Può un caffè salvare una vita? Forse no, ma può essere un valido aiuto per ricominciare. Questo è sicuramente l’obiettivo di Fondazione Lavazza, che con il programma “A Cup of Learning” dal 2017 promuove a livello internazionale la formazione di tutti quei giovani che ricercano una possibile via d’uscita da situazioni e contesti sociali fragili. Come? Attraverso il lavoro e la capacità di crescita professionale. Dall’anno della sua nascita, infatti, il programma è riuscito a coinvolgere oltre seicento persone di tanti Paesi al mondo: dall’Italia agli Stati Uniti, dalla Repubblica Dominicana all’India e all’Albania, giusto per citarne alcuni. Un progetto che non mira solo a dare una formazione professionale, ma che in qualche modo cerca di compiere un passaggio pratico da quello che è il suo motto teorico, «un espresso dal sapore di futuro».
In Italia, infatti, Fondazione Lavazza è partita dalla collaborazione con la Rete Italiana di Cultura Popolare, mettendo su l’iniziativa “A.A.A. – Accoglie Avvicina, Accompagna”, che fornisce un aiuto concreto ai richiedenti asilo e ai giovani del quartiere Aurora di Torino. Così come è reale anche il sostegno ad altre e comunità, che è valso al Gruppo Lavazza il premio “Welcome. Working for Refugee Integration” dell’UNHCR. Con risultati che parlano chiaro: quasi 9.300 rifugiati hanno trovato lavoro nel 2022 grazie all’iniziativa. Dal 2017 a oggi “A Cup of Learning” ha dimostrato davvero di aver avuto un impatto significativo in tutti i luoghi dove ha operato: a San Patrignano, come a Roma negli sportelli Civico Zero con Save The Children o nel capoluogo meneghino in collaborazione con Fondazione Comunità Milano. Oltre novanta i tirocini nel settore della ristorazione e nei caffè.
Ora però è tempo di nuove tappe e il programma di formazione si è fermato a Napoli, dove insieme a CESVI e la sua Casa del Sorriso di Napoli, è stato messo su il corso “Essere Barista”, rivolto ai giovani del territorio. Con intento: quello di ampliare le loro competenze e far apprendere loro le tecniche di una professione sempre più richiesta. Il tutto in un contesto sicuro e protetto, come quello offerto dalle Case del Sorriso, che rappresentano una garanzia di sicurezza per i bambini e per gli adolescenti vulnerabili, fornendo loro l’assistenza, istruzione e formazione necessarie per costruire il loro futuro.
«Siamo molto lieti di aver portato “A Cup of Learning” anche a Napoli con CESVI, uno dei nostri partner più longevi: insieme crediamo che la formazione possa rappresentare un’opportunità di crescita per ragazze e ragazzi che vivono in contesti fragili». Le parole di Veronica Rossi, sustainability senior manager Lavazza Group e manager Fondazione Lavazza, fanno intuire bene sia gli obiettivi del progetto, sia la soddisfazione per aver creato un qualcosa di tangibile e forte per un territorio che sa essere spesso difficile e complicato, soprattutto per le nuove generazioni.
Lo scopo del programma, infatti, è quello di promuovere la cultura del caffè, fornendo un passaporto per una nuova possibile sviluppo di vita: l’opportunità di trasformare la propria passione per la bevanda scura in una professione concreta. All’ultimo corso otto giovani hanno avuto l’opportunità di imparare direttamente dai trainer Lavazza le tecniche di macinazione, il funzionamento delle macchine per l’espresso, i diversi metodi di estrazione e il mondo della latte art, ottenendo alla fine un diploma di riconoscimento.
«Secondo Eurostat, la Campania ha il secondo dato più alto d’Europa per popolazione a rischio di povertà ed esclusione sociale, meno della metà degli abitanti ha un lavoro stabile – appena il 47,3 per cento. Sappiamo inoltre che a ogni più un per cento del tasso di disoccupazione corrisponde un aumento del venti per cento nelle denunce per trascuratezza e maltrattamento dell’infanzia e che, secondo la nostra ultima edizione 2022, dell’Indice regionale sul maltrattamento all’infanzia in Italia, la Campania è la Regione con maggiori rischi e minori servizi di prevenzione sul tema» ha voluto commentare anche Roberto Vignola, vice direttore generale di CESVI.
Dati che preoccupano, ma che possono essere radicalmente modificati da azioni in grado di dare nuove opportunità di scelta e sviluppo ai soggetti più deboli. In questo contesto si inserisce anche la scelta di Lavazza di raccontare il progetto in “Mare Fuori”, fortunatissima serie televisiva Rai, che sta per uscire con l’ultima serie e che prometto lo stesso favore di pubblico delle scorse stagioni. Una fiction che racconta il malessere di chi si è trovato a fare scelte sbagliate, per caso o per costrizione, per famiglia o povertà e che, all’interno di un carcere, cerca di dare una nuova narrazione a storie che sennò sarebbero dimenticate.
E proprio questa edizione di “A Cup of Learning” è stata la fonte di ispirazione per realizzare il progetto di collaborazione con Mare Fuori: Lavazza e CESVI hanno infatti organizzato un incontro tra i partecipanti all’iniziativa e Massimiliano Caiazzo, tra i protagonisti più amati della fiction, affinché ci fosse uno scambio di esperienze e di pensieri tra chi alcune cose le ha vissute solo per finzione e chi invece se li ritrova schiacciate in faccia ogni giorno.