Il luogo non poteva essere più simbolico: Station Europe, la camera con vista sull’ingresso del Parlamento europeo di Bruxelles, che da un anno ospita Promote Ukraine, l’associazione degli ucraini in Belgio. Qui nasce Linkiesta Academy, scuola di formazione con corsi in giornalismo, relazioni con i media, crisis management, sicurezza, relazioni internazionali, strategia politica, comunicazione integrata e events management.
Uno degli obiettivi è «comunicare meglio i valori europei» mentre all’orizzonte si intravedono elezioni che non decideranno soltanto «gli affari correnti dell’Ue» ma anche il suo ruolo nel mondo. Lo ha spiegato nel suo intervento Jaume Duch Guillot, portavoce del Parlamento europeo. «Molte cose dipenderanno dalla maggioranza che si formerà in questa Camera».
Filo diretto tra Bruxelles e Kyjiv
A pochi giorni dal 24 febbraio, anniversario dell’invasione russa, il filo rosso dell’evento di inaugurazione di Linkiesta Academy di lancio non può che essere l’Ucraina, e la sua resistenza sostenuta dal resto d’Europa.
«Non ho mai visto un Paese così orgogliosamente europeo come l’Ucraina», dice il direttore di Linkiesta Christian Rocca, raccontando le proteste di Euromaidan e le persone in piazza con le bandiere dell’Unione, per protestare contro l’ex presidente Viktor Yanukovich, «fantoccio del Cremlino».
Il nazionalismo ucraino, racconta, è ben diverso da quello oggi sempre più in auge in alcuni Paesi europei e intrinsecamente antitetico all’integrazione degli Stati nell’Unione. «I nazionalisti ucraini sono liberali, perché vogliono vivere in un mondo libero». Diverso, dunque, dev’essere l’approccio alle istanze e alle rivendicazioni orgogliosamente patriottiche degli ucraini, rispetto alle spinte sovraniste che caratterizzano i partiti di estrema destra, che in molti casi sono proprio quelli più «sensibili» alla narrativa russa, o comunque più recalcitranti nel supporto all’Ucraina.
Anche la vicepresidente del Parlamento europeo, la deputata del Partito democratico Pina Picierno, rimarca il legame indissolubile tra Ucraina e Europa, sostanziato dall’aiuto finanziario, militare e umanitario che l’Unione europea fornisce al Paese fin dal primo giorno dell’attacco russo. Per recuperare il tempo colpevolmente perso quando Bruxelles ignorava i morti e le proteste di Kyjiv c’è un’unica soluzione: l’adesione all’Unione europea come risposta politica all’invasione, da realizzare in tempi celeri e senza annegare nei formalismi burocratici. «Ci sono momenti in cui la storia bussa – dice l’eurodeputata – e l’Europa non può fermarsi a un cavillo dei trattati».
Secondo Picierno, la chiave per mantenere alto il sostegno all’Ucraina nei Paesi occidentali, Italia compresa, è far capire ai cittadini che l’aiuto europeo non è solidarietà «verso un amico in difficoltà», ma un’azione necessaria per il futuro stesso dell’Unione.
Allargando il discorso, la vice-presidente auspica il superamento del diritto di veto nell’Unione, che vorrebbe vedere trasformata in un soggetto politico lontano dal «condominio di Stati» attuale.
Una scuola per l’Europa
A presentare il progetto sono intervenuti anche Maurizio Molinari, dell’Ufficio del Parlamento Europeo in Italia, Marco Sala, Chief Executive Officer di Linkiesta, Vasyl Kushmuns di Promote Ukraine e Sofia Ventura, politologa dell’Università di Bologna, che ha parlato della battaglia di narrazioni tra Mosca e Kyjiv, in una lectio magistralis chiamata “Sharp Power versus soft power: la post-verità di Mosca contro la public diplomacy di Kyjiv”.
La scrittrice e traduttrice ucraina Yaryna Grusha, firma di Linkiesta e anima di Slava Evropi, la sezione ucraina del nostro giornale, ha poi ricordato la lunga battaglia per la libertà di pensiero, di espressione e la democrazia in corso nel suo Paese: in pratica, dice non a torto, si tratta dei valori europei. «Dalla sorte dell’Ucraina dipenderà il futuro dell’Europa», dice alla fine della prima giornata di Linkiesta Academy. «E nel futuro sarà sempre più importante il ruolo dell’informazione nei processi politici e nelle nostre società». Questa, racconta, è la sfida di Linkiesta Academy: puntare su un’informazione di qualità, contrastando la propaganda. Anche, e nel suo caso soprattutto, quella che viene dalla Russia.