Economie di guerraLe nuove sanzioni alla Russia da Washington sono cure palliative in attesa di aiuti militari

Il pacchetto è l’ultimo di migliaia di sanzioni contro Mosca attivate dagli Stati Uniti e dai loro alleati in seguito all’invasione dell’Ucraina. Ma è chiaro a tutti che l’unico modo efficace per sostenere Zelensky è sbloccare i fondi per inviare armi

Gli Stati Uniti varano un provvedimento per imporre nuove sanzioni in occasione del secondo anniversario dell’invasione russa dell’Ucraina. Il vice segretario al Tesoro americano Wally Adeyemo ha spiegato che l’azione, intrapresa in collaborazione con altri paesi, dovrà colpire il sistema industriale militare russo e le aziende che, da altri Paesi, facilitano l’approvvigionamento delle forniture a Mosca.

Il pacchetto è l’ultimo di migliaia di sanzioni contro Mosca attivate dagli Stati Uniti e dai loro alleati in seguito all’invasione dell’Ucraina e alla guerra che conseguente.

Tra le decisioni più impattanti c’è stata l’imposizione del tetto massimo sui prezzi con lo scopo di tagliare le entrate  provenienti dalle esportazioni di petrolio. Per ridurre i finanziamenti continuando però a garantire la fornitura al mercato mondiale, la coalizione delle principali economie del G7, con l’Unione Europea e l’Australia ha nel tempo fissato un prezzo massimo di sessanta dollari al barile per il greggio proveniente dalla Russia.

Ma quella annunciata in questi giorni è la più grande tranche sanzionatoria singola disposta dall’inizio della guerra, e si spiega con la necessità di mantenere la pressione su Putin nel momento in cui non vi sono certezze sulla possibilità che il Congresso americano approvi una ulteriore assistenza militare a Kiev.

L’amministrazione del presidente Joe Biden ha infatti esaurito il budget approvato per sostenere l’Ucraina e la richiesta di fondi aggiuntivi è ferma alla Camera dei Rappresentanti controllata dai repubblicani.

«Le sanzioni e i controlli sulle esportazioni sono mirati a rallentare la Russia, rendendole più difficile combattere la guerra che sta portando avanti in Ucraina», ha spiegato Adeyemo, «ma l’unico modo efficace per sostenere l’Ucraina è darle la capacità di difendersi». Parole che significano solo una cosa: il Congresso deve agire per dare all’Ucraina le risorse che le mancano e le armi di cui ha urgente bisogno.

È ormai chiaro infatti che le sanzioni non sono sufficienti a fermare gli attacchi di Mosca. Lo ribadisce con forza anche Peter Harrell, ex funzionario del Consiglio di sicurezza nazionale: «Ciò che il Congresso farà per fornire ulteriore assistenza militare all’Ucraina avrà molta, molta più importanza di qualsiasi altro provvedimento sanzionatorio».

Sarebbe azzardato affermare che le sanzioni siano del tutto inutili. Il dipartimento del Tesoro, a fine 2023 ha comunicato imporle ha sicuramente danneggiato la Russia. Eppure, nonostante a due anni dalla guerra l’economia di Mosca si sia contratta di oltre il 5 per cento, i risultati ottenuti dal sistema industriale sono superiori alle aspettative, con il Fondo Monetario Internazionale che a inizio anno ha previsto una crescita del PIL del 2,6 per cento per il 2024. Un miglioramento di un punto e mezzo percentuale rispetto alla stima di ottobre. E dopo una solida crescita del 3 per cento nel 2023.

Ma, come ha spiegato la portavoce del Fondo monetario internazionale, Julie Kozack, bisogna sempre tenere conto che è la Russia «si trova ora in un’economia di guerra». Le spese militari aumentano e i consumi sono sostenuti dal governo. E poi c’è  i l’inflazione che in Russia aumenta, nonostante cali nel resto delle economie avanzate.

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