportazioni di armi, mentre la Corte d’appello in secondo grado ha stabilito che non è così. «È innegabile che ci sia un rischio manifesto che le componenti esportate vengano usate in grave violazione del diritto internazionale durante l’offensiva israeliana a Gaza», ha spiegato il giudice.
Nella base aerea olandese di Woensdrecht si trova uno dei numerosi magazzini regionali di pezzi di ricambio degli F-35 della Lockeed martin provenienti dagli Stati Uniti. Da qui, poi, i pezzi vengono distribuiti ai Paesi acquirenti, compreso Israele. La decisione di sospendere le forniture è già stata presa dal governo spagnolo.
Il ricorso del governo olandese è stato ben accolto da Israele. Il premier olandese Mark Rutte proprio ieri era in visita a Tel Aviv. Benny Gantz ha sottolineato che «la decisione del tribunale mette a rischio l’imperativo globale e israeliano di combattere il terrorismo».